Lo scoppio della pandemia a cavallo tra 2019 e 2020 ha profondamente cambiato la vita di ognuno di noi e contribuito ad aggravare una situazione economica già non particolarmente prospera. Il prolungato lockdown con chiusura della maggior parte delle attività economiche non di primaria necessità, il divieto degli spostamenti tra Comuni e Regioni e la continua alternanza tra zone rosse, arancioni e gialle, ha inciso in maniera drammatica sui redditi di moltissimi contribuenti.
Tra le categorie più esposte, senza dubbio, dobbiamo inserire i titolari di partita IVA che non possono contare su entrate fisse né tantomeno ammortizzatori sociali come la cassa integrazione. Oltretutto, molto spesso, si trovano a dover versare i contributi ai fini previdenziali sebbene il fatturato sia molto diminuito o addirittura si sia quasi azzerato. È il caso dei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione INPS Artigiani e Commerciati che ogni hanno sono obbligati a pagare la quota fissa dei contributi a prescindere dal reddito prodotto.
Il Governo, nel corso di questi due anni, ha varato decreti eccezionali per sostenere famiglie, imprese e, in generale, i lavoratori, subendo anche pesanti critiche vista la difficoltà a soddisfare tutte le esigenze. In ordine cronologico l’ultima iniziativa è stata disposta dal Ministero del Lavoro e riguarda l’esonero contributivo per lavoratori autonomi che abbiano subito un calo di fatturato, o dei corrispettivi, di almeno il 33% nel corso del 2020 rispetto al 2019.
Nello specifico, i titolari di partita IVA che rientrano nelle categorie previste dalla disposizione, possono godere dell’esenzione per i contributi relativi al 2021 fermo restando che abbiano dichiarato un reddito riferito al 2019 non superiore a 50.000 euro. Tale requisito non ha alcuna validità per i soggetti beneficiari che hanno avviato un’attività di lavoro autonomo nel 2020.
Il testo del decreto è stato approvato il 7 maggio e ora si attendono di conoscere i dettagli attuativi per capire come verrà messo in pratica. Al centro dell’iniziativa del Governo c’è l’INPS che dovrà adottare tutti i provvedimenti del caso per adeguarsi al cambiamento voluto dal Ministro del Lavoro Orlando.
Uno dei nodi cruciali per l’attuazione della misura è, come sempre, la reperibilità delle risorse. A tal proposito il Decreto Sostegni ha creato un apposito fondo di 2,5 miliardi di euro, mettendo a disposizione la liquidità necessaria per attivare in tempi rapidi l’iniziativa.
Indice:
A chi spetta l’esonero contributivo 2021?
Non tutti i lavoratori autonomi potranno sfruttare la nuova misura, infatti riguarderà solamente le seguenti categorie:
- soggetti iscritti alla Gestione Separata INPS (compresi soci lavoratori di società) o gestioni speciali dell’AGO, Artigiani e Commercianti;
- operatori sanitari (medici, infermieri e altri professionisti) già in pensione ma tornati al lavoro poiché assunti in via straordinaria per far fronte all’emergenza pandemica;
- le suddette categorie qualora avessero prodotto nel 2019 un fatturato inferiore a 50.000 euro;
- le suddette categorie che hanno subito un calo del fatturato di almeno il 33% per l’anno 2020 rispetto al 2019;
Chiunque rientrasse nell’elenco sopra citato, ha il diritto di beneficare ad un anno di esenzione contributiva, per una soglia di contributi di 3.000 euro. Come appare evidente alcuni lavoratori autonomi e professionisti resteranno tagliati fuori dalla nuova misura, tuttavia la platea dei beneficiari risulta piuttosto nutrita e variegata. Per tale ragione, il budget messo a disposizione del Governo è stato incrementato da 1 a 2,5 miliardi di euro per l’intero 2021 e l’applicazione richiederà un po’ di tempo per consentire all’INPS di adeguare le procedure già esistenti.
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, da quando è scoppiata la pandemia, ha dovuto più volte aggiornare i sistemi e la piattaforma online, così da potersi adeguare alle nuove misure e permettere la fruizione di aiuti e bonus ai cittadini beneficiari.
