Sono moltissime le persone che si approcciano a YouTube, inizialmente come fruitori di video, ma che col tempo si fanno intrigare da quelli che sembrerebbero i guadagni facili degli YouTuber più famosi. Se vuoi capire come poter far soldi attraverso il canale YouTube, vai avanti nella lettura di questo articolo.
Innanzitutto, se ancora qualcuno non lo conoscesse, chiariamo cos’è il gigante YouTube: è il maggior portale web del mondo ad offrire video on line. Su YouTube possono essere pubblicati videoclip, video musicali, video blogging, video educativi, video tutorial, e spesso vengono condivisi anche programmi televisivi e pubblicità. YouTube consente a tutti gli utenti che lo desiderino di pubblicare e condividere video autoprodotti autorizzandone la visione agli altri utenti del portale. Il caricamento dei contenuti da condividere avviene mediante l’uso del servizio di hosting del sito web.
L’hosting accoglie sul proprio spazio il video che viene memorizzato sul server, offrendo agli sviluppatori la possibilità di abilitare o meno diversi tipi di codici (embedding o collegamenti): questi codici consentono agli altri utenti di YouTube di visualizzare il video, condividerlo sui propri siti web, o sui canali social. A questo punto il contenuto presente su YouTube potrà essere visionato e condiviso da tutti anche in sequenze.
Indice:
- Uno YouTuber principiante dovrà per prima cosa creare un proprio canale
- Regola principale di un Canale Youtube
- YouTube potrebbe essere una importante fonte di reddito, lo sapevi?
- Quali sono le possibili alternative di guadagno previste?
- Si pagano le tasse sui proventi derivanti da YouTube?
- Quando aprire la Partita Iva e iniziare a guadagnare con la pubblicità su YouTube?
- A quali obblighi fiscali ed amministrativi deve far fronte uno YouTuber monetizzato?
- Quale regime fiscale è più adatto?
- I Contributi Previdenziali (pensione) dello Youtuber
- Le ritenute fiscali dei guadagni per gli YouTuber residenti in italia con utenti negli Stati Uniti
- Come fatturare a Google Adsense
- Quali sono i requisiti minimi per richiedere la monetizzazione del canale su YouTube?
- Conclusioni e consigli per guadagnare con YouTube
Uno YouTuber principiante dovrà per prima cosa creare un proprio canale
YouTube è un portale contiene migliaia di canali creati da professionisti (come la RAI, MEDIASET, Sky Sport, il Corriere della Sera, le principali Radio e TV, ecc…), o da soggetti privati. Ogni canale può condividere tutto ciò che desidera, raggruppando i propri contenuti, che saranno facilmente visibili e raggiungibili nel profilo pubblico. L’utente potrà perciò passare da un video all’altro con estrema facilità e interessarsi al canale.
Ciò creerà una community di followers: persone che seguiranno il canale perché interessati alla maggior parte dei contenuti condivisi. Quando un canale riesce a sfruttare questo sistema, può ottenere guadagni considerevoli. Vediamo come…
Regola principale di un Canale Youtube
I video caricati su YouTube sono solitamente realizzati direttamente da chi li propone. Il portale infatti, vieta la condivisione di materiale protetto dal copyright e dai diritti d’autore, pertanto, non si dovrebbero condividere video non propri, nemmeno in parte, o che contengano immagini o altri video e audio (come spettacoli televisivi, o spezzoni di film) senza autorizzazione del titolare del diritto d’autore, a meno che a questi contenuti non gli si dia una personalizzazione o un commento che li renda in qualche modo originali.
YouTube attua un controllo preventivo su tutti i video condivisi, ma la divulgazione potrebbe già essere in atto al momento della scoperta. E’ importante perciò evitare di creare contenuti copiati, o che violino il copyright, per evitare di essere bannati dal sito e incorrere in eventuali penalizzazioni. Infatti, YouTube consente all’utente Partner di caricare un numero illimitato di video nel rispetto delle Norme, perdere un’opportunità del genere a fronte della violazione di tali regole, metterebbe a rischio la possibilità di creare profitti con YouTube stesso.
