Come pagare meno IRPEF: istruzioni per imprenditori e lavoratori dipendenti

Tra le parole più odiate dai cittadini italiani, imprenditori e non, c’è sicuramente IRPEF, una delle imposte più antipatiche perchè colpisce tutti i lavoratori in proporzione al loro reddito. Le tasse, esistono fin dall’antichità, e sono indispensabili per far funzionare la società, garantire i servizi pubblici e far funzionare lo stato.

Più le società si sono civilizzate, più sono aumentati i servizi pubblici offerti e maggiore è stato il carico fiscale imposto, fino ad arrivare a paesi come il nostro in cui, alcuni cittadini, sono costretti a pagare ben oltre il 50% di quello che guadagnano.

Una cosa assurda che spesso costringe i contribuenti a cercare dei metodi “alternativi” per potersi “salvare“, anche perchè è davvero impensabile dover spartire la metà dei propri ricavi con uno stato che troppo spesso non fà nemmeno il proprio dovere.

I dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze relativi al primo trimestre del 2016 hanno evidenziato un aumento del 3,6% del gettito Irpef, Ires e IVA rispetto allo stesso periodo del 2015. Aumenti che derivano principalmente da una maggiore pressione fiscale, in particolare le imposte dirette sono cresciute del 2,3%, mentre le imposte indirette del 5,4%, con una crescita dell’IVA del 13,2%. Aumenti anche relativi alle accise (+2,2%), mentre mostrano una flessione ragguardevole le imposte di bollo (-78 milioni). Altra entrata in forte calo è quella relativa all’attività di accertamento e controllo sull’evasione fiscale che presenta una flessione del 7,3%.

tasse

La tabella qui sopra serve a chiarire ancora meglio quanto appena scritto evidenziando, in cifre, quello che lo stato ha incassato quale maggior gettito fiscale nel 2016 rispetto all’anno scorso. In poche parole: se il gettito fiscale è aumentato di quasi il 4%, a fronte di un aumento di PIL dello 0,8% soltanto e, se addirittura, anche la lotta all’evasione evidenzia una flessione rispetto al 2015, è piuttosto evidente che la pressione fiscale sia aumentata notevolmente anche nel 2016.

Ogni anno lavoriamo fino a giugno per un socio occulto, lo stato, col suo “carrozzone” che si porta dietro. L’ormai famoso Tax Freedom Day, ovvero il primo giorno in cui ogni anno si smette di lavorare per lo stato e si comincia virtualmente a guadagnare per se stessi, è stato il 3 giugno 2016 ! Questo significa che abbiamo speso 22 settimane, o per meglio rendersi conto ben 154 giorni, una montagna di ore della nostra vita, a lavorare per sfamare una bestia occulta, un socio non gradito che si prende buona parte dei nostri ricavi.

Mediamente in un paese industrializzato, un cittadino passa dal 25% al 35% della propria vita a lavorare solo per pagare le tasse.

Questo vuol dire che in ogni giorno lavorativo, almeno tre ore sono dedicate a produrre soldi da “concedere gentilmente” allo Stato.

Un periodo di tempo assurdo, che per molti equivale a un furto che va ad aggravare ulteriormente un situazione di crisi ormai tangibile da troppi anni con fatturati dimezzati e guadagni ridotti all’osso. Ma la beffa di vedere uno stato che ci “ruba” quasi sei mesi di lavoro ogni anno, sta diventando per molti inaccettabile, immorale, visto che parliamo di quasi il 50% dei nostri ricavi.

Una pressione fiscale di questo genere, quasi unica in Europa, spinge molte persone a cercare dei rimedi per difendersi da questa situazione e, la cosa più grave, è che spesso questi stratagemmi sono al limite della legalità o addirittura illegali. Evasione ed elusione fiscale stanno aumentando progressivamente costringendo lo stato ad aumentare ogni anno il carico fiscale incentivando maggiormente i “furbetti“. Il classico esempio del “gatto che si morde la coda“.

Ma come fare a difendersi legalmente da questa imposizione di uno stato “Dracula” che ci succhia il sangue, lasciando a noi poveri contribuenti soltanto la metà di quello che incassiamo?

