In presenza di cartelle esattoriali non pagate, l’Amministrazione Finanziaria dispone di una serie di strumenti per recuperare quanto dovuto dal contribuente: uno di questi è il fermo amministrativo del veicolo di proprietà del contribuente moroso. Tale metodo rientra tra i procedimenti formali sfruttati dall’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia per intenderci) per attivare apposite procedure al fine di garantire la riscossione credito spettante agli Enti impositori.
Il contribuente ha 60 giorni di tempo, dal ricevimento della cartella di pagamento, per regolarizzare la propria posizione debitoria, dopodiché l’autorità competente comunicerà al soggetto di aver attivato le procedure cautelari ed esecutive atte al recupero delle somme imputate. Qualora l’importo risultasse inferiore a 1.000 euro, il fermo amministrativo scatta non prima di 120 giorni dall’iniziale comunicazione relativa al debito.
Andiamo a scoprire tutte le caratteristiche del fermo amministrativo per auto e moto, le conseguenze per il proprietario del veicolo e la possibilità di cancellare o far revocare il provvedimento cautelare intrapreso dall’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Indice:
- Cos’è il fermo amministrativo del veicolo
- Come funziona il fermo amministrativo?
- Preavviso di fermo amministrativo
- Iscrizione e conseguenze del fermo amministrativo
- Si può circolare con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo?
- Custodia veicolo sottoposto a fermo amministrativo
- Pagamento bollo e assicurazione con fermo amministrativo
- Come comportarsi al ricevimento di un preavviso di fermo amministrativo
- Come verificare se un veicolo è sottoposto a fermo amministrativo
- Come evitare il fermo amministrativo
- Come cancellare il fermo amministrativo
- Cancellazione del fermo amministrativo auto: quanto costa?
- Fermo amministrativo e rateizzazione
Cos’è il fermo amministrativo del veicolo
Il fermo amministrativo di un veicolo è la conseguenza di un debito con l’Erario, ovvero quando il contribuente non ha pagato tributi o sanzioni iscritte a ruolo e notificate secondo le disposizioni di legge. La finalità di tale provvedimento è quello di “sollecitare” il recupero delle somme non corrisposte impedendo al debitore di utilizzare il mezzo di sua proprietà, radiarlo dal PRA, esportarlo all’estero, oppure demolirlo. Una volta estinto il debito, il contribuente tornerà nel pieno possesso del proprio veicolo e potrà circolare nuovamente senza alcuna limitazione.
Da ciò si intuisce come il fermo amministrativo rappresenta un’efficace procedura di natura prima cautelare e poi esecutiva, che l’Agenzia delle Entrate Riscossione attiva dopo che il contribuente ha ricevuto la notifica per una cartella esattoriale e non ha provveduto a saldare il debito entro 60 giorni. Il fermo amministrativo è un atto formale e ufficiale che porta, come effetto immediato, al blocco di uno o più veicoli a motore intestati al contribuente moroso.
Il fermo del mezzo è comunque temporaneo (ovvero finché il debitore non ha pagato il dovuto) e riguarda, non solo automobili, ma anche motociclette, scooter, camion nonché macchine agricole e tutti i mezzi a motore intestati al debitore.
Quindi, nel momento in cui scatta il fermo amministrativo per una cartella esattoriale non pagata le conseguenze sono che:
- i veicoli sottoposti a fermo non possano più circolare su strada, potrebbero essere radiati dal PRA, esportati all’estero, e addirittura demoliti; è consentita la vendita di un veicolo sottoposto a fermo amministrativo, tuttavia anche il nuovo proprietario dovrà rispettare il divieto di circolazione imposto e una eventuale demolizione dello stesso se imposta dall’Amministrazione Finanziaria qualora il fermo amministrativo non venisse estinto attraverso il pagamento dei tributi a ruolo che hanno causato l’emissione del provvedimento;
- non rispettando le suddette limitazioni, il trasgressore va incontro al sequestro del veicolo e ad una sanzione amministrativa compresa tra 1.988 euro e 7.953 euro.
