Come e perché aprire un’impresa ad Andorra

Il Principato di Andorra è stato fondato nel 1278, la superficie del suo Stato è pari a 468 km quadrati, ove risiedono circa 85.000 persone. Andorra è situata nei Pirenei orientali, a sud della Francia. Alla guida del Paese troviamo due coprincipi, che sono il vescovo della diocesi catalana di Urgell e il Presidente della Repubblica francese. Proprio in virtù del ruolo del Presidente dal governo franco, Andorra subisce l’influenza di quest’ultimo riguardo le sue politiche interne.

La lingua ufficiale è il catalano, vengono parlate in larga misura anche il francese, lo spagnolo, il portoghese, l’inglese e il castigliano; tutte queste lingue derivano dalla gran quantità di immigrati pervenuti nel principato.

L’economia di Andorra è in continua crescita, i settori nei quali si distingue maggiormente sono quello dei servizi bancari, di quelli assicurativi e del turismo, che apportano l’80% del suo PIL.

Il settore delle banche e assicurazioni rappresentava, negli anni 90, il 19,6% del PIL e il patrimonio detenuto dai maggiori istituti di credito locali ammontava ad una cifra pari a 15,869 miliardi di euro, ben 6 volte e mezzo il Prodotto Interno Lordo andorrano.

Ma, con l’avvento del CRS e della FATCA, molte cose sono dovute cambiare: infatti, sia l’OCSE, che Francia e Stati Uniti hanno messo in atto tutto quanto possibile per far cambiare la situazione.

Adesso Andorra non rientra più tra i Paesi della Black list dell’OCSE come rappresentante di uno dei principali paradisi fiscali europei, inoltre, ha perfezionato degli accordi relativi allo scambio di informazioni fiscali con numerosi Paesi dell’area Euro, tra cui l’Italia. Questa scelta è stata “consigliata” vivamente dal coprincipe dell’epoca Sarkozy, che già nel 2009 aveva intimato Andorra affinché rinunciasse al segreto bancario, cosa che si è realizzata nel 2018 quando è iniziato lo scambio di informazioni con i Paesi europei.

Il governo andorrano, negli anni, ha dovuto chiudere la BPA, ente di credito primario nel Paese, e ha inserito progressivamente norme atte a contrastare l’evasione fiscale. In più, nel codice penale di Andorra è stata fissata una soglia minima per tale evasione, pari a 75.000 euro. Colui a cui venga imputato tale reato rischia da 3 mesi a 3 anni di carcere. Se l’imputazione riguarda somme oltre i 150.000 euro, o se i responsabili sono accusati di essere membri di un’organizzazione criminale, la pena detentiva può essere protratta fino a 5 anni.

Ad oggi, restano, comunque, moltissimi gli aspetti interessanti di Andorra per chi decidesse di trasferirvisi. Essi consistono in un costo della vita tra i più convenienti nel panorama europeo e in uno stile di vita particolarmente agiato. In più, il sistema sanitario, gestito dalla Caixa Andorrana de Securetat Social (CASS), è molto efficiente.

L’unica tassa per i residenti consiste nell’imposta sul reddito, a cui sono esenti tutti i redditi fino a 24.000 euro, mentre l’aliquota massima è pari al 10% per quelli dai 40.000 euro e oltre.

Ma i vantaggi di Andorra non sono terminati, le sue politiche bancarie sono ancora estremamente favorevoli. Infatti, il principato non ha una sua banca nazionale e questo consente alle altre banche, la cui sede si trova ad Andorra, di offrire un servizio bancario estremamente discreto a tutti i correntisti con numerazione privata. Ovviamente, il servizio di privacy è ampiamente ripagato dalle commissioni annuali a cui tali conti correnti sono sottoposti, seppure non risulti che le banche andorrane richiedano un capitale minimo di deposito. Bisognerà considerare la convenienza e la necessità di avere un conto (ma, come vedremo, chi vuole avere la residenza e chi vuole avviare un’attività imprenditoriale deve aprirlo). Anche le cassette di sicurezza sono di norma molto utilizzate.

Rispetto ad altri Paesi considerati paradisi fiscali, Andorra è stata, per tutto il periodo degli anni 90 e anche successivamente, uno di quelli che ha attratto persone con un patrimonio di media capacità, ossia tra i due e i dieci milioni di euro. Al contrario, il Principato di Monaco e la Svizzera hanno visto arrivare negli anni capitalisti con oltre dieci milioni di euro in tasca… Questo ci porta a ragionare sul tipo di soggetto che avrà maggior interesse a investire nel Principato di Andorra, piuttosto che in altri Stati a fiscalità agevolata.

