Come abbassare l’ISEE
In Italia sono diversi gli incentivi e le agevolazioni fiscali riconosciuti alle famiglie meno abbienti. Forme di sostegno economico per dare un po’ di respiro ai portafogli di chi è più in difficoltà. Per accedere alle agevolazioni l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è diventato un requisito essenziale: un documento di riferimento per graduare gli eventi diritto ed escludere coloro che superano i limiti reddituali stabiliti per accedere ad eventuali agevolazioni e contributi economici.
Dai numeri di questo indicatore è possibile quindi fruire o meno di alcuni benefici fiscali e socio-assistenziali. Minore sarà l’ISEE e più alti saranno i benefit economici. Un documento importante ai fini reddituali che non prende in considerazione esclusivamente il singolo contribuente, ma la situazione economica dell’intera famiglia. Pertanto, a coloro che convivono con i genitori percettori di reddito, è preclusa la possibilità di accedere a tali agevolazioni.
Dal momento che dai numeri dell’ISEE dipende l’accesso e l’entità dei benefici fiscali e socio-assistenziali l’interrogativo nasce spontaneo:
Come fare per abbassare l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente?
Un tema di interesse generale sul quale proveremo a sciogliere alcuni dubbi per capire come abbassare il valore ISEE.
Indice:
- ISEE: caratteristiche dell’Indicatore Economico
- Come abbassare l’ISEE con lo spostamento della residenza
- Abbassare l’ISEE agendo sui conti correnti
- Abbassare l’ISEE con l’emissione di un assegno circolare
- Abbattere l’ISEE tramite un’azione sugli immobili
- Abbassare l’ISEE con l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente corrente
ISEE: caratteristiche dell’Indicatore Economico
L’ISEE è uno strumento che, in seguito all’esame dei redditi e dei patrimoni dei contribuenti, è rivolto a risalire alla possibilità di questi ultimi di fruire di alcune agevolazioni previste dai regolamenti normativi: benefit di natura fiscale, previdenziale, socio-assistenziale, etc.
Il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente viene fatto sui redditi e sulle giacenze patrimoniali riferiti al secondo anno precedente (l’ISEE 2023 verrà calcolato usando giacenze medie e redditi del 2021 e saldi patrimoniali al 31 dicembre 2021), anche se con riferimento ai nuclei familiari in essere all’atto della domanda.
Tuttavia, attraverso l’ISEE corrente, si può richiedere un indicatore aggiornato in base a delle situazioni reddituali familiari cambiate, in attesa di ottenere il definitivo alla scadenza successiva. Una maniera, in caso di perdita del posto di lavoro, di fruire di qualche agevolazione stabilita dall’ordinamento.
Il calcolo dell’ISEE è vincolato alla Dichiarazione Sostituiva Unica (DSU) presentata dai contribuenti. A partire dal 2019, ai sensi dell’articolo 10 del Decreto Legislativo 147/2017, la DSU ai fini ISEE viene precompilata dall’INPS in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.
A tal proposito, vengono impiegate le notizie disponibili presso l’Anagrafe Tributaria, l’archivio INPS e il Catasto, oltre alle informazioni trasmesse all’Anagrafe Tributaria dagli intermediari finanziari su giacenze medie e saldi dei patrimoni mobiliari dei componenti i nuclei familiari.
La Dichiarazione Sostitutiva Unica può essere accettata o modificata, fatti salvi i trattamenti effettuati dall’INPS. La DSU precompilata dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è disponibile attraverso i servizi online dedicati ai cittadini, che possono accedervi anche attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Per la presentazione della DSU, i cittadini auto dichiarano:
- i componenti del nucleo familiare e le notizie utili per determinare i valori delle scale di equivalenza;
- le informazioni su persone eventualmente rilevanti per il calcolo delle componenti aggiuntive dell’ISEE;
- la situazione di non autosufficienza o disabilità di qualche componente del nucleo familiare;
- l’indicazione dell’abitazione del nucleo;
- i redditi complessivi, soltanto per le ipotesi di esonero dalla presentazione della Dichiarazione e di assenza di Certificazione Unica (CU) inviata dai Sostituti d’Imposta;
- i mezzi di trasporto, come autoveicoli e motoveicoli di cilindrata pari o maggiore ai 500 cc.
Come abbassare l’ISEE con lo spostamento della residenza
Il calcolo delle ISEE non è vincolato al singolo contribuente, ma al nucleo familiare composto da ciascun componente della famiglia anagrafica. Ai fini del nucleo di famiglia vengono considerati i componenti fiscalmente a carico, anche se non conviventi. Alla luce di questo disposto, la prima modalità che viene in mente per abbassare l’ISEE è legata allo spostamento della residenza di uno dei componenti affinché non faccia più parte del nucleo familiare originario.
