E’ possibile destinare i propri risparmi ad un erede specifico

Scritto da Omar Cecchelani in Famiglia

Al giorno d’oggi, difendere i risparmi di una vita per destinarli agli ereditieri desiderati è una reale possibilità e una comprensibile scelta. In tal senso, le soluzioni non mancano e possono soddisfare totalmente la propria volontà. Per farlo, è essenziale sapere con precisione quali strategie intraprendere. La cointestazione del conto corrente, la stipula di un’assicurazione sulla vita e la redazione di un testamento sono tutte strade lecite e percorribili per dare concretezza ad una propria volontà.

Di seguito, andiamo a trattare l’argomento entrando nei particolari per capire come fare per lasciare i propri risparmi agli eredi desiderati e quali sono le migliori strade da intraprendere.

Indice:

 

Conto corrente: la pratica della cointestazione

Cointestare un conto corrente bancario è una fattiva modalità, per far sì che una specifica persona ottenga una quota dei risparmi al momento del decesso del titolare del conto corrente stesso. Nel caso di conto cointestato infatti, la metà dei risparmi presenti sul conto viene assegnata automaticamente al cointestatario ancora in vita, mentre l’altra parte sarà oggetto di successione.

Tradotto in altri termini, questo significa che il 50% del denaro presente sul conto corrente bancario rimane di proprietà del cointestatario superstite, invece l’altro 50% è destinato di diritto agli eredi legittimi. Un’altra grande differenza da non dimenticare è che, mentre il cointestatario può disporre del denaro immediatamente con prelievi fin da subito, gli eredi entrano in possesso dei soldi spettanti solamente dopo la presentazione della dichiarazione di successione all’istituto bancario. Per questi ultimi dunque, i tempi per disporre della propria parte di denaro sono decisamente più lunghi.

Ma come fare per cointestare un conto corrente bancario?

E’ molto semplice: ai fini della cointestazione del conto corrente basta andare presso la banca di riferimento con il cointestatario nuovo e firmare i modelli già predisposti dalla filiale dell’istituto di credito. Cointestare un conto corrente è una pratica rappresentativa di una donazione della metà del denaro presente sullo stesso, a meno che gli interessati non vogliano stabilire una differente ripartizione: 60%, 30%, etc. Non c’è alcun obbligo infatti di cointestare un conto corrente necessariamente al 50%.

Gli altri eredi tuttavia potrebbero dimostrare come la cointestazione non sia motivata da alcun desiderio di donazione, ma piuttosto oggetto di una simulazione. Si pensi, per esempio, al genitore che cointesta il conto a un proprio figlio con il solo fine di avere una persona di fiducia che lo supporti nella gestione amministrativa della propria pensione. Situazioni, tra l’altro, che si verificano con una certa frequenza perché sono tanti i genitori anziani che per insicurezza si affidano ai loro figli.

 

Stipula assicurazione sulla vita

Stipulare con una delle tante società assicurative una polizza sulla vita è un’altra buona maniera per assicurarsi che i propri risparmi vadano in tasca a uno specifico erede. All’atto della stipula sull’assicurazione sulla vita, indicando un diretto beneficiario, si ha infatti la garanzia che il denaro assicurato non sia oggetto di spartizione fra gli eredi. L’importante è che il contratto assicurativo venga firmato prima del rischio di morte, quindi quando il contraente è ancora in salute, in caso contrario le società di assicurazioni molto probabilmente non accetteranno la stipula contrattuale con un soggetto che ha i giorni contati. Un concetto, quest’ultimo, da tenere bene in considerazione per non correre il rischio di vedersi rifiutata la stipula contrattuale dalla compagnia.

La polizza vita è quindi un contratto assicurativo sottoscritto tra la compagnia e il contraente, che a fronte di un versamento di un premio annuale, assicura al beneficiario un capitale, o una rendita, in caso di morte dell’assicurato. Una copertura per garantire a uno specifico erede una certa tranquillità economica, per tutelarlo e proteggerlo anche da eventuali difficoltà economiche future.

Non a caso, le polizze vita sono uno strumento diffuso e in larga ascesa, indicato anche per destinare i risparmi all’erede preferito. La raccomandazione principale, prima di sottoscrivere il contratto, è quella di comparare le proposte delle varie compagnie attraverso le condizioni presenti nei fogli informativi. Solo così è possibile stipulare una polizza vita soddisfacente sotto ogni punto di vista e non andare incontro ad alcuna brutta sorpresa.

 

Redigere un testamento

Il testamento è un istituto giuridico che consente al testatore di dichiarare espressamente come distribuire i propri beni personali, compreso i risparmi sui conti correnti bancari, tra i suoi eredi. Questa pratica può essere anche impiegata per destinare il denaro presente sul conto corrente ad uno specifico erede. Un atto dunque per indirizzare il denaro verso un erede preferito piuttosto che verso un altro. Con il testamento possono essere nominati quali beneficiari il coniuge, un figlio, qualche altro parente o anche un amico.