Come funziona il fermo amministrativo?
Il fermo amministrativo ha un funzionamento piuttosto semplice: tutto parte con la notifica di una cartella esattoriale al contribuente che dispone di 60 giorni di tempo per provvedere al saldo, se ciò non avviene l’Agenzia delle Entrate, o comunque un Agente della riscossione, attiva le procedure cautelari ed esecutive che ritiene opportune al fine di garantire la riscossione del credito.
Tra questi procedimenti c’è il fermo amministrativo del veicolo che si manifesta attraverso l’invio di una comunicazione formale, con cui viene notificato al contribuente debitore il preavviso del blocco di uno o più mezzi a motore a lui intestati. Ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate Riscossione può attivare il fermo amministrativo solamente in presenza di un debito superiore a 800 euro e, più precisamente:
- debito compreso tra 800 euro e 2.000 euro, è possibile bloccare un solo veicolo a motore;
- debito compreso tra 2.000 euro e 10.000 euro, il blocco può riguardare fino ad un massimo di 10 veicoli a motore;
- debito oltre i 10.000 euro, è possibile mettere sotto fermo amministrativo l’intero parco auto intestato al contribuente.
Altro aspetto da non dimenticare è l’obbligo per l’Agente della riscossione di inviare 2 solleciti di pagamento, qualora il debito iscritto risultasse inferiore a 1.000 euro. Il primo sollecito dev’essere inoltrato al contribuente trascorsi almeno 120 giorni dalla data di comunicazione del preavviso.
Preavviso di fermo amministrativo
Come già più volte sottolineato, l’Ente impositore invia una cartella esattoriale per intimare il pagamento di tributi e sanzioni al contribuente, e da tempo allo stesso 60 giorni per onorare il suo debito. Trascorsi i 60 giorni, e col debito ancora insoluto, l’Ente creditore può decidere di attivare la procedura per il fermo amministrativo, e lo deve comunicare al contribuente attraverso una comunicazione preventiva notificandogli così l’intenzione di bloccare uno o più veicoli ad esso intestati.
Con il preavviso di fermo amministrativo, il soggetto ottiene ulteriori 30 giorni per poter regolarizzare la propria posizione debitoria. Se passato anche questo lasso di tempo la cartella esattoriale non risulta pagata, il fermo diventa effettivo.
Di conseguenza, quando si riceve un preavviso di fermo amministrativo, è sempre consigliabile estinguere immediatamente il dedito col Fisco rispettando la scadenza prevista dalla legge, sempreché il contribuente non decida di contestare quanto a lui imputato nella cartella esattoriale. In presenza di somme piuttosto ingenti, o comunque in mancanza della liquidità necessaria per saldare l’intero importo, è sempre possibile richiedere un pagamento dilazionato suddividendo il debito fino ad un massimo di 120 rate mensili.
Iscrizione e conseguenze del fermo amministrativo
Una volta che l’Agenzia delle Entrate Riscossione avvia la procedura per il recupero del credito, perché il fermo amministrativo produca i suoi effetti è necessaria l’iscrizione del provvedimento al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
A seguito di tale azione il debitore subisce una serie di limitazioni della disponibilità dei veicoli sottoposti a fermo e, nello specifico:
- divieto assoluto di circolazione su strada; l’eventuale violazione comporta il sequestro del mezzo e una ulteriore pesante sanzione;
- non è consentito radiare i veicoli dal PRA, quindi procedere alla demolizione, oppure esportarli all’estero;
- è possibile vendere i veicoli che, comunque, restano sottoposti a fermo e alle conseguenti limitazioni.
I vincoli prodotti dal fermo amministrativo rimangono attivi finché il contribuente non estingue in toto il suo debito con l’Erario, o pone in essere una rateizzazione dello stesso, e provvede a cancellare l’iscrizione dal PRA di tale provvedimento. Se il debitore invece non paga il dovuto, l’Agente della riscossione o l’Ente incaricato può agire forzatamente e richiedere la vendita all’asta dei veicoli.
