Rispetto a qualche decennio fa, il numero delle residenze per anziani, le vecchie “case di riposo” è sensibilmente aumentato. Oggi sono tanti gli italiani che hanno parenti stretti ospitati in case di riposo o di cura per lungodegenza. Basti pensare allo sviluppo notevole delle ormai famose RSA, le residenze socio-assistenziali. Tuttavia, sopportare le spese per un familiare ospite di una casa di risposo non è propriamente semplice economicamente, in quanto spesso i costi sono piuttosto elevati.
Per fortuna, in questi casi è prevista una detrazione IRPEF del 19% relativamente ai costi sostenuti. Di fatto, è quindi possibile detrarre le rette della casa di riposo. Un’agevolazione però non per tutti e neanche per l’intera somma pagata, in quanto è stabilito un limite massimo di spesa annua da portare in detrazione e sono previsti anche dei limiti reddituali per accedere a tale beneficio fiscale.
I benefici maggiori sono comunque rivolti alle persone affette da disabilità gravi. I soggetti con handicap riconosciuto dalla nota Legge 104 hanno, infatti, la possibilità di dedurre interamente dai redditi le spese sostenute per l’assistenza ricevuta presso queste strutture.
Passiamo allora ad analizzare di seguito ogni punto per conoscere come recuperare, almeno in parte, i costi sostenuti per le rette delle case di riposo: spese detraibili, detrazioni riconosciute per familiari a carico, informazioni da indicare nelle fatture, limiti di spesa e di reddito, modalità di pagamento ammesse e come riportare i costi sostenuti nel Modello 730.
Indice:
- Quali costi sono detraibili relativamente alla retta della casa di riposo
- Detrazione per familiari a carico della retta per la casa di riposo
- A chi deve essere intestata la fattura della retta della casa di riposo
- Limiti di spesa e di reddito
- Modalità di pagamento ammesse per la retta della casa di riposo
- Come inserire la retta della casa di riposo nel modello 730
Quali costi sono detraibili relativamente alla retta della casa di riposo
La mancanza di autosufficienza impedisce purtroppo il compimento in maniera autonoma di atti elementari della vita giornaliera. Le persone non autosufficienti non riescono autonomamente a camminare, a vestirsi, a mangiare e hanno necessità di avere, per ragioni di disabilità grave o di salute, un’assistenza sanitaria continuativa. Stiamo parlando di un’assistenza e di una sorveglianza permanente da parte di personale qualificato, esperto, paziente e cordiale. Le persone non autosufficienti hanno bisogno di tanta cura, pazienza e anche di affetto.
Ragioni per cui, molto spesso, viene ritenuto utile il ricovero nelle case di riposo, RSA e cliniche di lungodegenze. Strutture pubbliche o private specializzate nel campo, per le quali, ovviamente, sarà doveroso pagare le rette stabilite. Per le persone non autosufficienti ospitate presso queste strutture esiste la possibilità di scaricare dalle tasse soltanto le quote relative ai costi sanitari. Non è possibile infatti scaricare i costi per l’alloggio e il vitto delle persone ricoverate. In sostanza, restano tagliate fuori le spese per la cosiddetta quota alberghiera.
Per i soggetti disabili non viene invece riconosciuta la detrazione, ma la deduzione dall’IRPEF delle spese sostenute per l’assistenza e il ricovero. Un’agevolazione riconosciuta soltanto alle persone con forme di handicap gravi e solamente in base al verbale della Commissione Medica ai sensi della Legge 104/92. La deduzione opera ai fini della diminuzione del reddito imponibile complessivo, consentendo così il recupero di tutto il costo sostenuto.
Detrazione per familiari a carico della retta per la casa di riposo
Per fruire dell’agevolazione, l’ospite della casa di riposo deve essere un familiare a carico dei contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi nella quale far valere la detrazione. Fatta salva, naturalmente, l’ipotesi in cui a presentare la dichiarazione dei redditi annuale sia lo stesso soggetto ricoverato nella struttura che ha versato per sé la retta.
Per le persone che presentano una grave disabilità è stabilita invece un’eccezione, si possono dedurre i costi dal reddito imponibile IRPEF anche se pagati da coloro che non hanno i ricoverati a carico fiscalmente.
A chi deve essere intestata la fattura della retta della casa di riposo
Per la fruizione della detrazione spettante è necessario che le fatture emesse dalla casa di riposo o RSA riporti esattamente la quota parte corrisposta per il pagamento dei costi sanitari, distinguendola cioè perfettamente dalle voci non detraibili. La correttezza dei dati riportati nelle fatture emesse da queste strutture è determinante ai fini della detrazione.
Per le strutture private accreditate e pubbliche, la percentuale di costi sanitari rispetto al totale può essere anche riportata in modo forfettario, se corrispondente a quella deliberata dalla Regione di interesse. Sono tante, infatti, le Regioni che determinano i costi sanitari con l’applicazione alle rette di ricovero di una percentuale forfettaria, regolarmente prevista con le delibere regionali.
Limiti di spesa e di reddito
La detrazione dall’IRPEF per i costi sanitari relativi ai soggetti non autosufficienti ospitati in RSA, case di riposo e altre strutture del genere è pari al 19% dei pagamenti sostenuti nell’anno di riferimento. Questo in linea di massima, in quanto poi sono previsti dalla normativa fiscale dei limiti di spesa e di reddito.
L’importo massimo di spesa annua è di 2.100 euro, inoltre per fruire dell’agevolazione fiscale i contribuenti non devono conseguire un reddito totale annuo superiore ai 40mila euro. Di conseguenza, fermo restando il limite reddituale annuo da non superare, la somma massima di detrazione da fruire è pari a 399 euro per ciascun anno d’imposta.
Da sapere anche che qualche Regione italiana riconosce la possibilità di altri sconti o rimborsi relativi alle rette di ricovero per le persone anziane, disabili o non autosufficienti. La ratio è quella della pubblica compartecipazione riguardo all’assistenza socio-sanitaria, nel caso in cui trattasi di strutture accreditate presso la stessa Regione.
Modalità di pagamento ammesse per la retta della casa di riposo
Come stabilito per i costi di altro genere, la fruizione della detrazione fiscale anche in questo caso presuppone precise modalità di pagamento. Per fruire della detrazione delle rette pagate per le persone ospitate presso le case di riposo, i pagamenti sono da effettuare attraverso bonifici bancari, versamenti postali oppure tramite altri mezzi di pagamento tracciabili quali carte di debito o di credito.
I pagamenti in contanti sono permessi soltanto in caso di prestazioni sanitarie rese da strutture private accreditate al SSN (Servizio Sanitario Nazionale) o rese da strutture pubbliche.
Come inserire la retta della casa di riposo nel modello 730
Arrivati a questo punto è lecita e spontanea una domanda: come riportare le rette corrisposte alla casa di riposo nel Modello 730? La somma detraibile infatti va correttamente indicata nel Modello 730 nei righi da E8 a E10 con il codice 15 (spese per addetti all’assistenza personale).
Le persone con disabilità grave per beneficiare della deduzione IRPEF devono invece riportare la somma spesa nel rigo E25 (spese mediche e di assistenza specifica per le persone con disabilità).
La corretta indicazione nel Modello 730 delle spese sostenute per le rette versate per i propri cari alle case di riposo è dunque fondamentale per fruire delle agevolazioni fiscali. Non riportare correttamente i costi nei righi appositi comprometterebbe seriamente la fruizione della detrazione o della deduzione. Un errore da evitare assolutamente per recuperare almeno parte delle spese sostenute.
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