E’ davvero possibile pagare meno tasse senza ricorrere all’illecito e all’evasione fiscale?

La risposta è SI, ovviamente entro certi limiti se si vuole restare nella legalità ma, con una buona conoscenza dell’argomento e l’applicazione di tutte le opportunità legali che lo stato offre, esiste un certo spiraglio per poter incidere notevolmente su quanto ogni anno ci tocca pagare, sia per quanto riguarda le imposte dirette che le imposte indirette.

Facciamo subito chiarezza su questa distinzione:

  • Le imposte dirette sono quelle che colpiscono direttamente la ricchezza, già esistente (il patrimonio) o nel momento in cui si produce (il reddito): IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), IRES (Imposta sul Reddito delle Società), IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive);
  • Le imposte indirette sono quelle che colpiscono indirettamente la ricchezza, nel momento in cui viene spesa: IVA (Imposta sul valore aggiunto) e l’imposta di Registro.

Indice:

 

Cos’è l’Irpef

Tra le imposte dirette, quella che colpisce più persone è senza ombra di dubbio l’Irpef, perchè fa riferimento sia ai lavoratori dipendenti, che ai lavoratori autonomi con le stesse modalità, fatto salvo per il pagamento che, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti viene effettuato dal sostituto di imposta (il datore di lavoro), mentre gli autonomi devono calcolarsela e pagarla!

L’Irpef, sigla di “imposta sul reddito delle persone fisiche” è un imposta che colpisce soltanto le persone fisiche allorchè queste acquisiscano un reddito nel corso dell’anno. Ha pertanto carattere personale ed è un’imposta progressiva per scaglioni la cui aliquota aumenta all’aumentare dell’imponibile. L’imposta da pagare aumenta quindi, più che proporzionalmente rispetto all’aumento dell’imponibile. Ogni volta che la base imponibile supera lo scaglione prestabilito, per la parte che eccede lo scaglione stesso, viene applicata un’aliquota superiore, pertanto l’imposta che il contribuente andrà a pagare sarà il risultato della somma delle imposte calcolate su ogni singolo scaglione.

Sui redditi fino a 15mila euro il prelievo Irpef è del 23% e sale al 27% per la parte di reddito compresa tra 15mila e 28mila euro. Oltre questa soglia, l’imposizione cresce al 38% e così via fino all’ultimo scaglione, fissato sopra i 75mila euro. La quota di reddito che supera quest’ultimo importo, viene tassata con l’aliquota massima del 43%.

L’Irpef viene calcolata su tutti i redditi maturati dai singoli cittadini:

  • redditi d’impresa;
  • redditi di lavoro autonomo: attività artistiche e professionali;
  • redditi di lavoro dipendente (salari, stipendi, pensioni) o assimilato (collaborazioni coordinate e continuative, a progetto, ecc.);
  • redditi di capitale: dividendi o utili di partecipazione in società di capitali;
  • redditi fondiari: derivanti dalla proprietà (o altro diritto) su terreni e fabbricati;
  • redditi diversi: plusvalenze da cessioni di immobili; partecipazioni in società; altri redditi diversi.

La somma di questi redditi, in relazione ad un singolo soggetto, forma il reddito complessivo del soggetto stesso su cui verranno applicate le relative aliquote progressive per il calcolo dell’imposta.

 

Chi deve pagare l’Irpef

L’Irpef, imposta sui redditi delle persone fisiche deve essere pagata:

  • dai titolari di impresa individuale o familiare (nonché dai collaboratori familiari, proporzionalmente alla loro quota);
  • dai soci di società di persone, proporzionalmente alla loro quota di partecipazione agli utili.
  • dagli esercenti arti e professioni titolari di redditi di lavoro autonomo come liberi professionisti, medici, architetti, commercianti, commercialisti, negozianti, avvocati. (Non versano l’Irpef, ma una imposta sostitutiva, gli imprenditori ed i lavoratori autonomi, artisti e professionisti,  che si avvalgono del regime dei minimi);
  • dai lavoratori dipendenti con un reddito superiore agli 8.000 euro calcolato su base annua;
  • dai titolari di pensione con una pensione superiore a 7.500 euro annui;
  • da chi percepisce un reddito fondiario ovvero quelli inerenti ai terreni e ai fabbricati, situati nel territorio dello Stato;
  • da chi percepisce redditi di capitale ovvero quelli ricavati dal possesso di titoli di stato, azioni, obbligazioni;
  • da chi percepisce altri redditi come ad esempio quelli derivanti da prestazioni occasionali oppure da vincite di premi o lotterie;

