Cosa sono i BTP: vantaggi e rischi per gli investitori

I Buoni del Tesoro Poliennali sono i conosciutissimi Titoli di Stato. Anche l’investimento in questi titoli comporta naturalmente una serie di pro e contro, da conoscere prima di compiere qualunque passo. Innanzitutto i vantaggi dei BTP sono le cedole costanti, garantite dallo Stato, e l’elevata liquidità. Invece, il principale rischio è riconducibile alle dinamiche di mercato e alla volatilità relativa del titolo di Stato nell’arco di tempo tra l’acquisto e la scadenza. Un livello di rischio che aumenta con una maggiore durata dei titoli: quando i tassi di interesse crescono il loro prezzo cala, mentre una diminuzione dei tassi di interesse consente una crescita del prezzo dei Buoni del Tesoro Poliennali.

A tutti gli effetti quindi, i risparmiatori potranno capitalizzare un rendimento all’atto di un calo della quotazione, in maniera tale da concretizzare una positiva differenza tra il rendimento della cedola e il valore del mercato di riferimento. I BTP con maggiori rischi sono i Titoli di Stato con una scadenza più lunga, pari a quindici e a trent’anni. Nei paragrafi seguenti andiamo a scoprire la natura e le principali caratteristiche dei Buoni del Tesoro Poliennali, per un eventuale investimento in piena coscienza.

Indice:

 

Cosa sono e come si comprano i BTP

cosa sono i BTPI Buoni del Tesoro Poliennali sono dei titoli obbligazionari a medio-lungo termine. Di norma è il Ministero dell’Economia e delle Finanze deputato ad emettere questi titoli attraverso specifici decreti in cui vengono stabiliti gli importi, si prevedono i tagli, almeno di mille euro, viene individuata la durata, previsto il livello delle cedole e i modi di assegnazione. Questi Titoli di Stato pagano una cedola fissa semestrale posticipata, stabilita antecedentemente all’emissione. Al pari di altri titoli, anche i Buoni del Tesoro Poliennali vengono trattati in mercati disciplinati da precise regole. Rispetto al passato, anche i BTP sono stati coinvolti nel lungo processo di dematerializzazione e oggi la loro emissione è di natura contabile e non più fisica.

L’acquisto è possibile all’atto in cui vengono emessi e in un momento successivo. Un’operazione che si concretizza attraverso asta, una pratica anticipata dagli annunci del Tesoro sulla quantità di Buoni emessi. Il loro prezzo è stabilito a seconda delle offerte e delle domande arrivate nel corso delle aste. Tuttavia i risparmiatori non hanno la possibilità di prendere parte all’asta in maniera diretta e autonoma, ma possono avanzare domanda per acquistare i Buoni tramite degli intermediari autorizzati. Questi ultimi, possono essere istituti bancari o aziende di investimento purché regolarmente registrati presso la Banca d’Italia.

Le banche o le imprese di investimento, nei tempi stabiliti, presentano gli ordini degli interessati che, in fase d’asta, vanno stipulati per un valore nominale di almeno mille euro o multipli di questo importo. Per acquistare i BTP dunque è essenziale la volontà degli investitori e il ruolo degli intermediari autorizzati.

 

Buoni del Tesoro Poliennali: mercato secondario

Comprare i BTP è possibile anche in un momento successivo alla loro emissione, operazione da fare sul mercato secondario. Di fatto c’è l’opportunità di scambiare i Buoni del Tesoro Poliennali già in circolo su due mercati:

  • Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT), gestito da Borsa Italiana S.P.A: in questa sede per i risparmiatori è consentita la possibilità di compravendita dei Titoli di Stato, di importo pari ad almeno a mille euro. Anche in tale ipotesi, i privati devono avvalersi dell’intervento di intermediari autorizzati perché non possono accedere al mercato direttamente;
  • Mercato telematico dei Titoli di Stato (MTS): anche in questo caso l’acquisto è permesso soltanto con gli interventi di specifici intermediari.

Come anticipato e visto, i Buoni del Tesoro Poliennali possono essere acquistati al momento dell’emissione e successivamente, purché sempre attraverso l’intervento di intermediari autorizzati ad operare.

 

Tassazione dei BTP

Le imposte da corrispondere sui Buoni del Tesoro Poliennali si distinguono in base ai soggetti interessati. Innanzitutto si possono differenziare due regimi fiscali:

  • uno per le aziende commerciali, cioè il regime che comporta per gli interessi percepiti relativo alle attività commerciali, un aumento della base imponibile utile per il calcolo delle imposte;
  • l’altro per le persone fisiche, cioè il regime che prevede un’imposta del 12,5% per gli interessati cedolari non riconducibili allo svolgimento di un’attività commerciale.

A tutti gli effetti per le persone fisiche è prevista una tassazione dei Buoni del Tesoro Poliennali agevolata. Le imposte gravano sui contribuenti esclusivamente per gli interessi che maturano nel lasso di tempo di validità dei Titoli di Stato e sono applicate direttamente dagli intermediari autorizzati.

Quando i soggetti titolari dei Buoni del Tesoro Poliennali sono residenti al di fuori dei confini nazionali, la tassazione non viene applicata. I contribuenti con residenza in uno dei Paesi che garantisce lo scambio di notizie con l’Amministrazione Finanziaria, in relazione ad alcuni redditi di carattere finanziario, non sono tenuti al pagamento delle imposte italiane. Ad esempio, l’esonero è previsto per gli interessi originati da Titoli di Stato, obbligazioni emesse da enti pubblici, da conti correnti e depositi differenti da quelli postali e bancari.

 

BTP: differenze con altri titoli

Una delle differenze tra Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) e i Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) è dovuta alla durata. Per i BOT la durata è decisamente più breve, generalmente compresa tra i 3 e i 12 mesi. Per i Buoni Ordinari del Tesoro, inoltre, non è previsto alcun rendimento cedolare.

Invece, i Certificati di Credito del Tesoro (CCT) hanno una durata di sette anni e, diversamente dai BTP, devono il loro valore all’andamento corrente dei mercati. Per finire, i Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ) durano 2 anni e non sono collegati alle adozioni delle cedole.

Differenze tra Buoni del Tesoro Poliennali, Buoni Ordinari del Tesoro, Certificati di Credito del Tesoro e Certificati del Tesoro Zero Coupon da conoscere per indirizzare al meglio i propri investimenti. Investire senza conoscere né la natura né le altre caratteristiche dei titoli aumento notevolmente il rischio di perdite. Rischi che con la conoscenza dei mercati non si azzerano, ma sicuramente si limitano.

   

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