Si può circolare con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo?
La principale domanda che si pone un soggetto coinvolto in questa procedura di recupero credito, è se durante il fermo amministrativo risulta comunque possibile circolare con il veicolo bloccato. In realtà, abbiamo già risposto a tale quesito nei precedenti paragrafi, tuttavia ribadiamo come la legge impedisca ad un mezzo a motore su cui grava la sanzione accessoria del fermo amministrativo di circolare su strada.
È altresì consigliabile rispettare la suddetta disposizione poiché, in caso contrario, il soggetto, pur non subendo procedimenti penali, si vedrà sequestrato il veicolo e verbalizzata la violazione con conseguente pesante sanzione amministrativa.
Chi decide comunque di circolare, ad esempio, con un’automobile sottoposta a fermo amministrativo, è bene che sappia a cosa va incontro: secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo 285/92, il trasgressore viene punito con una multa di importo compreso tra un minimo di 1.988 euro e un massimo di 7.953 euro. Ma i problemi vanno ben oltre, in quanto bisogna anche mettere in conto ulteriori sanzioni amministrative accessorie a causa della confisca del mezzo. Infatti, gli agenti delle Forze dell’Ordine, che hanno accertato la violazione, provvederanno al sequestro del veicolo e al suo immediato trasporto presso un deposito giudiziario.
Custodia veicolo sottoposto a fermo amministrativo
Il Codice della Strada è stato oggetto di una completa riforma e riscrittura grazie al Decreto Sicurezza 113/2018. Attraverso la circolare del 21 gennaio 2019, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Viminale è intervenuto a riguardo delle sanzioni amministrative accessorie per fermo amministrativo di un veicolo.
Tale argomento viene disciplinato dall’articolo 214 del Codice della Strada e prevede l’onere da parte del proprietario, conducente o comunque altri soggetti obbligati in solido, a cessare la circolazione del mezzo e provvedere alla sua collocazione in un luogo non soggetto a pubblico passaggio.
Nel caso in cui il proprietario, o il soggetto con obbligo, decidesse di non occuparsi della custodia del veicolo, andrebbe incontro ad una multa compresa da 776 euro a 3.111 euro. In aggiunta, ci sarebbe anche la sospensione della patente di guida da 1 a 3 mesi e relativa sanzione amministrativa accessoria.
Inoltre, ricordiamo che tutti i veicoli sottoposti a fermo amministrativo devono esporre un sigillo applicato dagli agenti delle Forze dell’Ordine e rimosso dagli stessi solo ad avvenuta estinzione del debito.
Pagamento bollo e assicurazione con fermo amministrativo
Per quanto riguarda il bollo auto è possibile non effettuare il pagamento finché il veicolo risulta sottoposto a fermo amministrativo. In realtà, c’è chi sostiene esattamente il contrario in quanto il bollo, essendo una tassa di possesso, si ritiene comunque dovuto. Per non pagare il bollo auto di un veicolo sottoposto a fermo amministrativo ed evitare contestazioni, è buona norma chiedere formalmente l’esenzione presso gli uffici regionali che si occupano della riscossione dei tributi locali.
Il veicolo può anche non essere coperto da assicurazione se custodito in box, garage o comunque un luogo privato chiuso. Tuttavia, se dovesse risultare coinvolto in un incidente stradale, la compagnia assicurativa (anche se la copertura è attiva) non risarcirebbe alcun danno poiché la circolazione del mezzo risulta vietata.
Come comportarsi al ricevimento di un preavviso di fermo amministrativo
La consegna di un preavviso di fermo amministrativo implica di aver ricevuto, in precedenza, la notifica di una cartella esattoriale che, evidentemente, non è stata ancora saldata.