I soggetti passivi dell’imposta sono tutte le persone fisiche residenti e non residenti, queste ultime esclusivamente per i redditi prodotti nel nostro Paese.

Sono quindi assoggettati all’Irpef i redditi elencati in precedenza e prodotti in Italia o all’estero da parte dei contribuenti residenti in Italia; i non residenti, invece, sono tenuti a pagare l’imposta esclusivamente per i redditi conseguiti in Italia.

 

Come e quando pagano l’Irpef i lavoratori dipendenti

Per i lavoratori dipendenti il pagamento dell’Irpef avviene attraverso il sistema della ritenuta alla fonte ogni mese. Il datore di lavoro (sostituto di imposta), versa allo stato la somma corrispondente all’imposta da pagare trattenendola dalla busta paga. I lavoratori dipendenti pertanto, non ricevono quella somma di denaro, ma possono vedere, attraverso la busta paga, l’importo versato.  Essendo l’Irpef un’imposta progressiva, quello che viene trattenuto ogni mese dalla busta paga dei lavoratori è soltanto un acconto, infatti con l’ultima busta paga dell’anno viene fatto il cosiddetto conguaglio, calcolando, sulla totalità dei redditi percepiti nell’anno, l’imposta all’aliquota di riferimento e quindi trattenuta, creando il consueto malcontento di inizio anno quando i lavoratori ricevono la busta paga di dicembre.

 

Come e quando pagano l’Irpef i lavoratori autonomi

I lavoratori autonomi, attraverso la compilazione della cosiddetta “dichiarazione dei redditi” (Mod. Unico PF), comunicano allo stato i loro guadagni, sottraendo dai ricavi tutti i costi relativi alla loro attività in base ai criteri disposti dalla legge.

Il pagamento dell’Irpef per i lavoratori autonomi, secondo i dati che risultano dalla dalla dichiarazione dei redditi, devono essere effettuati entro il 16 giugno di ogni anno (oppure 16 luglio con una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse) per quel che riguarda il saldo dell’anno precedente e il primo acconto dell’anno in corso. Entro il 30 novembre il secondo acconto dell’anno in corso (la somma tra il primo e il secondo acconto è pari al 100% del saldo versato l’anno prima).

Il pagamento vero e proprio deve essere effettuato attraverso il modello F24 utilizzando il proprio servizio di home banking.

 

Quanto si paga a titolo di Irpef

L’Irpef è un’imposta progressiva sul reddito delle persone fisiche che si paga secondo il sistema degli scaglioni di reddito, come abbiamo già detto sopra, che partono dal 23% e arrivano al 44%. Il calcolo dell’Irpef non è assolutamente cosa banale ed è soggetto a frequenti cambiamenti legislativi, spesso in occasione della legge finanziaria, ora detta «di stabilità».

Per semplificare molto la spiegazione diciamo soltanto che l’aliquota va applicata, a seconda dei vari scaglioni di reddito, alla totalità dei redditi maturati ogni anno (Reddito Imponibile), e sull’imposta lorda si applicano poi le varie detrazioni d’imposta legate alla esistenza di una serie di requisiti e condizioni di carattere soggettivo ed oggettivo.

Ad esempio, su un reddito imponibile di 90.000, l’imposta lorda è pari a 32.020 (15.000 x 0,23 = 3.450 + 13.000 x 0,27 = 3.510 + 27.000 x 0,38 = 10.260 + 20.000 x 0,41 = 8.200 + 15.000 x 0,44 = 6.600).