YouTube potrebbe essere una importante fonte di reddito, lo sapevi?
Come dicevamo, ogni persona può creare un proprio canale YouTube sul quale condividere i video. Tali contenuti possono avere alloro interno link ad altri siti web, ad esempio blog o portali. Ad ogni video condiviso, YouTube assegna un codice identificativo HTML, tale codice appartiene solo a quel video ed è appunto condivisibile su altri siti mediante un link specifico creato ad hoc.
Grazie all’opportunità di accedere al portale mediante pc, tablet e smartphone, la fruibilità di YouTube è decisamente alta. Gli utenti possono utilizzarlo in ogni momento della loro giornata, mentre sono sull’autobus, quando fanno la fila in Posta, i genitori possono intrattenere i figli scalmanati durante le cene al ristorante, ecc… Anche grazie a questa accessibilità, YouTube è diventato uno dei principali canali di monetizzazione per moltissimi creator e marketer di tutto il mondo.
Il guadagno vero e proprio è consentito dalla possibilità di collegare il canale YouTube al proprio account Adsense. A questo punto, quando il video viene visualizzato, YouTube inserisce delle pubblicità all’inizio, o addirittura durante la visione del contenuto filmato.
La visualizzazione delle pubblicità da parte degli utenti del video, permette al proprietario del canale di guadagnare. Per iniziare a produrre ricavi attraverso YouTube sono però necessari alcuni step. In primis, occorrerà iscriversi al programma e diventare partner del sito. YouTube valuterà la candidatura, attraverso la verifica del
- rispetto del copyright e del regolamento di YouTube;
- numero di video caricati nel canale;
- ore di visualizzazione di tali video;
- numero di utenti iscritti al canale.
Solo attraverso il possesso di tutti questi requisiti, YouTube accoglierà la richiesta di monetizzazione e si potrà dire di essere finalmente partner del colosso statunitense e cominciare a guadagnare qualche spicciolo.
L’opportunità di generare guadagni considerevoli non è però così scontata, infatti raggiungere e fidelizzare un vasto pubblico è tutt’altro che semplice: occorre avere un’idea e un progetto, ma non è sempre facile riuscire a raccimolare uno stipendio dalle sole visualizzazioni di pubblicità sul canale.
E’ invece probabile, come è già capitato a molti famosi YouTubers, riuscire a farsi notare attraverso l’autopromozione sul proprio canale YouTube che è una vetrina su un pubblico infinito, mondiale, che può raggiungere milioni di persone e utenti.
Sognare di diventare milionari attraverso la monetizzazione dei video condivisi su YouTube è concesso a tutti ma, restando coi piedi per terra, è possibile arrivare a produrre un buon guadagno extra attraverso un canale online.
Quali sono le possibili alternative di guadagno previste?
Se anche non si dispone di un sito internet o di un blog, attraverso la creazione di un canale YouTube ci sono diversi modi di guadagnare:
- campagne di advertising nei video: si inserisce il proprio video sulla piattaforma di YouTube, poi tramite Adsense ci si affilia ad uno specifico programma che si occuperà della pubblicità. Adsense inserirà le inserzioni pubblicitarie all’inizio o all’interno del video. Pertanto, gli utenti che lo visualizzeranno, dovranno prima essere intrattenuti dall’advertising, e poi godersi lo spettacolo che potrebbe anche essere interrotto da parti pubblicitarie al suo interno… (Un po’ lo stesso principio di quando si guarda un film in tv). Pertanto, maggiori saranno le visualizzazioni da parte di utenti differenti del video con annesse le inserzioni pubblicitarie, e maggiori saranno gli introiti per il proprietario del canale!