Primi fra tutti a trarre vantaggio dal trasferimento nel Principato di Andorra saranno coloro che hanno attività dagli incassi sostanziosi, o che godono di ricchezze ereditate da generazioni precedenti. Questo perché Andorra non prevede le seguenti imposte:

  1. patrimoniale;
  2. imposta sulle donazioni;
  3. imposta sulle successioni ereditarie.

E’ presente, invece, un’imposta sulle plusvalenze che viene pianificata e ad importi ridotti.

Indice:

 

I soggetti che potrebbero investire in attività ad Andorra

aprire un'impresa ad AndorraColoro che intendono pianificare per tempo la successione della propria famiglia e l’eredità, o coloro che vogliono evitare di pagare le imposte sui propri beni finanziari sono certamente i soggetti ideali.

Andorra, inoltre, è uno Stato favorevole per le professioni in cui la territorialità non conta al fine dell’attività svolta: ad esempio gli atleti, gli youtuber, influencer di social media (Instagram, Tik Tok, ecc…), consulenti in vari ambiti, digital marketing, investitori e crypto investitori.

Un esempio, possono essere i calciatori che sono spesso venduti a società straniere e si spostano nel mondo, oppure gli influencer che hanno seguaci in tutto il globo e possono creare i loro contenuti ovunque, i consulenti che possono operare in smart working, ecc… La stessa attività svolta non viene modificata, anche se operata in un Paese rispetto ad un altro.

In tutti i casi suddetti, la registrazione dell’impresa nel Principato è un requisito imprescindibile per ottenere la residenza e per poter svolgere tutte le normali attività aziendali, ma soprattutto per poter accedere ai tanti benefici previsti dal sistema tributario e fiscale del Principato.

 

Come registrare una società ad Andorra

Le tempistiche per l’intera procedura vanno dai due ai quattro mesi, seppur possa sembrare una pratica di facile gestione, essa dipenderà dalla complessità della società da avviare.

Gli incagli in cui ci si può ritrovare sono quelli che riguardano l’ottenimento delle conformità bancarie, ossia il riconoscimento dei tanti requisiti richiesti dalla banca, che verificherà l’origine dei capitali, nonché l’avvio degli scambi commerciali, che richiede il, non semplice, ottenimento della licenza andorrana.

 

Scelta di una denominazione per l’impresa

Si tratta di selezionare tre nomi per l’azienda, tali nomi vengono presentati al Governo con domanda specifica, quest’ultimo avrà 10 giorni di tempo dal ricevimento per fornire riscontro. Verrà verificato che il nome prescelto, a scalare, non sia già stato assegnato ad un’altra società.

 

Domanda ai fini di un investimento estero

Questa richiesta deve essere presentata quando un soggetto non residente intende diventare socio per una quota superiore al 10%, la documentazione da allegare alla domanda dev’essere dettagliata e fornire quante più informazioni possibili. La procedura durerà fino a un mese e 15 giorni.

 

Apertura di un conto bancario per il deposito del capitale sociale

Come accennato in precedenza, questa fase è piuttosto complessa in quanto la banca compie delle indagini sull’impresa e verifica i suoi requisiti di conformità, tra questi, dimostrare l’origine dei fondi e comunicare l’attività che l’impresa intende svolgere. Alcune attività sono meno ostiche, altre di più, come, ad esempio, se l’ambito fosse quello delle cryptovalute, dimostrare l’origine dei fondi sarebbe difficile e, quindi, anche ottenere il benestare della banca.

Questa fase, a dispetto di quanto si potrebbe presumere con riguardo alla facilità di portare capitale in uno Stato come Andorra, comporta un attento controllo ad opera delle banche che, diligentemente, e nel rispetto dei più alti standard di trasparenza internazionale, verificano che i capitali non abbiano a che fare con il riciclaggio di denaro nel Principato, opera peraltro gravemente punita dalla legge locale.

 

Registro delle Imprese

Lo statuto della’attività commerciale viene registrato davanti ad un notaio e, a questo punto, la società potrà essere inserita nel Registro delle Imprese andorrane.

 

Apertura dell’attività

Il comune di pertinenza dove si svolge l’attività commerciale della società si occupa di rilasciare la licenza per autorizzare l’inizio dell’esercizio delle sue funzioni ed anche la possibilità di registrare le fatture. Purtroppo, questa pratica burocratica è spesso lenta e costosa a causa del collasso delle gestioni comunali andorrane.

