Come risparmiare su luce e gas e agevolazioni fiscali

Scritto da Omar Cecchelani in Famiglia

Bollette di luce e gas rappresentano una voce piuttosto rilevante nell’economia di famiglie e imprese, pertanto è quantomai opportuno cercare di ridurre il più possibile tali costi. A maggior ragione in periodi storici difficili come quello attuale dove i prezzi di gas naturale e petrolio sono saliti letteralmente alle stelle. Le tensioni geopolitiche e lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina hanno raddoppiato le bollette energetiche, causando un impatto estremamente negativo sulle tasche degli italiani e la vita di tutti i giorni.

Il primo aspetto da valutare per ottimizzare la spesa energetica è confrontare le offerte dei vari gestori presenti sul mercato libero, così da scegliere la tariffa più adatta e conveniente alle nostre esigenze. Non si devono però sottovalutare tutta una serie di accortezze e comportamenti virtuosi che permettono di abbattere i consumi tra le mura domestiche e, di conseguenza, ridurre l’importo da pagare per gas e corrente. Si va dalla semplice sostituzione di tutte le vecchie lampadine con moderni modelli a LED, fino all’utilizzo corretto degli elettrodomestici più energivori quali lavastoviglie, lavatrici, lavasciuga e climatizzatori.

Andiamo dunque a scoprire tutto ciò che possiamo mettere in atto allo scopo di rendere le bollette meno salate, cercando anche di analizzare le agevolazioni fiscali per le aziende finalizzate al risparmio sui costi di luce e gas.

Indice:

 

Scegliere tariffe vantaggiose

risparmiare su gas ed energia elettricaScegliere la miglior tariffa è un passo fondamentale per ottenere un soddisfacente risparmio nelle bollette. A tal proposito, dobbiamo evidenziare come in Italia il mercato di luce e gas risulti suddiviso tra libero e tutelato. Tuttavia, quest’ultimo verrà definitivamente abolito a partire dal 2024 per i clienti domestici e le microimprese. L’abrogazione del mercato tutelato è stata anticipata al gennaio 2021 per le aziende con dipendenti in numero compreso tra 10 e 50, nonché con fatturato annuo tra 2 e 10 milioni di euro, oppure con potenza impegnata superiore a 15 kW.

Il mercato tutelato è nato per fornire un supporto a famiglie e piccole imprese nella ricerca di un fornitore e presenta condizioni contrattuali ed economiche stabilite dall’autorità competente (ARERA). Ciò significa che i prezzi di luce e gas cambiano periodicamente (ogni 3 mesi) in base all’incontro tra domanda e offerta, rendendo i costi in bolletta meno prevedibili.

Il passaggio al mercato libero aumenta la competitività tra i gestori, non implica interruzioni del servizio, interventi tecnici ed è completamente gratuito. Possiamo così confrontare le numerose offerte e optare per quella più adatta alle nostre necessità. Inoltre, nel mercato tutelato non è possibile avere il medesimo fornitore per luce e gas. Cosa invece fattibile nel mercato libero, il che consente di ottenere sconti esclusivi o beneficiare di speciali promozioni.

Scegliere la tariffa migliore è semplice, ci sono siti specializzati che aiutano ad trovare le offerte più convenienti di luce e gas costantemente aggiornati e completi con la descrizione dei servizi offerti: uno di questi è il portale conguaglio.it.

 

Attenzione alle fasce orarie di consumo

Il costo dell’energia varia in base alle fasce orarie, con prezzo maggiore durante il giorno per poi diminuire la sera e nel corso della notte. Il motivo di tali differenze è molto semplice: in orari lavorativi i consumi raggiungono i picchi massimi, viceversa nelle ore serali e di notte la maggior parte delle attività economiche sono chiuse e le richieste di energia sono più basse.

Le fasce orarie vengono così suddivise dall’ARERA :

  • F1, attiva dalle 8 alle 19 da lunedì a venerdì (eccetto nei giorni festivi);
  • F2, attiva dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 da lunedì a venerdì e dalle 7 alle 23 il sabato (eccetto nei giorni festivi);
  • F3, attiva dalla mezzanotte fino alle 7 e dalle 23 alle 24 da lunedì al sabato. Domenica e festivi è attiva tutto il giorno;
  • F2+F3, attiva dalle 19 alle 8 per tutti i giorni della settimana ivi comprese le festività nazionali.