- pubblicità di brand: se il canale è dedicato ad uno specifico target di utenti, è possibile che alcuni brand vogliano sponsorizzare i propri prodotti o le loro linee all’interno del canale. Questo sistema prevede la pubblicazione di video dedicati al marchio sponsorizzato, contenuti visivi in cui si forniscono informazioni utili e opinioni su quel determinato prodotto. In questo caso, sono i brand a contattare i canali tramite cui vogliono pubblicizzarsi, fornendo al proprietario i propri prodotti da testare gratuitamente. Spesso nel video viene fornito un codice per l’utente da inserire al momento dell’acquisto, per cui il meccanismo di guadagno dello YouTuber consisterà nell’ottenere una percentuale sulle vendite del prodotto avvenute attraverso la sponsorizzazione contenuta nel video stesso, oltre che il poter usufruire gratuitamente di tutti i prodotti sponsorizzati;
- recensioni di beni o servizi a pagamento: un’altra via possibile consiste nel ricevere una remunerazione da parte di un brand per pubblicare contenuti video legati al prodotto specifico. Questo tipo di accordo può essere molto redditizio sia per il marchio che per il proprietario del canale, ma sarà importante selezionare con cura i prodotti da pubblicizzare per evitare che il canale perda seguito. Di solito, questo tipo di attività è attuabile quando il canale ha un gran numero di iscritti, magari targhettizzati, ad esempio, se i video caricati solitamente sono di moda femminile, i brand di abbigliamento potranno utilizzare questo strumento per raggiungere nuovi potenziali clienti;
- autopromozione personale, o di prodotti e servizi: se lo YouTuber è un professionista, o ha un talento particolare nel fare qualcosa, potrebbe utilizzare il canale per sponsorizzare se stesso e il proprio business. Ad esempio, un cantante che non riesce a sfondare nel mondo discografico, potrebbe condividere le proprie canzoni e trovare negli utenti di YouTube dei fans. Oppure, un tecnico informatico potrebbe creare video in cui spiega come proteggere il pc da attacchi hakers, o come scaricare e utilizzare un determinato programma. Questo metodo consente sia di aumentare la propria utenza, quindi sempre più iscritti al canale, ma non esclude l’opportunità di iniziare poi a vendere i propri prodotti o la propria competenza in altro modo e fornisce una vetrina sul mondo. Non dimentichiamoci che anche personaggi famosi come Fedez, ad esempio, sono partiti proprio caricando video autoprodotti su YouTube;
- rivendita del proprio canale: un canale con tanto traffico, che viene trovato dai motori di ricerca, e con una Community attiva nei commenti e nelle interazioni, rende molto, e potrebbe accadere che un terzo sia proprio interessato ad acquistare “tutto il pacchetto“. Come accade, ad esempio, ai siti internet più famosi o alle app più utilizzate (vedi Twitter, Whatsapp, ecc…).
Si pagano le tasse sui proventi derivanti da YouTube?
Al momento, in Italia non esiste una regolamentazione giuridica e fiscale che chiarisca espressamente come debbano essere tassati i proventi ottenuti online.
Certo è che i guadagni ottenuti da YouTube non possono essere considerati esenti dal pagamento delle imposte. Innanzitutto, occorre tenere traccia di tutte le entrate derivanti dalle varie forme di advertisement di cui il canale YouTube fa uso. Per dichiarare tali redditi si utilizzeranno le disposizioni della normativa fiscale con riferimento agli altri redditi (vedi Testo Unico delle Imposte sui Redditi, DPR. n. 917/86).
Avviare un’attività remunerativa su YouTube comporta la necessità di aprire una Partita IVA. Non è prevista la Prestazione Occasionale per questo genere di attività, questo perché un canale con i suoi video è disponibile per 365 giorni l’anno e i contenuti restano sempre visibili su YouTube giorno e notte, per cui anche gli advertisement, le varie recensioni svolte, i banner, o gli stessi sponsor, sono sempre presenti. Si tratta pertanto di un’attività abituale ed il regime fiscale cui è sottoposta è quello dell’attività imprenditoriale con Partita Iva.
Sicuramente non sarà necessario aprire prima la partita IVA e poi il canale YouTube, infatti per guadagnare ci vorrà qualche tempo, a meno che non si rilevi un canale già avviato, ma questo è un caso particolare e per farlo occorrono altre considerazioni.