Dato per scontato che il debito con il Fisco sia effettivamente dovuto, al soggetto non rimane che provvedere al versamento di quanto intimato senza indugiare oltre. Se si decidesse di non pagare, il fermo amministrativo diventerebbe effettivo e, in buona sostanza, sarebbe vietato l’utilizzo del veicolo fino all’estinzione del debito.
Di norma, pagare quanto prima i debiti con l’Erario, quando e se dovuti, sarebbe la scelta ottimale, ma è altrettanto vero che spesso le somme in gioco sono piuttosto corpose e il contribuente potrebbe anche non essere in grado di versare l’intero importo in un’unica soluzione e cancellare la sua pendenza. In questo caso la legge viene in contro al debitore concedendo la possibilità di richiedere un versamento dilazionato, che da la possibilità di spalmare l’importo complessivo a debito fino ad un massimo di 120 rate mensili.
Come verificare se un veicolo è sottoposto a fermo amministrativo
Nella maggior parte dei casi, la persona sa perfettamente di avere uno o più veicoli sottoposti a fermo amministrativo, anche perché l’Agente della riscossione, o l’Ente creditore, ha inviato gli opportuni preavvisi.
Ciononostante, nel dubbio, è sempre meglio verificare, evitando così di circolare con un’auto soggetta a questo provvedimento e col rischio di ulteriori sanzioni come il sequestro del mezzo nonché la revoca della patente di guida. Il controllo risulta utile anche ad un eventuale acquirente per scoprire se l’auto, oggetto della compravendita, è vincolata da qualche provvedimento dell’Amministrazione Finanziaria.
Ecco quali metodi si possono attuare per accertare l’esistenza di un fermo amministrativo sul veicolo:
- richiesta online visura per targa al PRA: la procedura è a pagamento ma molto rapida e semplice. Infatti, è sufficiente accedere al sito dell’ACI, entrare nell’apposita sezione ed inserire i dati richiesti per individuare con esattezza il veicolo. Quindi si dovrà specificare la targa, la tipologia del mezzo (automobile, moto, scooter, ecc.), nonché fornire i dati anagrafici del richiedente e quelli della fatturazione. Attraverso la visura si accerta subito se il veicolo è sottoposto a fermo e rappresenta un efficace mezzo di controllo a disposizione di eventuali compratori;
- recarsi di persona al PRA: in questo caso bisogna andare alla sede del PRA e richiedere la visura. Rispetto alla procedura online, l’unico dato necessario è la targa del veicolo ed è possibile anche delegare un altro soggetto, oppure un’agenzia. Il costo della pratica è di 9 euro per i diritti, a cui aggiungere 6 euro per la visura (cifre che potrebbero anche subire piccole variazioni);
- rivolgersi all’ACI: la procedura è riservata ai tesserati dell’Automobile Club Italia, i quali potranno richiedere la verifica del fermo amministrativo.
Come evitare il fermo amministrativo
Altra domanda frequente quando si affronta l’argomento del fermo amministrativo è l’esistenza o meno della possibilità di evitarlo. La risposta è assolutamente affermativa e non si tratta di qualche astuto stratagemma per aggirare la normativa, bensì un’opportunità concessa dalla legge.
Non è di nulla di complicato: basta cointestare il veicolo ad una seconda persona. Solitamente viene scelto un familiare, oppure un amico: di fronte a tale evenienza l’Agenzia delle Entrate Riscossione non può certamente avviare il fermo amministrativo in quanto risulterebbe illegittimo privare un soggetto (ovviamente non il debitore) del diritto di utilizzare un’oggetto di sua proprietà in assenza di particolari pendenze (insomma, per farla breve, si condannerebbe, oltre al colpevole, anche un innocente, e questo non è possibile).
In tal senso sono intervenute in merito anche diverse sentenze che hanno sancito come il debito di uno degli intestatari non possa compromettere il diritto del cointestatario di sfruttare il veicolo.