In realtà c’è anche la fascia F0 utilizzata solo nei contratti con tariffa monoraria.

I gestori offrono diverse possibilità di scelta per venire incontro al nostro stile di vita e nello specifico:

  • tariffa monoraria con prezzo fisso per tutti i giorni e in tutte le ore della settimana;
  • tariffa bioraria il prezzo varia basandosi su due fasce orarie;
  • tariffa multioraria il prezzo varia in base a tutte le fasce orarie (F1, F2 e F3).

È chiaro che per risparmiare si dovrà concentrare, nel limite del possibile, il consumo nelle ore serali o notturne dove i prezzi risultano esser più bassi. Ad esempio, possiamo sfruttare timer, o partenza con avvio ritardato, per accendere lavatrice,  lavastoviglie e asciugatrice di notte.

 

Investire nell’efficienza energetica

Rendere la nostra abitazione un ambiente più efficiente dal punto di vista energetico rappresenta un step significativo per un netto taglio dei costi. Ecco una lista dei possibili interventi:

  • migliorare l’isolamento termico della facciata e del tetto, magari sfruttando anche il Superbonus 110%;
  • installare impianti fotovoltaici e pannelli solari per essere indipendenti dai fornitori di gas e luce;
  • sostituire i vecchi infissi;
  • acquistare elettrodomestici in classe di efficienza energetica A o comunque la più virtuosa possibile;
  • sostituire elettrodomestici con più di 10 anni;
  • installare una caldaia ad alta efficienza o sistemi a pompa di calore;
  • montare cronotermostati o termostati smart per programmare il riscaldamento in base al nostro stile di vita;
  • montare lampadine LED a risparmio energetico.

 

Scegliere elettrodomestici a basso consumo

A tale scopo possiamo far riferimento all’etichetta energetica, ovvero un documento tecnico obbligatorio per determinate categorie di elettrodomestici. Il dato più rilevante è la classe di efficienza energetica indicata da una lettera compresa tra G e A, con la finalità di informare l’utente sui consumi annui dell’apparecchio.

Dal marzo 2021 è stata modificata la classificazione eliminando i simboli + che creavano una certa confusione. I valori riportati sono i risultati di test di laboratorio eseguiti in particolari condizioni, pertanto nella realtà i consumi potrebbero essere superiori a quelli dichiarati.

È doveroso sottolineare come un elettrodomestico in classe A garantisce la miglior efficienza energetica, ma presenta un costo superiore rispetto a modelli appartenenti a classi inferiori. Tuttavia, la maggior spesa iniziale viene ammortizzata nel tempo grazie ai minori consumi e al conseguente risparmio in bolletta.

 

Rinunciare ad apparecchi elettrici superflui

Spesso, più per abitudine che effettiva necessità, utilizziamo una serie di apparecchi e piccoli elettrodomestici di cui potremmo fare tranquillamente a meno. In particolar modo, dobbiamo prestare molta attenzione ai dispositivi con alimentazione continua come, ad esempio, sveglie digitali, stazioni meteo e cordless.

Sembra un aspetto piuttosto banale, ma in realtà sono molti gli elettrodomestici in apparenza indispensabili che in realtà finiscono solo per consumare energia.

 

Utilizzare al meglio gli elettrodomestici più energivori

Uno dei principali metodi per tagliare i costi in bolletta è ridurre il più possibile i consumi. In tal senso una buona parte delle richieste energetiche deriva dall’uso quotidiano di molti elettrodomestici presenti in casa.

Tra questi ci sono alcuni apparecchi particolarmente voraci di energia elettrica e, di conseguenza, dobbiamo cercare di utilizzarli in maniera corretta e con l’obbiettivo di eliminare inutili sprechi di gas ma, soprattutto, corrente.

 

Forno elettrico / gas

Il forno elettrico è un vero salasso per la bolletta poiché consuma moltissimi kilowattora e, mediamente, le cotture sono piuttosto lunghe. Il discorso cambia di poco per i forni alimentati a gas, anche se si possono considerare leggermente più economici.

Questi apparecchi non dispongono di particolari programmi ECO di risparmio energetico (come per altri elettrodomestici che vedremo a breve), perciò sarà necessario seguire una serie di accorgimenti. La soluzione più efficace è quella di ridurre l’utilizzo al minimo indispensabile, ovvero sfruttare metodi di cottura alternativi e più veloci quali fornello a gas, piano a induzione, oppure microonde.