Scaglioni redditoAliquota
da 0 a 15.000 euro23%
da 15.000,01 a 28.000 euro27%
da 28.000,01 a 55.000 euro38%
da 55.600,01 a 75.000 euro41%
oltre 75.000 euro44%

E sono proprio le detrazioni che ti possono consentire di risparmiare parecchi euro di tasse ogni anno. Infatti, il calcolo dell’imposta, che si ottiene applicando l’aliquota progressiva alla totalità dei redditi maturati, fornisce un risultato lordo che può essere ridotto sensibilmente applicando ad esso tutte le detrazioni che il nostro ordinamento ci consente di sfruttare.

Essere a conoscenza di tutto quello che può ridurre il peso delle imposte, può cambiare sensibilmente la tua prospettiva di costo fiscale ogni anno. Troppo spesso sento di persone che si autodefiniscono “vessate dal fisco”, trovandole però, facendo loro qualche semplice domanda, completamente impreparate su cosa avrebbero potuto utilizzare per ridurre sensibilmente quel macigno chiamato Irpef!

“si, ma il commercialista non me l’ha detto!”

Questa è la tipica frase che si sente dire da chi parla con me o legge i miei articoli… E’ però necessario rendersi conto che, per prima cosa il commercialista non è un veggente e non può essere a conoscenza di quali costi sostenete personalmente nel corso dell’anno se non gli consegnate tutte le ricevute.  Ma ancor peggio, quando si pagano le prestazioni in nero per avere lo SCONTO, allora non ci si dovrebbe poi lamentare se il conto fiscale diventa salato.

Ma soprattutto, purtroppo, non tutti i commercialisti sono dei veri e propri consulenti fiscali e si preoccupano soltanto di fare i calcoli e presentarti il conto… Nulla più.

Specie se sei un imprenditore, devi essere tu ad essere informato e conoscere perfettamente tutto quello che può aiutarti a risparmiare sul fisco, ecco perchè devi leggere e documentarti, anche facendo domande al tuo commercialista, essendo curioso ed intraprendente. Spendere qualche euro per essere sempre aggiornato sulle opportunità che esistono, può permetterti di recuperare, in pochissimo tempo, quello che hai speso per l’investimento e iniziare subito a guadagnare tempo e soldi.

Cerchiamo, ovviamente,  di parlare delle opportunità legali disponibili per poter risparmiare qualcosa contro uno Stato che, certamente non ci agevola, ma che lascia comunque lo spazio per potersi muoversi legalmente a chi lo sa fare.

 

Cosa sono e come agiscono le detrazioni

Le detrazioni consentono di ridurre l’imposta lorda andando cosi a determinare l’imposta netta. Al contribuente vengono riconosciute delle spese sostenute nel corso del periodo di imposta, oppure altre detrazioni si legano alla sua condizione personale e lavorativa: se lavoratore dipendente, se pensionato, se ha dei familiari a carico, se è proprietario di un immobile, ecc.

Tutte le detrazioni applicabili vengono sottratte dall’imposta lorda dando come risultato l’imposta netta, ovvero quella che si dovrà pagare. Ad esempio, nel caso di un pensionato con 20.000 euro di reddito imponibile, sarà possibile applicare una detrazione di € 1.135 che andrà a ridurre l’imposta lorda di € 4.800, dando come risultato un’imposta netta pari a € 3.665.

Da sottolineare il fatto che alcune detrazioni sono decrescenti con l’aumentare del reddito, come ad esempio quelle per i familiari a carico e per lavoro dipendente o di pensione, nel senso che, un incremento di reddito, provoca una diminuzione della detrazione secondo il principio che chi guadagna di più, non solo paga più tasse perchè calcolate ad un’aliquota più elevata, ma vede anche ridursi l’importo delle eventuali detrazioni.

 

Cosa sono e come agiscono le deduzioni

Le deduzioni, così come le detrazioni, sono delle agevolazioni che si possono applicare però, sul reddito imponibile anzichè sull’imposta. Nel momento in cui si calcola il reddito imponibile, è possibile dedurre, quindi sottrarre da esso, alcune somme previste dal fisco per determinati costi sostenuti dal contribuente nel  periodo di imposta. Grazie alle deduzioni, si otterrà una base imponibile ridotta rispetto al reddito imponibile e pertanto, sull’onere che viene dedotto, non si pagherà imposta.

