L’elevata pressione fiscale è uno dei tanti problemi che affliggono il nostro Paese e che portano come diretta conseguenza un’enorme cifra di contributi e imposte non versati all’erario. Se da una parte le continue misure di controllo e verifica della Guardia di Finanza servono a recuperare ogni anno una minima porzione della somma sottratta al Fisco, dall’altra parte i vari governi hanno spesso introdotto condoni fiscali e politiche di “perdono“per cercare di invogliare, attraverso sconti particolarmente allettanti, i contribuenti morosi a saldare il dovuto.
Sembrerebbe la via intrapresa anche dall’attuale Governo che ha introdotto nella Legge di Bilancio per il 2019 un decreto che contiene la cosiddetta “Pace Fiscale“. Si tratta di una serie strumenti offerti ai contribuenti per regolarizzare la posizione di chi non ha pagato le tasse o non ha dichiarato correttamente il proprio reddito al Fisco.
Attraverso una virtuale stretta di mano con l’Agenzia delle Entrate, il contribuente moroso ha l’opportunità di sanare il debito conseguito con il fisco risparmiandosi anche le sanzioni dovute. Di seguito andremo ad analizzare quali possibilità sono state previste dalla legge, chi sono i reali beneficiari, e quali tipologie di condono poter scegliere.
Indice:
- Che cos’è la pace fiscale?
- Pace fiscale: a chi spetta il nuovo condono?
- Pace fiscale: saldo e stralcio al 6%,10% e 25%
- Pace fiscale: dichiarazione integrativa speciale
- La rottamazione cartelle ter
- Stralcio mini-cartelle
- Rottamazione delle cartelle doganali
- Definizione agevolata per avvisi di accertamento
- Pace fiscale: sanatoria liti con sconto per il vincitore
- Definizione agevolata processi verbali di contestazione
- Sanatoria per imposta consumo e-cig
- Pace fiscale: chi guadagna veramente?
- L’eterno dilemma della pace fiscale: premio per i furbetti o aiuto per chi è in reale difficoltà?
Che cos’è la pace fiscale?
La pace fiscale è un provvedimento inserito nel decreto fiscale contenuto nella Legge di bilancio 2019 che il Governo ha presentato al Parlamento. Le norme previste sono già applicabili visto che il provvedimento è entrato in vigore lo scorso 24 ottobre. Il contribuente che intende avvalersi dei vari provvedimenti quindi, potrà già documentarsi per capire come fare a chiudere, entro la fine dei termini previsti, le proprie pendenze con l’erario.
La pace fiscale altro non è che una serie di strumenti (9 per la precisione) che il Governo mette a disposizione di tutti i contribuenti che, per vari motivi, sono morosi nei confronti del fisco. Non si sta parlando solamente di chi ha presentato false dichiarazione dei redditi o ha evaso le tasse, ma soprattutto di coloro che per errori, in buona fede o per difficoltà economiche si sono ritrovati ad avere pendenze con l’Agenzia delle Entrate, Equitalia o altri agenti della riscossione.
Gli strumenti che la pace fiscale mette a disposizione del contribuente sono:
- Saldo a stralcio cartelle: è una misura ideata per aiutare i contribuenti che versano in difficili condizioni economiche;
- Dichiarazione integrativa speciale;
- Rottamazione ter: valida per le cartelle comprese dal 2000 al 2017;
- Condono mini-cartelle: prevista per cifre fino ai 1000 euro affidate all’agente tra il 2000 e 2010;
- Rottamazione cartelle doganali;
- Definizione agevolata per liti fiscali pendenti tributarie;
- Definizione agevolata per avvisi di accertamento;
- Definizione agevolata processi verbali di contestazione;
- Sanatoria per imposta consumo e-cig.
Pace fiscale: a chi spetta il nuovo condono?