Un piccolo trucco per risparmiare è quello di spegnere il forno qualche minuto prima che la pietanza sia pronta. Così facendo sfruttiamo il calore accumulato per ultimare la cottura, anziché disperderlo.

Acquistare un forno a incasso che combina metodo tradizionale con tecnologia a microonde può risultare di notevole aiuto. In questo caso meglio preferire forni con larghezza di 60 centimetri piuttosto che 90 centimetri. Maggiore è il volume della cavità e più tempo serve per il riscaldamento.

Non dobbiamo dimenticare la regolare pulizia del forno. Lasciare residui di cibo attaccati alle pareti e incrostazioni sulle serpentine elettriche riduce la capacità di riscaldamento, il che vuol dire allungare i tempi per raggiungere la temperatura desiderata. Evitiamo l’acquisto di modelli con sistema di pulizia pirolitica, o comunque non utilizziamo l’apposito programma. Tale tecnologia sfrutta un ciclo ad alta temperatura per carbonizzare i residui di cibo e facilitare la successiva rimozione con un panno o una spugna umida. Sebbene sia un metodo alquanto pratico, potrebbe far impennare i consumi.

 

Frigorifero

Il frigorifero è uno degli elettrodomestici più utilizzati e, al contempo, troppo spesso vengono adottati, proprio con questo grande elettrodomestico vengono adottati comportamenti poco attenti al risparmio. Al fine di limitare gli sprechi di energia sarebbe utile:

  • ridurre all’indispensabile le aperture delle porte;
  • quando sistemiamo la spesa, o alloggiamo una grande quantità di alimenti contemporaneamente, cerchiamo di azionare le apposite funzioni di congelamento e surgelamento rapido, se disponibili;
  • evitare l’inserimento di cibi caldi che provocano un immediato innalzamento della temperatura interna;
  • disporre con ordine gli alimenti in modo da favorire la circolazione d’aria e il mantenimento della temperatura impostata;
  • sbrinare periodicamente il congelatore se il modello non dispone di sistema No Frost;
  • sfruttare la modalità vacanze. Molti frigoriferi moderni consentono di lasciare l’apparecchio accesso con il reparto cibi freschi vuoto e il congelatore attivo, ma limitando al minimo i consumi;
  • prestare attenzione al posizionamento dei modelli a libera installazione (per quelli a incasso c’è poco da fare). In tal senso è bene lasciare 15 / 20 centimetri di spazio sul retro per evitare surriscaldamenti del compressore e, nel limite del possibile, un certo agio sui lati per favorire la dissipazione del calore. Evitiamo di posizionare il frigorifero vicino al forno. Questo perché il calore sviluppato potrebbe alzare la temperatura interna del frigo e costringere ad un lavoro extra il compressore, con inevitabile aumento dei consumi.

 

Lavatrice / lavasciuga

Per ottimizzare i consumi è opportuno effettuare sempre un pieno carico e preferire programmi a basse temperature al massimo di 30 / 40 °C.

Sfruttiamo il più possibile il ciclo ECO di risparmio energetico e l’eventuale funzione della partenza ritardata per programmare l’avvio della macchina in fasce orarie con tariffe più convenienti.

 

Lavastoviglie

Anche in questo caso bisogna caricare i cestelli sfruttando la massima capienza consentita e utilizzare il programma ECO per contenere i consumi idrici e di corrente.

Se il ciclo selezionato lo permette, è consigliabile escludere l’asciugatura che rappresenta la fase più dispendiosa.

 

Climatizzatori

Il climatizzatore è un elettrodomestico alquanto esigente in termini energetici. Per ottenere un buon risparmio dobbiamo avere l’accortezza di regolare la temperatura ad un valore non inferiore a 5 / 6 gradi rispetto alla temperatura esterna.

Nei periodi più afosi possiamo ottenere grandi benefici sfruttando la modalità di deumidificazione. Ridurre la percentuale di umidità nell’aria abbassa la temperatura percepita, regalando una sensazione di sollievo dal caldo ma senza modificare la regolazione del climatizzatore. Molto importante effettuare una manutenzione periodica, così da mantenere l’apparecchio sempre alla massima efficienza.