Quindi nel caso in cui un contribuente abbia conseguito debiti col Fisco, o semplicemente sia moroso nei confronti dello Stato per imposte non pagate, multe per la circolazione stradale o anche e solamente non abbia pagato il bollo auto dopo l’invio delle cartelle esattoriali, la sua vettura non potrà essere sottoposta a fermo amministrativo se intestata anche ad una seconda persona.
Quella appena descritta non è l’unica soluzione, infatti è possibile evitare il fermo amministrativo anche per i veicoli strumentali alla professione svolta. In questi casi l’Agente della riscossione invia comunque il preavviso di fermo, spetta poi al contribuente dimostrare come il veicolo risulti fondamentale per svolgere il proprio lavoro e quindi per vivere (e magari anche per guadagnare le somme che servirebbero a saldare il debito con il Fisco).
Un esempio su tutti sono gli agenti di commercio che sfruttano l’auto per tutti gli spostamenti di lavoro che e senza il veicolo non potrebbero esercitare l’attività lavorativa che risulterebbe pertanto fortemente compromessa. Chiaramente tutti i mezzi di trasporto strumentali alla professione devono risultare iscritti in contabilità.
Come cancellare il fermo amministrativo
Il fermo amministrativo termina di produrre i propri effetti qualora si verifichino due condizioni:
- il contribuente ha estinto il debito pagando in toto la cartella esattoriale;
- viene cancellata l’iscrizione al PRA del provvedimento.
Per quest’ultima operazione è necessario recarsi al Pubblico Registro Automobilistico e presentare la seguente documentazione:
- provvedimento di revoca: il documento dev’essere in formato originale e certifica l’avvenuto pagamento del debito da parte del contribuente: al suo interno sono presenti tutti i dati del veicolo e quelli della persona su cui gravava il provvedimento cautelare, nonché l’ammontare della cartella esattoriale;
- certificato di proprietà del veicolo: viene accettato sia il formato cartaceo che digitale; il retro del documento deve presentare la scritta indicante la richiesta di revoca;
- modulo NP-3: è un documento che, di fatto, sostituisce il certificato di proprietà qualora il soggetto ne fosse sprovvisto;
È molto importante non dimenticare che la cancellazione dell’iscrizione dal PRA è una richiesta, di conseguenza non basta presentare i documenti ma è necessario attendere che la domanda venga accolta. Solo così il fermo amministrativo si può considerare definitivamente cancellato.
Nel caso in cui il contribuente decida di non pagare il debito ha la possibilità di seguire la seguente procedura che potrebbe risultare molto proficua:
- scegliere un buon avvocato esperto in diritto tributario / amministrativo;
- richiedere di esercitare il diritto di accesso agli atti allo scopo di verificare, senza ombra di dubbio, l’esistenza di eventuali cartelle esattoriali non prescritte;
- se dal controllo non dovessero risultare notifiche per la richiesta di un fermo amministrativo, è possibile avvalersi del diritto di rimuovere il blocco per carenza di notifica.
Cancellazione del fermo amministrativo auto: quanto costa?
Per la cancellazione del fermo amministrativo di un’auto si deve versare l’imposta di bollo. Utilizzando il certificato di proprietà la cifra da corrispondere è pari a 32 euro, se invece si presenta il modulo NP-3 la somma sale a 48 euro.
Fermo amministrativo e rateizzazione
La cartella esattoriale può essere pagata anche scegliendo un metodo dilazionato in più rate. In questo modo si potrà continuare ad utilizzare il veicolo pagando mensilmente il debito con il Fisco.
Quando il contribuente viene ammesso alla rateizzazione e versa la prima rata, acquisisce il diritto di richiedere all’autorità competente la sospensione del fermo amministrativo. In tali circostanze, l’Agente della riscossione rilascia un apposito documento (da presentare poi al PRA per la cancellazione dell’iscrizione), all’interno del quale è contenuto il consenso alla sospensione dell’atto di fermo.
Corrado dice
avendo il veicolo incidentato e ormai rottame posso chiedere di effettuare la rottamazione ,anche se sottoposto a fermo amministrativo? Se si a chi va fatta la richiesta. Grazie