Anche quando si raggiungeranno i range richiesti da YouTube per poter accedere alla monetizzazione, cosa già non facile da ottenere, sarà comunque necessario valutare l’opportunità e la convenienza di aprire una partita IVA.
Infatti, anche se il canale avesse un discreto numero di iscritti, con la pubblicità a inizio video, i banner pubblicitari all’interno dei contenuti, ma le visualizzazioni rimanessero poche, la monetizzazione di YouTube produrrebbe un guadagno misero. E bisognerebbe proprio valutare la convenienza di aprire una Partita Iva coi costi che essa comporta (commercialista che segue la contabilità, adempimenti fiscali, costi di apertura della Partita Iva stessa, contributi previdenziali e altri oneri obbligatori previsti dalla legge), a fronte di guadagni piuttosto modesti.
L’attività di gestione della pubblicità via internet è considerata, a tutti gli effetti, un’attività commerciale e, tralasciando gli altri costi più o meno variabili, ma soffermandoci solamente sugli oneri previdenziali da versare all’INPS con riguardo ai contributi pensionistici, la spesa sarebbe di circa 4.000,00 euro l’anno, e stiamo prendendo l’esempio di un’attività che genera un reddito inferiore al minimale stabilito ogni anno dall’ente pensionistico. Questo significa che anche guadagnando solamente 1.000 euro l’anno, si sarebbe costretti a versarne ben 4.000 di contributi alla gestione commercianti dell’INPS.
Ovviamente, la maggior parte degli YouTuber non riesce nemmeno ad avvicinarsi a questi numeri, perciò è assolutamente sconsigliato avviare un’attività imprenditoriale perché, come visto, il guadagno non basterebbe nemmeno a coprire i costi previdenziali.
Quando aprire la Partita Iva e iniziare a guadagnare con la pubblicità su YouTube?
Aprire un’attività imprenditoriale comporta sempre il rischio d’impresa. Capire quando sia il caso di iniziare seriamente costituendo una ditta, oppure fermarsi, non è sicuramente cosa semplice.
Diciamo che una volta che il canale ha raggiunto un seguito di utenti registrati che abitualmente visualizzano i video e sono fidelizzati, si potrà, per prima cosa, chiedere la monetizzazione a YouTube, sospendendo temporaneamente i pagamenti di Adsense relativi ai ricavi maturati dalle pubblicità.
Questa soluzione non potrà essere portata avanti nel lungo periodo, ma può dare l’opportunità di capire a quanto ammonterebbe il guadagno, ad esempio, in un anno. Se le cifre diventassero interessanti, si potrebbe valutare con un consulente fiscale, o un commercialista, l’opzione dell’apertura di una partita Iva. In quest’ultimo caso, sarebbe buona cosa buttar giù un business plan aziendale in prospettiva futura, studiare e comprendere la solidità dell’attività e la durabilità negli anni a venire, nonché il tipo di costi a cui si andrebbe incontro: presenti e futuri.
A quali obblighi fiscali ed amministrativi deve far fronte uno YouTuber monetizzato?
Se inizialmente diventare uno YouTuber può essere visto come un gioco, chi si ritrova ad affrontare seriamente la questione si dovrà ben presto ricredere. Sicuramente, la divulgazione dei video, soprattutto quando si fa qualcosa che ci piace fare, è la parte ludica che permette al produttore di svolgere un’attività lavorativa che lo appassiona. Ma si tratta pur sempre di attività imprenditoriale e, come tale, colma di soddisfazioni e onori, ma anche un sacco di oneri: non si tratta di un gioco insomma.
Vediamo in breve quali sono i costi che sicuramente ci si ritroverà ad affrontare:
- quello di un commercialista per le pratiche burocratiche e la redazione del business plan;
- l’apertura della Partita Iva per l’esercizio di attività imprenditoriale e l’iscrizione al Registro delle Imprese: entrambi gli adempimenti presso la Camera di Commercio. Costo pari a circa 120 euro all’anno, oltre 37,00 euro per diritti e bolli, oltre al costo del diritto annuale pari a circa 88,00 euro per le ditte individuali, oppure 200,00 euro per le imprese iscritte nella sezione ordinaria;
- l’iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS (circa 4.000 euro l’anno, indipendentemente dai guadagni maturati, salvo superamento del minimale di reddito, che farebbe anche aumentare, in percentuale, il costo dei contributi previdenziali);
- presentazione della SCIA al Comune dove ha sede legale l’attività (costo variabile).