 

Richiesta del Codice Fiscale

Una volta conseguita la licenza, alla società viene assegnato un codice fiscale e viene inserita nel Registro della Previdenza Sociale Andorrana.

 

Quali documenti occorrono per costituire una società in Andorra

In genere, la documentazione necessaria è la seguente:

  • casellario giudiziale debitamente legalizzato con l’Apostille dell’Aia. Si consideri che, di solito, la validità di questo documento è di 3 mesi;
  • fotocopia del passaporto del legale rappresentante, anch’esso in copia autenticata con l’Apostille dell’Aia;
  • documenti che descrivano il profilo lavorativo: curriculum vitae, eventuali qualifiche o diplomi attinenti l’attività;
  • documenti che descrivano il modello di business della società che si vuole formare (business plan);
  • documentazione comprovante la conformità fiscale negli anni antecedenti, ad esempio, le precedenti dichiarazioni dei redditi, oltre ai registri relativi alla contabilità, libri mastri, bilanci, tutto quanto possa dimostrare l’origine dei capitali da investire.

Insomma, la documentazione richiesta non è poca, e questo sicuramente comporta la desistenza di investitori poco trasparenti nel panorama del Principato. Oltre ai documenti, chi vuole avviare un’attività ad Andorra dovrà versare in deposito una cauzione di 50.000 euro.

Questo percorso richiede un capitale iniziale, tutto sommato, di piccola entità, anche se ciò è consentito solo a chi gestisce nell’effettivo un’impresa ed è residente in Andorra, per cui avrà un reddito nello Stato e verserà i contributi fiscali nel Paese.

L’alternativa consiste nel restare un residente passivo, ma tale mossa è consentita solo a investitori disposti a versare capitali almeno pari a 400.000 euro in Andorra, l’investimento potrebbe consistere anche in un acquisto in ambito immobiliare.

 

Come richiedere la residenza ad Andorra

Per un primo periodo è possibile restare sul territorio andorrano con un permesso di soggiorno, dopodiché sarà necessario regolarizzare la posizione in altro modo.

Vi sono tre opzioni per ottenere la residenza fiscale in Andorra, vediamo quali:

  • richiedere ed ottenere un permesso di lavoro, questo consentirebbe di avere la residenza andorrana, anche se non è automatico per tutti, maggiori possibilità di farcela si avranno se il richiedente si è distinto per meriti quale di cittadino europeo di qualità;
  • avere un’idea d’impresa, un business plan e i capitali. Trasferirsi ad Andorra e aprire un’attività, con le modalità che abbiamo già enunciato, è una delle opzioni per ottenere la residenza nel Principato, l’unico limite potrebbe consistere nel fatto che bisognerà possedere liquidità cospicue: occorrerà dimostrare di avere 35.000 euro per sé e 12.000 euro per ogni familiare del proprio nucleo;
  • come ultima opzione abbiamo il cosiddetto Residente Passivo in Andorra, si tratta di quel soggetto che opera un investimento finanziario di entità ingente, 400.000 euro almeno, e che dimostra di avere liquidità pari al 300% del salario minimo più il 100% per ciascun familiare. In questo caso, si potrà avere la residenza nel Principato senza lavorare e senza necessità di creare un’impresa. Sarà richiesto di aprire un conto corrente presso una banca nello Stato.

 

Tassazione nel Principato di Andorra

Innanzitutto, ribadiamo che Andorra non prevede tasse patrimoniali o nei casi di successioni, eredità, donazioni. Se questo non fosse abbastanza, non vi è alcun obbligo di dichiarare quali beni sono posseduti all’estero e, infine, non viene applicata alcuna tassa di espatrio.

I principali tributi in Andorra, anch’essi molto bassi rispetto alla media europea, sono i seguenti:

  • imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPF, la nostra IRPEF);
  • imposta sul reddito delle società (IS, equivalente all’IRES);
  • imposta generale indiretta (IGI, equivalente all’IVA);
  • imposta sulle Plusvalenze Immobiliari.

 

Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche

L’IRPF andorrana presenta un’aliquota massima pari al 10%, una delle più basse in Europa. Non si tratta di un’imposta progressiva, la tassazione viene operata indistintamente sul reddito mondiale, ma sono deducibili le imposte versate ad altri Paesi esteri.