Dai primi calcoli fatti, la pace fiscale dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa 20 miliardi di euro di extragettito nei prossimi due anni. Ma quali sono i soggetti che possono godere di queste opportunità? La pace fiscale non è destinata a tutti i singoli cittadini e alle imprese; è stata pensata per favorire i piccoli contribuenti e per cartelle con un imponibile massimo di 100mila euro.
Le categorie a cui è destinata la pace fiscale sono:
- famiglie;
- imprese;
- società;
- professionisti.
Il requisito fondamentale da dover rispettare è di non aver versato le dovute tasse per un massimo di 100mila euro. In tale somma sono compresi gli eventuali interessi, more e sanzioni amministrative.
Pace fiscale: saldo e stralcio al 6%,10% e 25%
L’accordo tra movimento 5 Stelle e Lega ha previsto che il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali Equitalia debba essere calcolato in base al reddito. Il provvedimento è stato pensato per venire in aiuto di quell’esercito di piccoli contribuenti che versano in condizioni economiche particolarmente disagiate. Situazioni disperate che sono spesso anche il motivo del mancato pagamento delle tasse dovute.
In pratica, il contribuente dovrà versare solo un certa percentuale della somma dovuta calcolata in base al proprio reddito. Al momento gli scaglioni previsti per la pace fiscale 2019 relativi alle persone fisiche sono tre e precisamente:
- reddito ISEE inferiore a 15mila euro: è prevista l’aliquota minima fissata al 6%;
- reddito ISEE compreso tra 15.001 e 22.000 euro: l’aliquota è stata fissata al 10%;
- Reddito ISEE compreso tra 22.001 e 30.000 euro: è prevista l’aliquota massima al 25%.
Per il pagamento dell’importo dovuto, il contribuente può scegliere un versamento in 10 rate.
Fino ad ora abbiamo parlato solo di contribuenti intesi come persone fisiche. Per le società, invece, il saldo e stralcio viene calcolato in base all’indice di liquidità. Anche in questo caso sono previste tre aliquote e precisamente:
- indice di liquidità fino allo 0,3%: l’aliquota è stata fissata al 6%;
- indice di liquidità compreso tra o 0,3% e 0,6%: l’aliquota è stata aumentata al 10%;
- indice di liquidità compreso tra o 0,6% e 0,8%: l’aliquota prevista è del 25%;
Pace fiscale: dichiarazione integrativa speciale
Questa possibilità riguarda tutti i contribuenti che negli ultimi cinque anni hanno presentato dichiarazioni fiscali, con errori od omissioni, ai fini delle imposte sui redditi, imposte sostitutive, ritenute, contributi previdenziali, IVA e IRAP. Per poter accedere a tale condono è necessario rispettare i seguenti requisiti:
- regolare presentazione delle dichiarazioni dei redditi;
- tetto massimo di 100mila euro di imponibile all’anno;
- non si può sanare una cifra superiore al 30% di quanto già dichiarato;
- validità fino alla dichiarazione presentata entro il 31 ottobre 2017;
All’importo emerso e non dichiarato verrà applicata una flax tax unica con aliquota del 20%.
Per aderire alla dichiarazione integrativa bisogna presentare la domanda entro e non oltre il 31 maggio 2019. L’importo dovuto potrà essere pagato in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2019 oppure ripartito in 10 rate semestrali. In quest’ultimo caso la prima rata dovrà essere versata entro il 30 settembre 2019.
Come abbiamo detto, il limite massimo di imponibile, per poter accedere a questo tipo di agevolazione, è di 100mila euro. In poche parole, se in passato sono stati dichiarati, ad esempio, 150mila euro e si desidera far emergere altro denaro, non sarà possibile farlo attraverso la dichiarazione integrativa.
Se invece la dichiarazione dei redditi è, ad esempio, di 50mila euro e si vogliono far emergere altre somme di denaro, il contribuente potrà sanare una cifra non superiore al 30% dell’interno imponibile, quindi, in questo caso, un massimo di 15mila euro. Su tale cifra si dovrà applicare l’ulteriore 20% della flax tax per un esborso totale di 18mila euro da versare attraverso la dichiarazione integrativa.