Una volta avviata l’attività imprenditoriale, bisogna far fronte a diversi adempimenti legati all’avvio stesso: sarà possibile non occuparsene in prima persona, ma delegare un Commercialista affinché svolga lui tutte le attività obbligatorie. L’attività relativa ai proventi ottenuti dai banner pubblicitari, a inizio e durante il video, può essere considerata l’attività principale d’impresa.
Nel caso in cui si decida invece di diventare uno Youtuber, ma si è già titolari di Partita Iva, si potrà aggiungere l’attività relativa ai profitti generati da Adsense come attività accessoria. In entrambi i casi, il commercialista si occuperà di comunicare all’Agenzia delle Entrate l’inizio dell’attività commerciale.
Ciò viene attuato mediante l’iscrizione del codice attività inerente alla promozione di spazi pubblicitari in internet. I codici attività possono essere i seguenti, utilizzabili anche alternativamente:
- Codice Ateco 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari;
- Codice Ateco 73.12.00 – Attività delle concessionarie pubblicitarie;
Quale regime fiscale è più adatto?
Anche in questo caso il commercialista saprà consigliare qual è il regime più adatto alla vostra impresa. Tenete presente che il regime fiscale determina, in primo luogo, come portare in deduzione i costi, poi quale sarà la tassazione dei ricavi e, infine come bisognerà far fronte ai vari adempimenti fiscali.
Abbiamo due opzioni, che spieghiamo brevemente;
- il regime forfettario;
- il regime ordinario.
Il regime forfettario permette di snellire tutta la gestione attinente la vostra attività imprenditoriale. Vediamo sommariamente le regole che il regime forfettario prevede:
- il criterio utilizzato è quello di cassa, per cui il reddito di impresa viene determinato esclusivamente sulla base dei ricavi o dei compensi effettivamente percepiti nel periodo d’imposta, e a tali somme è applicato un coefficiente di redditività;
- nessuna spesa o onere potranno essere portati in deduzione dal reddito ad eccezione dei contributi previdenziali versati nell’anno di imposta;
- l’IVA non è detraibile, come avviene per i consumatori finali (fatte salve alcune tipologie di operazioni internazionali);
- il reddito imponibile così determinato è soggetto ad imposta sostitutiva del 15% (ridotta al 5% nei primi cinque anni di attività);
- è esclusa l’applicazione di studi di settore e degli Indicatori di Affidabilità Fiscale (ISA);
- è previsto un trattamento agevolato che consente di pagare i contributi previdenziali in forma ridotta;
- non è possibile superare il limite di fatturato annuo di 65.000 euro, oltre il quale si verrà dirottati verso il regime ordinario.
Nel regime ordinario, l’attività imprenditoriale potrà avere la forma di ditta individuale, società di persone o anche di società di capitali. Per capire quale sia la scelta più adatta a voi, sarà utile valutare il caso specifico con il commercialista e studiare insieme quale potrebbe essere la forma societaria preferibile e più adeguata.
I Contributi Previdenziali (pensione) dello Youtuber
Nel momento in cui si avvia un’attività imprenditoriale è obbligatorio iscriversi ad una forma previdenziale dell’INPS e, di conseguenza, versare i contributi previdenziali previsti annualmente.
La Gestione Artigiani e Commercianti è la scelta obbligata nel caso in cui l’attività svolta sia quella di gestione di spazi pubblicitari. Gli adempimenti consistono nel versamento di quattro rate annuali con scadenze prestabilite per un importo totale pari a circa 4.000 euro. Ogni anno l’INPS indica le percentuali e il reddito minimo, che per il 2022 è pari ad euro 16.243,00. Se l’impresa matura un reddito superiore a questo importo, bisognerà pagare un’altra percentuale da calcolare sul maggior reddito prodotto.