Soltanto la residenza però, nei casi di un figlio, non è sufficiente in quanto, come visto, non bisogna essere ritenuti a carico dei genitori. In parole semplici, un figlio che trasferisce la propria residenza per andare a vivere da solo, ma rimane fiscalmente a carico di un genitore, non può presentare un personale ISEE. La situazione cambia quando un figlio invece, oltre allo spostamento della residenza, termina di essere fiscalmente a carico del padre o della madre. In questo caso, potrà presentare un ISEE proprio, con molte probabilità inferiore a quello del nucleo familiare di origine.
Gli studenti privi di reddito, appartenenti ai nuclei di famiglia di origine, pur senza propri redditi, potrebbero non fruire dei benefit socio-assistenziali stabiliti dalle norme di riferimento quando le famiglie hanno un Indicatore Economico alto, indipendentemente dalla loro residenza. Gli stessi studenti, non fiscalmente a carico dei genitori, avranno più possibilità di fruire delle agevolazioni legate all’ISEE, quando risultano residenti fuori dai nuclei familiari.
Lo spostamento della residenza può riguardare anche direttamente i coniugi e la loro separazione legale. A seguito della separazione legale presso gli uffici comunali da parte di una coppia di coniugi, infatti uno dei due cambia residenza spostandola in un Comune diverso. Il nucleo di famiglia si divide così in due e l’ISEE di ciascuno dei coniugi in questione si abbasserà.
Con l’entrata in vigore di certi benefici, in Italia queste pratiche sono dunque diventate piuttosto comuni e sono aumentate rispetto al passato. Per abbassare l’ISEE, negli ultimi anni, le richieste di cambio residenza sono infatti cresciute. Resta il fatto che di fronte a dichiarazioni mendaci, cioè a falsi cambi di residenza i rischi sono tanti e anche le sanzioni particolarmente pesanti:
- cancellazione dall’anagrafe comunale e perdita dei benefit socio-assistenziali;
- mancata ricezione degli atti giudiziari che finirebbero in Posta o in Comune. Tradotto in breve, significherebbe non venire a conoscenza di importanti raccomandate;
- andare incontro a un procedimento penale e a una condanna per falsificazione di atto pubblico.
Abbassare l’ISEE agendo sui conti correnti
Sull’ISEE incidono le giacenze medie annue presenti sui conti correnti, in quanto contribuiscono al calcolo dei redditi familiari. Per logica, i soggetti con dei conti correnti esigui, avranno un ISEE inferiore alle persone con dei conti ricchi. Quindi è possibile ridurre l’ISEE con la cointestazione del conto corrente postale o bancario con un altro soggetto che non fa parte del nucleo familiare.
In tale ipotesi, la liquidità presente su di esso è ritenuta di proprietà al 50% tra i due cointestatari. In questo modo la giacenza media del conto corrente postale o bancario influirà sull’ISEE soltanto per la metà della somma. Naturalmente la cointestazione deve interessare un soggetto estraneo al nucleo familiare, un amico o un parente non fiscalmente a carico e non convivente.
Cointestare un conto corrente però significa donare la metà del valore presente sullo stesso conto, la ratio per cui occorre valutare bene una scelta simile. Anche perché l’istituto bancario non può in alcun modo vietare al cointestatario di prelevare una somma maggiore alla quota propria, di conseguenza per recuperare il denaro è necessaria un’azione nei confronti di quest’ultimo.
Abbassare l’ISEE con l’emissione di un assegno circolare
Un altro modo per ridurre l’ISEE con un’azione sul conto è svuotarlo attraverso una richiesta di assegno circolare all’istituto di credito, intestando l’assegno a un altro soggetto. Così l’importo fuoriesce dalla proprietà del correntista e l’ISEE si abbasserà. In altre parole, quando un correntista chiede alla sua banca un assegno circolare, sul conto è riportata un’operazione negativa con relativo addebito e abbassamento della giacenza. L’importo dell’assegno non sarà corrisposto a nessuno fino a quando il titolo sarà in possesso del richiedente. I relativi soldi saranno custoditi dalla banca, in una specie di conto separato, senza intestazione. Tra l’altro, il richiedente può chiedere la revoca dell’assegno circolare prima di 3 anni.