E’ prevista l’esenzione per gli stipendi, i redditi provenienti da immobili di proprietà (ad esempio, le locazioni), altri redditi economici fino ad euro 24.000, l’aliquota è del 5% per quelli fino a 40.000 euro. Oltre i 40.000 euro, i redditi percepiti sono soggetti al 10% della tassazione.

Sono completamente esenti dal versamento dell’IRPF i seguenti redditi:

  • dividendi ottenuti da fonti andorrane;
  • la vendita di azioni possedute in quota inferiore al 25%. Per fare un esempio banale, la vendita di azioni possedute in società quotate, per le quali è improbabile avere una quota superiore al 25%, non prevederà il pagamento di nessuna imposta in caso di vendita.

E’ prevista, invece, la tassazione massima al 10% sulla vendita di cryptovalute. Anche i redditi da risparmio, relativi a dividendi, interessi e alcune plusvalenze sono esenti dall’IRPF fino a 3.000 euro.

 

Imposta sul reddito delle società

Le imprese con sede in Andorra devono versare un’imposta diretta, denominata IS, la cui aliquota è pari al 10% da applicare al reddito netto prodotto. Si tratta di una delle tassazioni più convenienti del panorama europeo e prevede numerosi vantaggi fiscali, anche se, negli ultimi anni (2018 e 2021), sono state apportate delle modifiche non indifferenti volute dall’Unione Europea per conformare la tassazione agli altri Stati comunitari. Queste operazioni potranno comportare possibili aumenti delle basi imponibili.

Seguono, nel dettaglio, le caratteristiche principali dell’IS andorrana.

  • applicazione del regime Patent Box consente una possibile riduzione della tassazione sui brevetti fino al 2%, questo prevede una buona opportunità d’investire nell’innovazione e nello sviluppo nel Paese;
  • nessuna tassazione (ritenuta) sui dividendi o sugli interessi pagati da Andorra agli investitori esteri, perciò vi è molta attrazione per gli investimenti;
  • non vi è nessun limite alla compensazione delle Basi Imponibili Negative (BINs) o alla deduzione degli oneri finanziari;
  • opportunità di progettare proficue strutture fiscali internazionali attraverso gli Accordi di Contenimento della Doppia Imposizione stipulati da Andorra, per citarne alcune: Lussemburgo, Emirati Arabi, Malta, Cipro;
  • ispezioni fiscali statisticamente inferiori rispetto alla media europea;
  • la Direttiva dell’Unione Europea relativa alla notifica preventiva dei meccanismi transfrontalieri (DAC 6) non viene applicata.

 

Imposta Generale Indiretta

La nostra IVA, imposta sul valore aggiunto, ad Andorra viene applicata sulla compravendita di beni e sulla fornitura di servizi effettuati all’interno del Principato, nonché sulle importazioni.

L’aliquota dell’IGI ammonta al 4,5%, una percentuale molto diversa da quella italiana, che si attesta al 22% per la maggior parte dei beni e servizi, al 10% e al 4% per alcuni beni particolari. In ogni caso, quella andorrana è una tassazione estremamente conveniente.

 

Altre tasse e imposte

Oltre alle imposte principali sin qui descritte, il Principato di Andorra opera una tassa di trasferimento sull’acquisto di immobili da privati cittadini, una tassa sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili all’interno del suo territorio e altre imposte minori a livello locale.

La mossa operata dal governo andorrano in merito all’istituzione di una tassa sulle plusvalenze relative alla vendita di immobili è stata voluta per contrastare l’aumentare dell’inflazione nel mercato immobiliare.

Infatti, l’aliquota di questa tassa viene calcolata proprio sulla base di quanto è perdurata la proprietà dell’immobile oggetto di compravendita. La tassa raggiunge al massimo l’aliquota del 15% da calcolare sulla plusvalenza avuta dalla vendita dell’immobile. Se si vende entro un anno o meno dall’acquisto questa sarà l’aliquota da corrispondere, invece, dopo il secondo anno di proprietà, la tassa da pagare all’erario scenderà al 13% e, dopo il terzo anno, si pagherà solamente il 10% del maggior profitto realizzato. Dopodiché, l’aliquota scenderà dell’1% per ogni anno in più di possesso, fino ad azzerarsi. Sicuramente questo limita molto il business delle imprese che vorrebbero speculare sulla compravendita nel breve periodo, di contro, incentiva i proprietari immobiliari a mantenere gli immobili per lunghi periodi.

   

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