 

Utilizzare lampadine a LED

Un semplice metodo per tagliare i costi in bolletta è quello di installare in casa solo lampadine a LED. Tale tecnologia, tra i principali vantaggi, offre consumi molto più bassi e una durata nettamente superiore rispetto alle lampadine sia ad incandescenza che alogene.

Altro aspetto da non sottovalutare è la scelta della potenza della lampadina a LED in base all’ambiente domestico. Per illuminare efficacemente cucina e bagno sono sufficienti lampadine da 15 / 20 Watt. In camera da letto serve una luce più soffusa, ovvero garantita da lampadine da 10 Watt. Bastano 3 / 5 Watt per l’abat-jour sul comodino, mentre per il lampadario del salotto è consigliabile montare lampadine da 15 Watt. Per illuminare angoli e zone lettura non serve andare oltre i 5 / 10 Watt di potenza.

Vecchi lampadari e plafoniere possono essere sostituti con modelli dotati di strisce LED. Molti prodotti dispongono anche di telecomando o compatibilità con assistenti vocali (Amazon Alexa e Google Assistant) per regolare l’intensità, modificare il calore della luce e anche attivare l’illuminazione RGB se disponibile. Tutte funzioni che, se ben sfruttate, permettono di ottimizzare i consumi.

 

Sfruttare i dispositivi smart

Le moderne tecnologie stanno rendendo elettrodomestici e apparecchi elettronici sempre più intelligenti e capaci di meglio adattarsi al nostro stile di vita. Un esempio alquanto significativo, in tal senso, riguarda i termostati smart, ovvero dispositivi connessi alla rete domestica e gestibili tramite app.

Siamo così in grado di personalizzare il riscaldamento in maniera molto precisa. Alcuni prodotti regolano in automatico la temperatura basandosi sulla posizione GPS del dispositivo mobile: inseriscono una modalità risparmio quando non c’è nessun in casa e ripristinano una condizione confortevole quando siamo ormai nei pressi dell’abitazione.

 

Quanto consumano gli elettrodomestici in stand-by?

Ormai è prassi comune lasciare la maggior parte degli apparecchi elettronici collegati alla presa della corrente e in stand-by. Televisori, monitor, periferiche per PC, soundbar, purificatori d’aria, diffusori di aroma, macchine del caffè e altri dispositivi presentano una spia luminosa sempre accesa per consentire un avvio immediato o in automatico.

Il consumo è comunque limitato anche sommando tutti i dispositivi presenti in casa. Oltretutto, dal 2013, la normativa ha imposto ai costruttori di inserire specifici sistemi per ottimizzare la gestione energetica, così da spegnere o mandare l’apparecchio in stand-by il prima possibile.

Se vogliamo intervenire per ottenere il massimo risparmio possiamo scollegare gli elettrodomestici utilizzati con meno frequenza. Un’altra soluzione è quella di impiegare prese multiple dotate di interruttore per alimentare più dispositivi.

 

Agevolazioni fiscali luce e gas per le imprese

Quando parliamo di agevolazioni fiscali per le aziende riferite all’approvvigionamento di energia elettrica e gas metano, intendiamo la possibilità di ottenere una riduzione o esenzione delle accise. Si tratta di una forma di tassazione che prevede l’applicazione di imposte erariali indirette, il cui calcolo si basa sull’effettivo consumo e sull’IVA aggiunta al valore del servizio. In altre parole, è una tassa applicata sull’importo totale delle fatture che gestori di gas e luce emettono a favore dell’impresa.

Alle suddette accise dobbiamo aggiungere l’addizionale regionale sul gas metano, che varia a seconda della regione dove viene erogato il servizio. Anche in questo caso per il calcolo fa testo il consumo annuale misurato in Smc (standard metro cubo) e prende come riferimento i medesimi scaglioni di consumo impiegati per computare le imposte erariali indirette. La legge non prevede esenzioni dell’addizionale regionale sul gas metano (tranne poche eccezioni), tuttavia non è richiesta dalle Regioni a Statuto Speciale ed è stata abolita dalla Regione Lombardia.

 

Accisa sul consumo di gas metano

Tale imposta indiretta è applicata in base al consumo di gas a prescindere dal fornitore. I fattori che vengono considerati per il calcolo dell’accisa sono:

  • scopo di utilizzo del gas metano;
  • zona geografica (centro nord e centro sud);
  • scaglione di consumo.