Esiste quindi un enorme differenza tra assegno circolare e assegno bancario. Quest’ultimo è l’assegno normalmente emesso dai titolari dei conti correnti, grazie ai carnet rilasciati dalle rispettive banche. È lo stesso correntista, prima di staccare gli assegni bancari, a dover controllare se sul suo conto è presente il denaro sufficiente per coprire la somma dell’assegno. In caso contrario, va incontro a seri problemi come il pignoramento o il proteso da parte del creditore.
Invece, l’assegno circolare è emesso dall’istituto bancario di riferimento, su richiesta del cliente, solo in seguito al deposito presso la banca dell’importo necessario. In questa ipotesi, a differenza di quanto accade con gli assegni bancari, la copertura dei titoli è sicura perché l’istituto di credito non li rilascia senza copertura.
Come già anticipato, all’atto dell’emissione da parte della banca dell’assegno circolare per consegnarlo al cliente, sul conto corrente di quest’ultimo risulterà un addebito. La somma corrispondente sarà trattenuta dall’istituto di credito, in una specie di vero e proprio accantonamento senza intestatario. L’importo, pur restando nella disponibilità materiale del cliente, non compare sul suo conto.
In pratica, l’assegno circolare, generalmente chiesto per il pagamento dei debiti, è trattenuto dal correntista e conservato nelle sue mani. In caso di furto, può tranquillamente denunciare l’accaduto e bloccare la riscossione. L’importo è dunque congelato, il cliente stesso in un momento successivo ha la possibilità di richiedere alla banca il riaccredito del denaro prima stanziato per emettere l’assegno circolare. Trattasi di quella circostanza in cui un assegno circolare è richiesto per conservare i propri soldi in un posto alternativo al conto corrente e non per saldare i debiti. Uno stratagemma impiegato per alleggerire il proprio conto e fruire dei benefici statali.
Abbattere l’ISEE tramite un’azione sugli immobili
Le modalità per abbassare l’ISEE sono legate anche all’eventuale titolarità di immobili. Infatti, la proprietà degli immobili contribuisce a incrementare l’ISEE in maniera determinante. In tali ipotesi, la strategia da seguire porta direttamente all’intestazione degli immobili a figli non fiscalmente a carico dei genitori, né tantomeno con loro residenti.
Un’altra opportunità è dare l’immobile in usufrutto, conservandone la nuda proprietà. Il valore della nuda proprietà non è considerato ai fini del calcolo dell’ISEE, quindi non concorre a un suo eventuale aumento. Intestare un immobile ai figli o darlo in usufrutto sono altre strategie per abbassare l’ISEE e provare ad accedere a qualche agevolazione fiscale o socio-assistenziale. Stiamo comunque parlando di altre due partiche molto delicate, quindi da ponderare con saggezza prima di fare qualunque passo.
Abbassare l’ISEE con l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente corrente
Purtroppo, dopo il rilascio dell’ISEE, può anche capitare che le situazioni reddituali e patrimoniali peggiorino sostanzialmente. La circostanza che si viene a creare è una rappresentazione, attraverso l’Indicatore Economico, non realistica delle condizioni economiche del contribuente.
A questo punto cosa si può fare? La strada per uscire da questa situazione complicata esiste ed è concreta, è necessario intervenire con l’aggiornamento dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Bisogna cioè presentare l’ISEE corrente aggiornandolo alla reale situazione degli ultimi dodici mesi e, in qualche caso anche degli ultimi due mesi, in attesa del successivo. Anche con l’ISEE corrente è dunque possibile abbassare l’ISEE per fruire di alcune prestazioni fiscali o socio-assistenziali agevolate.
Lo spostamento della residenza, la cointestazione dei conti correnti postali o bancari con altre persone, la cessione ai figli della proprietà degli immobili, l’usufrutto e l’aggiornamento dell’ISEE per il peggioramento delle condizioni economiche, sono tutte possibilità per abbattere l’ISEE ai fini della fruizione delle agevolazioni previste dalla normativa vigente.
Tuttavia, trattandosi di strategie diverse, ognuna delle quali ha proprie caratteristiche e propri rischi. Pertanto, non bisogna agire d’impulso, ma valutare i passi da fare con estrema attenzione. In sintesi, per semplificare il concetto, cointestare il proprio conto corrente postale o bancario con una persona non altamente di fiducia per abbassare l’ISEE, alla fine potrebbe rivelarsi un’azione controproducente.
Il nuovo cointestatario potrebbe infatti svuotare il conto e lasciarvi a mani vuote, senza che la banca possa intervenire per bloccare i prelevamenti in denaro. Massima attenzione dunque, agire solo dopo una valutazione completa e sempre nel rispetto della legge.
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