Attenzione, coloro che svolgono un lavoro dipendente a tempo indeterminato, e pertanto sono iscritti ad un’altra forma previdenziale, non hanno l’obbligo di iscrizione alla Gestione Commercianti e sono esonerati da tali incombenze.
Le ritenute fiscali dei guadagni per gli YouTuber residenti in italia con utenti negli Stati Uniti
Youtube ha la sua sede in California, negli Stati Uniti, pertanto è tenuta a rispettare il regime fiscale degli USA. In particolare, YouTube è obbligata a detrarre le tasse per gli Stati Uniti per tutti i canali monetizzati, anche quelli di proprietà di YouTuber residenti in Italia e, inoltre ha l’obbligo di detenere tutte le informazioni fiscali dei creator monetizzati residenti in altri Stati diversi dagli USA, e di trattenere le tasse quando il reddito viene prodotto grazie alla visualizzazione di utenti statunitensi. Questo significa che tale tassazione è prevista solo sulle visualizzazioni dei video che verranno visti dagli spettatori statunitensi.
Il Codice tributario statunitense (Internal Revenue Code degli Stati Uniti) al Capitolo III descrive nei dettagli questa situazione: se siete interessati a maggiori dettagli sulle modalità di gestione della tassazione dei compensi in uscita dagli USA per YouTuber esteri, sarebbe utile controllare.
Google, che si occupa di erogare i compensi pubblicitari maturati su YouTube, ci viene in aiuto attraverso una pagina di supporto, che chiarisce con un esempio concreto l’impatto della tassazione americana per gli youtuber non residenti.
L’esempio è quello di un creator residente in Italia che guadagna 1.000 dollari di entrate da YouTube in mese. Dei 1000$ di entrate totali, 100$ sono state prodotte dalle visualizzazioni di spettatori statunitensi. Di seguito riportiamo i vari casi di ritenuta alla fonte operati:
- se il creatore non invia informazioni fiscali: la detrazione finale è pari al 24% delle entrate totali, perciò nel caso dell’esempio sarà uguale a 240$ , perché l’aliquota della ritenuta alla fonte se non viene inviato il modulo con le informazioni fiscali è questa;
- se il creatore invia le informazioni fiscali e richiede l’applicazione della Convenzione contro le doppie imposizioni (ove esistente): la detrazione fiscale finale sarà di 15$. Questo perché gli Stati Uniti hanno una relazione di trattato fiscale con molte altre Nazioni che riduce l’aliquota fiscale al 15% relativa ai guadagni derivanti da viewer degli Stati Uniti;
- se il creatore invia informazioni fiscali, ma non è idoneo per un trattato fiscale: la detrazione fiscale finale sarà pari a 30$. Questo perché l’aliquota fiscale senza un trattato fiscale è del 30% dei guadagni degli spettatori negli Stati Uniti.
Questa modalità di applicazione delle ritenute in uscita dagli USA (c.d. “withholding tax“) riguarda i creatori negli Stati Uniti, ma interessa anche il resto del mondo. Il proprietario del canale YouTube, nonché creator dei contenuti, riceverà i compensi al netto delle ritenute operate alla fonte da YouTube e sarà costretto a versare le imposte su quei redditi, secondo le modalità previste dalla legge, nel proprio Stato di residenza.
Come fatturare a Google Adsense
Come già sottolineato, l’esercizio della professione di YouTuber è da considerarsi, a tutti gli effetti, come un’attività commerciale e, pertanto soggetta a tutti gli adempimenti fiscali e burocratici previsti per il commercio. Questo significa che, in primo luogo, dovrà essere gestita in forma imprenditoriale, con il rispetto delle regole fiscali e previdenziali. Non rispettare questi adempimenti potrebbe costare davvero caro, tra sanzioni e pene amministrative e pecuniarie, nonché tutta una serie di controlli fiscali e altri grattacapi.