L’accisa presenta un’unica aliquota per le aziende industriali, agricole e artigiane qualora il consumo non superi i 1.200.000 Smc annui. Le imprese più energivore possono beneficare di una riduzione. Ricordiamo che tra le aziende industriali rientrano anche attività quali: ristorazione, ricezione alberghiera, distribuzione commerciale e assistenza a categorie disagiate. Anche il consumo di gas negli impianti sportivi dilettantistici senza scopo di lucro è soggetto alla medesima tassazione.

Le aliquote applicate per il gas metano consumato per uso industriale sono:

  • 0,012498 euro/Smc fino a 1.200.000 Smc all’anno;
  • 0,0074988 euro/Smc oltre i 1.200.000 Smc all’anno.

In ambito civile gli scaglioni di consumo sono 4 e si differenziano in base alla zona geografica di appartenenza. La suddivisone tra centro nord e centro sud ha l’obbiettivo di favorire la diffusione del metano anche nelle regioni del sud Italia (in particolare nelle aree dell’ex Cassa del Mezzogiorno).

 

Chi può beneficiare delle riduzioni sull’accisa del gas metano?

La riduzione sull’imposta indiretta del gas spetta a:

  • ogni attività industriale atta a produrre beni e servizi (aziende agricole, alberghi, ristoranti e imprese per la distribuzione commerciale);
  • attività ricettive finalizzate a fornire assistenza a categorie quali disabili, anziani, tossicodipendenti, ecc;
  • impianti sportivi dilettantistici senza scopo di lucro;
  • forze armate nazionali e degli Stati appartenenti alla NATO;
  • organizzazioni mondiali riconosciute;
  • rappresentanze diplomatiche e consolari.

Inoltre, sono esenti sia dall’accisa che dall’addizionale regionale su gas metano le aziende che svolgono:

  • processi di lavorazione di minerali non metalliferi;
  • processi elettrolitici e metallurgici;
  • processi di riduzione chimica.

 

IVA applicata sul consumo di gas metano

Sul totale della fattura emessa dal fornitore viene applicata l’imposta sul valore aggiunto, con percentuali diverse a seconda se il destinatario risulti essere o meno titolare di partita IVA.

Per usi domestici si applica un’aliquota ridotta al 10% sui primi 480 Smc e del 22% sulla parte eccedente. La percentuale ordinaria del 22% si applica sulla quota fissa e sugli oneri accessori. Per utenti con partita IVA l’aliquota è sempre del 22%.

Ricordiamo che anche per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022 l’IVA sulle forniture di gas metano per uso civile e industriale è stata ridotta al 5%. Un’iniziativa prevista dal Decreto Taglia-bollette (DL n. 130 del 27 settembre 2021) allo scopo di contrastare i pesanti rincari. Tale riduzione, come ha confermato l’Agenzia delle Entrate, si applica sia per l’approvvigionamento già soggetto ad IVA agevolata al 10% che per la somministrazione di gas metano con aliquota al 22%.

 

IVA agevolata al 10%

Alcune imprese possono beneficiare di una riduzione IVA al 10% sul consumo di energia elettrica e gas metano. In particolare riguarda le seguenti attività:

  • aziende agricole;
  • aziende manifatturiere;
  • aziende che producono materie prime estratte dal sottosuolo;
  • aziende poligrafiche ed editoriali.

La riduzione dell’aliquota è prevista anche per l’utilizzo domestico in strutture residenziali, scuole, caserme, case di riposo, ecc. Utenti che consumano energia elettrica per alimentare impianti finalizzati all’irrigazione, scolo dell’acqua e bonifica godono dell’IVA agevolata al 10%.

 

Esenzione totale IVA sull’energia elettrica e gas metano

Esistono categorie che non pagano l’IVA sulla fornitura di energia elettrica e gas metano, vale a dire:

  • chi svolge attività di esportazione abituale (il volume d’affari deve risultare il 10% superiore rispetto a quello dell’anno precedente);
  • organizzazioni internazionali riconosciute;
  • forze armate nazionali;
  • Stati appartenenti alla NATO a seguito di specifici accordi;
  • Città del Vaticano;
  • Repubblica di San Marino.
   

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