Esonero contributivo: quando presentare la domanda
Il decreto ha stabilo che la richiesta debba essere presentata rispettando le seguenti scadenze:
- entro il 31 luglio 2021 per tutti i soggetti iscritti alla Gestione Separata INPS;
- entro il 31 ottobre 2021 per i lavoratori autonomi iscritti alle casse previdenziali relative all’Ordine professionale di appartenenza.
Nel caso in cui il lavoratore autonomo avesse già versato una quota dei contributi dovuti, potrà inoltrare la richiesta di rimborso entro il 30 novembre 2021.
Comunque, ad oggi, siamo ancora in attesa di conoscere l’esatta procedura telematica per presentare la domanda. Alcuni Ordini si sono premuniti sospendendo preventivamente la richiesta di versamento dei contributi previdenziali come, ad esempio:
- Cassa Forense;
- Cassa dei dottori commercialisti;
- Cassa di previdenza e assistenza per medici e odontoiatri (ENPAM) ;
- Cassa di previdenza e assistenza per biologi (ENPAB);
- Cassa di previdenza e assistenza per psicologi (ENPAP).
Assegno ISCRO: la cassa integrazione per i lavoratori autonomi
Una caratteristica del lavoratore autonomo è quella di non disporre di ammortizzatori sociali come, invece, accade per i lavoratori dipendenti. Il Governo ha pensato di introdurre una misura sperimentale allo scopo di creare una specie di cassa integrazione per titolari di partita IVA.
L’iniziativa prende il nome di assegno ISCRO e avrà validità per il triennio 2021, 2022 e 2023. Si tratta di una misura destinata esclusivamente a lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS in via esclusiva. Ci sono una serie di requisiti che tali soggetti devono rispettare ovvero:
- calo del reddito derivante da lavoro autonomo inferiore al 50% della media delle entrate cumulate nei 3 anni precedenti l’applicazione della misura;
- reddito annuo inferiore a 8.145 euro, relativo all’anno precedente la presentazione della domanda;
- partita IVA aperta da almeno 4 anni.
Chi rispetta i requisiti potrà beneficiare di una somma mensile compresa tra 250 e 800 euro, a seconda delle varie situazioni. La richiesta dovrà essere inviata una sola volta per tutto il triennio all’INPS. L’Istituto provvederà a versare gli importi su base semestrale entro il 31 ottobre dell’anno di spettanza.
Le somme ricevute non concorreranno a formare il reddito e l’assegno spetterà dal primo giorno successivo la data di invio della richiesta e per un totale di 6 mensilità. Quindi, considerando una somma massima di 800 euro, si avrà diritto a ricevere non più di 4.800 euro. Sembra che sia stato previsto anche l’obbligo di partecipazione a corsi di formazione professionale per tutti i lavoratori che riceveranno l’ISCRO, tuttavia le modalità sono ancora da definire.
Altri aiuti per le partite IVA
Come detto, i titolari di partita IVA sono tra le categorie che hanno patito in misura maggiore la pandemia da Covid-19. Pertanto, il Governo sta cercando di varare una serie di misure per sostenere i contribuenti più in difficoltà. A tal proposito, i lavoratori autonomi non beneficeranno solo dell’esonero dei contributi INPS 2021 che altrimenti avrebbero dovuto versare, ma anche altri significativi aiuti.
Ormai è imminente l’approvazione del nuovo Decreto Sostegni bis che potrà contare su un tesoretto di ben 40 miliardi di euro a fondo perduto per dare impulso all’economia e favorire la ripresa.
Ecco un’anticipazione di quali potrebbero essere le ulteriori misure previste per i soli titolari di partita IVA:
- bonus affitto;
- esenzione prima rata IMU per ogni immobile ad uso commerciale;
- riduzione tassa sui rifiuti (TARI);
- esenzione canone RAI;
- esenzione pagamento o applicazione riduzioni su bollette di gas e luce;
- bonus specifici per lavoratori stagionali, con importo massimo elargito pari a 2.400 euro;
- bonus per lavoratori autonomi del settore turistico;
- bonus per lavoratori autonomi del mondo dello spettacolo.
Non ci resta che aspettare per conoscere i dettagli e, soprattutto, capire la reale efficacia di tutte le misure di sostegno a favore della categoria dei lavoratori autonomi e gli effetti sull’economia del Paese.
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