Gli oneri deducibili più ricorrenti sono: i contributi di previdenza complementare, gli assegni periodici corrisposti al coniuge in conseguenza di separazione o divorzio, le donazioni ad organizzazioni non governative, ecc.

Su questi oneri il fisco riconosce una deduzione dal reddito complessivo maturato nel periodo di imposta, per esentare tale spesa dalle tasse. Con le deduzioni si ottiene infatti un risparmio fiscale pari all’aliquota dello scaglione Irpef da applicare. Le deduzioni quindi, a differenza delle detrazioni, aumentano in proporzione all’aumento del reddito imponibile, perchè più alta sarà l’aliquota Irpef applicabile su cui calcolare la deduzione stessa.

 

Come pagare meno Irpef: elenco di tutte le detrazioni

Di seguito, un elenco di tutte le detrazioni Irpef che possono aiutarti a pagare meno tasse. Fanno riferimento a costi che i contribuenti, normalmente, sostengono durante l’anno, ma che troppo spesso vengono completamente ignorati dai contribuenti stessi, che si trovano a giugno a versare lacrime amare quando lo stato presenta loro il conto.

Sembra un discorso stupido e soprattutto banale ma a chi non è mai capitato di non riuscire a “scaricare” una spesa dalla dichiarazione dei redditi perchè “non sapevo che si potesse scaricare!”, oppure “mi sono perso la ricevuta” o ancor peggio “non mi sono fatto fare la fattura”.

Ci si lamenta sempre che le tasse sono alte, che lo stato è ladro, che siamo soffocati dal sistema fiscale e si buttano, via senza saperlo, dei fogli di carta che spesso valgono centinaia di euro. Il primo consiglio è quello di riservare un cassetto, una cartellina, un dossier, dove archiviare tutte le fatture e gli scontrini  che ti serviranno per abbassare l’imponibile a fine anno. Di seguito l’elenco di tutte le detrazioni:

  • Spese sanitarie
  • Spese sanitarie sostenute per familiari non a carico, affetti da patologie esenti
  • Spese sanitarie sostenute per persone con disabilità
  • Spese per acquisto e riparazione di veicoli per persone con disabilità
  • Spese per acquisto di cani da guida
  • Interessi per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale
  • Interessi per mutui ipotecari per l’acquisto di altri immobili, stipulati prima del 1993
  • Interessi per mutui contratti nel 1997 per il recupero edilizio
  • Interessi per mutui ipotecari per la costruzione dell’abitazione principale
  • Interessi per prestiti o mutui agrari
  • Spese di istruzione
  • Spese di istruzione universitaria
  • Spese funebri
  • Spese per addetti all’assistenza personale
  • Spese per attività sportive praticate da ragazzi
  • Spese per intermediazione immobiliare
  • Spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede
  • Erogazioni liberali a favore delle popolazioni colpite da calamità pubbliche o eventi straordinari
  • Erogazioni liberali alle società ed associazioni sportive dilettantistiche
  • Erogazioni liberali alle società di mutuo soccorso
  • Erogazioni liberali a favore delle associazioni di promozione sociale
  • Erogazioni liberali a favore della ”Biennale di Venezia”
  • Spese relative ai beni soggetti a regime vincolistico
  • Erogazioni liberali per attività culturali ed artistiche
  • Erogazioni liberali a favore di enti operanti nello spettacolo
  • Erogazioni liberali a favore di fondazioni operanti nel settore musicale
  • Spese veterinarie
  • Spese sostenute per servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi
  • Erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado
  • Spese per i contributi versati per i familiari a carico relativi al riscatto degli anni di laurea
  • Spese sostenute dai genitori per pagare le rette per la frequenza di asili nido
  • Erogazioni liberali in denaro al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato
  • Premi relativi alle assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni
  • Premi relativi alle assicurazioni finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave
  • Premi relativi alle assicurazioni per il rischio di non autosufficienza
  • Spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico
  • Premi relativi alle assicurazioni aventi per oggetto il rischio di eventi calamitosi stipulate relativamente a unità immobiliari ad uso abitativo
  • Spese mediche sostenute in favore dei minori o di maggiorenni con disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)
  • Erogazioni liberali in denaro per un importo non superiore a 30.000 euro annui a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita’ sociale (ONLUS)
  • Erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti politici
  • Spese per canoni di leasing di immobile da adibire ad abitazione principale
  • Detrazione per coniuge a carico
  • Detrazioni per figli a carico
  • Detrazioni altri famigliari a carico
  • Detrazioni per famiglie numerose
  • Detrazioni per lavoro dipendente
  • Detrazioni per redditi di lavoro autonomo