La rottamazione cartelle ter
Se il contribuente non è in grado di aderire, né al saldo e stralcio, né tanto meno alla dichiarazione integrativa, può avvalersi della rottamazione-ter.
Questa agevolazione è stata estesa anche ai contribuenti che hanno già aderito alla rottamazione bis. In questo caso il requisito richiesto è essere in regola con i pagamenti delle prime tre rate: basterà regolarizzare la posizione o pagare la sola rata di novembre 2018 entro il prossimo 7 dicembre.
Un’importante novità, introdotta con questa agevolazione, è la possibilità di avvalersi della dilazione dei pagamenti che permette di spalmare la somma dovuta su 5 anni, con 10 rate e due 2 versamenti semestrali (31 luglio e 30 novembre).
In caso di rateizzazione, gli interessi dovuti su ogni singola rata scendono dal 4,5% (previsti dalla misura ordinaria) allo 0,3%. La definizione agevolata permette così al contribuente di evitare il pagamento delle sanzioni, le somme aggiuntive sui debiti previdenziali e gli interessi moratori.
Stralcio mini-cartelle
Per tutti coloro che hanno contratto debiti con l’erario nel periodo compreso tra il 2000 e il 2010, c’è la possibilità dello stralcio delle mini-cartelle fino a 1000 euro. L’aspetto più interessante è che il contribuente non dovrà presentare alcun tipo di domanda o richiesta, visto che tutti i debiti dovrebber essere automaticamente cancellati entro la fine del 2018.
Questa agevolazione riguarda piccole imposte come il bollo dell’auto, multe non pagate e tributi locali. La situazione attorno a questo strumento ad oggi non è ancora ben chiara. Il maggiore dubbio riguarda il calcolo del limite di 1000 euro: leggendo il contenuto dell’articolo 4 del decreto fiscale, non si comprende se in tale soglia sono calcolati anche interessi e sanzioni oppure no.
Rottamazione delle cartelle doganali
Un altro aspetto che viene preso in considerazione dalla pace fiscale è una sanatoria doganale per la rottamazione delle relative cartelle. Il contribuente potrà sanare, senza intercorrere in sanzioni, i conti e parte degli interessi dovuti al Fisco per tributi doganali, IVA all’importazione e dazi.
Definizione agevolata per avvisi di accertamento
Il contribuente potrà pagare le imposte accertate con uno stralcio integrale delle sanzioni e degli interessi per atti impositivi non impugnati, ancora impugnabili e notificati entro l’entrata in vigore del decreto (24 ottobre 2018). Il pagamento riguarda avvisi di accertamento, di rettifica, liquidazione e atti di recupero e potrà essere effettuato con due diversi metodi di pagamento:
- in un’unica soluzione;
- dilazionato: 8 rate trimestrali senza possibilità di avvalersi della compensazione. Per importi superiori ai 50mila euro sono previste un massimo di 20 rate.
Pace fiscale: sanatoria liti con sconto per il vincitore
In caso di liti pendenti, ad oggi è previsto lo smaltimento del contenzioso in sede di commissione tributaria. In pratica se il contribuente esce vincitore potrà approfittare di una sanatoria particolarmente vantaggiosa. Le possibilità sono:
- il vincitore pagherà il 50% del valore della lite;
- il vincitore in primo grado d’appello pagherà il 20% del valore della lite.
Anche in questo caso è previsto un pagamento dilazionato in 5 anni con un massimo di 20 rate trimestrali.
Definizione agevolata processi verbali di contestazione
La pace fiscale prevede la possibilità di definire il contenuto integrale dei così detti PVC (processi verbali di contestazione) con cui l’Agenzia delle Entrate chiude le operazioni di verifica e formalizza le contestazioni inerenti a presunte evasioni fiscali.