Tuttavia, è doveroso ricordare come gli eredi legittimari (figli, coniuge) hanno comunque diritto a una parte definita del patrimonio dei defunto. Di conseguenza, non possono nella maniera più assoluta essere diseredati, ma è necessario destinare loro altri beni: titoli di investimento, polizze, beni immobili o mobili, etc. La redazione dell’atto di testamento produce quindi effetti sia per uno specifico erede, sia per gli altri eredi legittimari, ai quali comunque spetta per legge una quota del patrimonio del defunto.

 

Assenza di testamento

Ma cosa succede in caso di assenza del testamento? Quando i titolari del patrimonio muoiono senza lasciare alcun testamento che preveda la divisione dei beni tra gli eredi, interviene la normativa di legge stabilita in materia di diritti ereditari. Nello specifico, il Codice Civile è il riferimento legislativo per determinare la ripartizione dei patrimoni secondo le percentuali previste dalla legge.

Per esempio, di fronte a una situazione in cui un defunto abbia il coniuge e i figli, gli altri parenti non prenderanno parte alla divisione del patrimonio. Nel caso di un solo figlio, metà dell’eredità spetterà di diritto al coniuge, che avrà pure il diritto di abitazione sulla casa familiare, mentre l’altra metà dell’eredità sarà assegnata al figlio. Diversa invece è la situazione di fronte alla presenza di più di un figlio. In quest’ultima ipotesi, al coniuge spetterà un terzo del patrimonio, invece gli altri due terzi verranno divisi in parti uguali tra i figli.

Poi potrebbe succedere anche che il soggetto deceduto sia stato sposato due volte: in queste circostanze, il primo coniuge non ha diritto ad alcuna eredità dopo il divorzio, atto che a tutti gli effetti cancella ogni diritto alla successione. Questo però vale soltanto per il coniuge divorziato, non per i figli nati dal primo matrimonio che invece hanno gli identici diritti di quelli nati dal matrimonio successivo. Gli effetti del divorzio riguardo ai diritti ereditari incidono negativamente soltanto sul primo coniuge e non sui figli nati dal primo matrimonio.

Quando il soggetto defunto lascia invece un regolare testamento, è lui stesso a determinare la divisione dei beni del patrimonio, a patto che vengano rispettate le quote di legittima previste dalla normativa per tutti gli eredi: figli, coniuge, o in loro assenza, i genitori.

Anche i fondi presenti sui conti correnti bancari seguono le stesse regole in mancanza di un regolare testamento e devono essere ripartiti tra gli eredi. Sempre per quanto riguarda il denaro presente sui conti, non appena l’istituto bancario viene a conoscenza del decesso del cliente, blocca subito il conto corrente per impedire operazioni come prelievi o la chiusura dello stesso conto. Un’operazione da parte della banca assolutamente necessaria per attendere la presentazione della dichiarazione di successione e per individuare così correttamente ogni erede.

La dichiarazione di successione è infatti un documento che dà via libera alla banca per liquidare la quota spettante a ciascun erede. Tuttavia, esiste un’eccezione, prima di questo adempimento, con il parere favorevole di ogni erede, si può prelevare dal conto corrente bancario la liquidità necessaria a copertura dei costi utili per lo svolgimento del funerale. Una decisione che deve essere condivisa da tutti gli eredi.

Prima di chiudere la questione è d’obbligo un’altra precisazione in merito, quando cioè dopo il decesso del titolare del conto corrente qualcuno usa le sue carte per effettuare prelevamenti in contanti presso gli sportelli bancomat, commette un’azione ritenuta come tacita accettazione dell’eredità. Dunque, in futuro, a seguito di un comportamento simile, l’interessato non potrà manifestare alcuna rinuncia di eredità.

 

Destinare i propri risparmi a un erede specifico: come fare?

La volontà di tutelare al massimo i propri risparmi con ogni mezzo lecito, per destinarli a qualche erede preferito, è più che legittima. Spesso i risparmi di una vita sono frutto di tanti sacrifici e rinunce, questo legittima di gran lunga la volontà effettiva di farne ciò che si vuole. Come spiegato in quest’articolo, le strategie non mancano e sono riconducibili ai conti correnti cointestati, alle polizze assicurative sulla vita e alla redazione dei testamenti.

Conoscere la natura e le principali caratteristiche di questi strumenti è fondamentale per individuare la scelta più opportuna da fare in favore degli eredi preferiti. Questo perché ciascuna di queste opzioni presenta i suoi punti a favore e i suoi limiti e, di conseguenza, può adattarsi a circostanze differenti.

Parallelamente, per completezza della tematica, è buona norma informarsi sugli aspetti normativi che regolano l’ambito dei diritti ereditari. Per concludere, avere una panoramica completa sulla possibilità di destinare i propri beni a uno specifico erede, consente di soddisfare pienamente la propri volontà senza troppi intoppi. Inoltre, è importante anche la tempistica con la quale vengono compiuti gli atti, spesso ritardare i tempi potrebbe compromettere la propria manifestazione di volontà.

   

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