 

Come pagare meno Irpef: elenco di tutte le deduzioni

Di seguito un elenco di tutte le deduzioni Irpef che possono aiutarti a pagare meno tasse. Fanno riferimento a costi che i contribuenti, normalmente, sostengono durante l’anno, ma che troppo spesso vengono completamente ignorati:

  • Contributi previdenziali ed assistenziali
  • Assegni periodici corrisposti al coniuge
  • Contributi previdenziali ed assistenziali versati per gli addetti ai servizi domestici e familiari
  • Erogazioni liberali a favore di istituzioni religiose
  • Spese mediche e di assistenza specifica per persone con disabilità
  • Altri oneri e spese deducibili
  • Contributi per forme pensionistiche complementari e individuali
  • Contributi a deducibilità ordinaria
  • Contributi versati da lavoratori di prima occupazione
  • Contributi versati a fondi in squilibrio finanziario
  • Contributi versati per familiari a carico
  • Spese per l’acquisto o la costruzione di abitazioni date in locazione
  • Somme restituite al soggetto erogatore in periodi d’imposta diversi da quello in cui sono state assoggettate a tassazione
  • Quota deducibile di investimento in start up
  • Erogazioni liberali in denaro o in natura in favore delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale:
  • Spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio
  • Spese per interventi finalizzati al risparmio energetico
  • Spese per l’arredo degli immobili ristrutturati
  • Bonus Verde
  • Detrazioni per inquilini con contratto di locazione
  • Lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro
  • Detrazioni per l’affitto di terreni agricoli ai giovani
  • Detrazioni per le spese di mantenimento dei cani da guida

 

Scadenze fiscali IRPEF

Parliamo ovviamente di contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi UNICO PF  e che devono versare le imposte mediante la presentazione del modello F24, in quanto i lavoratori dipendenti vedranno detratti, dal proprio sostituto di imposta mensilmente, gli importi dell’Irpef.

In linea generale i versamenti delle imposte sui redditi avvengono in due fasi:

  • il saldo relativo all’anno oggetto della dichiarazione;
  • l’acconto per l’anno successivo che va pagato in una o due rate;

Le persone fisiche, salvo proroghe, dovranno pagare il saldo che risulta a debito dalla dichiarazione dei redditi UNICO PF, e l’eventuale prima rata di acconto per l’anno in cui si presenta la dichiarazione entro il 16 giugno, oppure entro il 16 luglio pagando una maggiorazione dello 0,40%. La seconda rata di acconto invece, dovrà essere versata entro il 30 novembre.

L’acconto Irpef è dovuto se l’imposta dichiarata, riferita all’anno precedente, sarà superiore a 51,65 € al netto delle detrazioni, crediti di imposta e ritenute. L’acconto da versare è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno.

Il saldo e la prima rata di acconto (di giugno) possono essere versate in rate mensili, mentre l’acconto di novembre deve essere pagato in unica soluzione. In ogni caso, il versamento rateale deve essere completato entro il mese di novembre.

 

Pagare l’Irpef a rate

Come scritto nel paragrafo precedente, è possibile rateizzare il saldo Irpef relativo all’anno per cui si presenta la dichiarazione UNICO PF e il primo acconto per l’anno successivo, mentre il secondo acconto del 30 novembre non è rateizzabile.