Il condono riguarda tutti i verbali di contestazione presentati entro il 14 ottobre 2018 e relativi a imposte sui redditi, addizionali, IVA, IRAP, imposte sostitutive e contributi previdenziali.
Il contribuente che desidera aderire, dovrà presentare una dichiarazione integrativa entro il 31 maggio 2019, in cui sono riportati i periodi di imposta per i quali sono scaduti i termini di accertamento e le somme contestate.
Sanatoria per imposta consumo e-cig
Un condono fiscale riguarda anche le sigarette elettroniche. La maggior parte delle aziende del settore hanno maturato un debito pregresso con il Fisco, a seguito del mancato o parziale versamento della tassa sul consumo. I produttori delle così dette e-cig avranno la possibilità di mettersi in regola con l’erario aderendo alla definizione agevolata dei debiti tributari. I requisiti richiesti sono:
- assenza di una sentenza passata in giudicato;
- debiti maturati fino al 31 dicembre 2018.
I trasgressori potranno versare il 5% degli importi dovuti senza dover pagare interessi e sanzioni amministrative previsti. In questo modo potranno vedere chiusi gli accertamenti e contenziosi aperti con i monopoli di Stato.
Pace fiscale: chi guadagna veramente?
Sono effettivamente le fasce a reddito più basse ad avere i maggiori vantaggi dalla pace fiscale? Per rispondere a questa domanda basta fare un semplice esempio.
Prendiamo un contribuente che ha dichiarato redditi per 100mila euro e vuole sanare 30mila euro non dichiarati. Applicando l’aliquota del 20% gli basterebbe versare 6mila euro per essere in regola.
Se avesse subito dichiarato l’intera somma di 130mila euro avrebbe pagato imposte per 13800 euro. Quindi il condono è estremamente vantaggioso con un risparmio di quasi il 60%. Se scendiamo con i redditi, la percentuale di risparmio tra chi ha dichiarato tutta la cifra e chi decide di approfittare dell’agevolazione cala progressivamente, passando dal 53% per redditi di 50mila euro al 25% per redditi sotto i 22mila euro fino all’azzeramento per redditi inferiori ai 12mila euro.
L’eterno dilemma della pace fiscale: premio per i furbetti o aiuto per chi è in reale difficoltà?
La pace fiscale nasce senza dubbio con buoni propositi: da una parte il Governo cerca di recuperare dell’extragettito per rimpolpare le casse perennemente vuote e dall’altra tenta di aiutare le fasce più deboli di contribuenti.
La misura è stata infatti pensata proprio per coloro che, a causa della recente recessione economica, si sono improvvisamente trovati nell’impossibilità di pagare tutti i tributi dovuti. È necessario sottolineare che mentre un classico condono va ad annullare una pesante sanzione a seguito di un accertamento tributario o un’omessa dichiarazione, la pace fiscale è destinata a quei contribuenti, imprese, società che sono in difficoltà anche a causa delle tasse.
Persone che hanno sempre dichiarato tutto ma sono state sommerse dai debiti anche per un’imposizione fiscale elevatissima. In queste situazioni la pace fiscale diventa una vera e propria ancora di salvezza, per vedere annullati tutti i procedimenti pendenti con Agenzia delle Entrate ed Equitalia.
Attraverso il pagamento di una piccola percentuale della somma dovuta, il contribuente moroso, potrà finalmente ricominciare a vivere, mentre l’erario riuscirà a recuperare denaro senza utilizzare grosse risorse.
Resta il fatto che in mezzo ad una serie di persone effettivamente bisognose d’aiuto, si mescoleranno tutti quei furbetti che, attraverso ripetuti comportamenti truffaldini, hanno sottratto soldi al Fisco italiano.
Molto probabilmente anche questi soggetti alla fine, con pochi spiccioli e un grande risparmio, potranno sanare la loro posizione ma era comunque necessario fare qualcosa e un provvedimento di questo genere non può che essere salutato positivamente.
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