Dal 1 gennaio 2013, tra l’altro, è diventato obbligatorio, per tutti i soggetti passivi IVA che hanno sede all’interno del territorio nazionale emettere fattura anche per le operazioni che non possiedono il cosiddetto requisito della territorialità, ivi comprese quelle riferite ai ricavi Adsense.
Google Adsense ha sede in Irlanda, quindi per la legge fiscale italiana in materia di IVA è da considerarsi un soggetto passivo comunitario.
Tale situazione comporta che i servizi pubblicitari forniti ad Adsense possano godere del meccanismo dell’inversione contabile dell’IVA, il cosiddetto Reverse Charge, una particolare norma secondo il quale tra due soggetti comunitari passivi di IVA, l’imposta sul valore aggiunto debba essere onorata dal soggetto destinatario (Google Adsense) con particolari meccanismi contabili stabiliti dallo Stato Irlandese (in questo caso).
In questo modo, lo YouTubers italiano, dovrà emettere la fattura senza l’indicazione dell’IVA, che non verrà quindi pagata da Google né al proprio fornitore, né tantomeno allo Stato italiano.
Quali sono i requisiti minimi per richiedere la monetizzazione del canale su YouTube?
- rispetto delle Norme sulla Monetizzazione;
- bisogna vivere in una Nazione o area geografica in cui è disponibile il Programma partner di YouTube;
- non avere avvertimenti relativi alle Norme della community attivi sul canale;
- avere più di 4000 ore di visualizzazione pubbliche nell’arco degli ultimi 12 mesi;
- avere più di 1000 iscritti al proprio canale;
- disporre di un account AdSense collegato.
Conclusioni e consigli per guadagnare con YouTube
YouTube è un gigante di Internet, un mondo a sé stante, interamente dedicato ai video di ogni genere e categoria con un’utenza mondiale: solo in Italia sono attivi 43 milioni di utenti (dato aggiornato al 2022). Ogni istante è possibile raggiungere persone dall’altro capo del mondo, possiamo per esempio visualizzare un video di un canale dedicato al mare delle Maldive, mentre siamo seduti al caldo afoso di un ufficio a Roma.
L’avere a disposizione milioni di utenti che utilizzano la piattaforma rende il bacino di YouTube un mare pieno di pesci da sfruttare a vantaggio di chiunque abbia un’idea, un talento, una passione o anche solo un business da proporre, ma soltanto producendo contenuti di qualità, e con costanza, e tenendo sempre vivo il proprio canale si può pensare di rendere attuabile un progetto di monetizzazione e diventare uno YouTuber professionista.
Mi soffermo sulla qualità dei contenuti, perché sicuramente si può sperare di creare un video virale che faccia migliaia, o addirittura milioni di visualizzazioni in pochi mesi, ma intanto non è cosa facile e, soprattutto, un solo video non potrebbe produrre una quantità tale di ricavi tale da costruirci sopra un’attività commerciale.
Per cui, è importante creare un canale che offra un prodotto, attiri l’utenza desiderata, che appassioni e vi avvii in questo mondo virtuale. Il primo obiettivo dovrà essere quello di avere molte visualizzazioni, commenti, like, e creare una community di utenti che si iscrivono al canale e non vedono l’ora che venga pubblicato un nuovo contenuto per poterlo visualizzare. Il passo successivo sarà quello di creare sempre contenuti interessanti e condividerli con costanza.
Tutto questo potrebbe però non bastare, ormai la concorrenza è tanta, e canali nuovi YouTube nascono come funghi ogni giorno. L’importanza di trovare una nicchia di mercato e di parlare di argomenti che conosci e ti appassionano (magari anche legati alla tua attività professionale) è un’ottima prerogativa per cominciare a creare contenuti.
Se possiedi un sito web o un blog, potrai creare collegamenti tra il sito e il canale YouTube, portare i followers del sito al tuo canale e viceversa. Questo ti permetterà di iniziare a creare un seguito, un certo numero di visualizzazioni, ti darà la possibilità di essere trovato dai motori di ricerca e iniziare ad ampliare il numero dei tuoi utenti.
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