Il numero delle rate in cui è possibile dilazionare le imposte da versare è a discrezione del contribuente, ed è possibile optare fino a 7 rate, purchè vengano calcolati gli interessi da versare in modo corretto. Non è obbligatorio rateizzare tutti i tributi, ma anche uno solo di quelli a debito relativi alle imposte.

L’acconto deve essere pagato in una o due rate, a seconda dell’importo:

  • 1) unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto non supera 257,52 euro;
  • 2) due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro (la prima rata del 40% scade il 16 giugno e la seconda costituita dal restante 60% va saldata entro il 30 novembre).

Rispettando le scadenze, il contribuente non è tenuto a versare alcuna maggiorazione.

Come scritto, i contribuenti non titolari di partita IVA, possono dilazionare ulteriormente la rata di giugno che comprende il saldo Irpef e l’acconto Irpef  per l’anno successivo, compreso gli addizionali comunali e regionali ed eventuali contributi previdenziali secondo la seguente tabella: Tabella rateazione Irpef

E’ importante rispettare le scadenze in quanto pagare l’Irpef in ritardo, anche per una sola rata, da luogo a sanzioni piuttosto importanti, così come il mancato pagamento dell’Irpef stessa che verrà sicuramente notificato al contribuente dall’Agenzia delle Entrate entro un paio d’anni.

Per concludere il capitolo relativo all’Irpef, è fondamentale conoscere bene tutte le possibilità che lo stato ci offre per poter, in qualche modo, ridurre il carico fiscale attraverso detrazioni e deduzioni. Prima di buttare via le ricevute o fare come “l’itagliano medio” (scritto sbagliato appositamente per rendere l’idea) che non si fa fare la fattura per risparmiare l’IVA, o per farsi fare lo sconticino dal medico furbetto, pensa bene a quanto può valere quel documento in termini di risparmio fiscale.

Conoscere le regole e applicare maniacalmente ogni detrazione e/o deduzione possibile può consentire al contribuente di risparmiare una grossa percentuale di imposte con soltanto un minimo di attenzione in più. Ricorda ancora che, difficilmente il tuo commercialista ti spiegherà queste cose, perchè normalmente gli “azzeccagarbugli di turno” si preoccupano di caricare i dati sul loro computer e prepararti gli F24 da pagare.

Devi sapere tu cosa è possibile dedurre e detrarre fornendo tutta la documentazione al tuo consulente fiscale, senza aspettare che sia lui a consigliarti, perchè nella maggior parte dei casi questo non accade. Investire il tuo tempo per informarsi sulle opportunità legali che sono disponibili per abbassare il tuo carico fiscale può consentirti di risparmiare ogni anno migliaia di euro di Irpef, senza trucco né inganno.

   

Pagare Meno Tasse

Se hai trovato interessante questo articolo, per approfondire, ti consiglio il mio libro "PAGARE MENO TASSE" che ti svelerà i segreti che i commercialisti ti tengono volutamente nascosti...

 

                       
8 Comments
Angelo

Giugno 9, 2020 @ 00:06

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Ditta individuale e coaudiovante mia moglie.il commercialista ha insistito di chiudere la collaborazione perché la moglie lavorava in regola in un negozio per 14 ore settimana.ora mi ritrovo a pagare troppe tasse per questa sua iniziativa.

Omar Cecchelani

Luglio 27, 2020 @ 10:10

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Suppongo che siano aumentate le aliquote IRPEF e soprattutto se la moglie era inserita come coadiuvante occasionale non pagava l’INPS che ora si ritrova al 100% a suo carico…

Susanna

Luglio 12, 2019 @ 18:10

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Ho avuto la fortuna di acquistare il libro e mi è piaciuto molto, soprattutto mi è stato utile… hai in programma di scrivere altri libri del genere o una seconda edizione ?

Omar Cecchelani

Luglio 13, 2019 @ 01:09

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Ho in programma una seconda edizione con contenuti nuovi ed altri due testi già pronti

Laura

Giugno 27, 2019 @ 05:47

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Grazie mi è stato utile il distinguo tra detrazioni e deduzioni,

Denise

Maggio 3, 2019 @ 23:16

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Grazie, è stato utile e interessante

giancarlo zerbini

Novembre 29, 2017 @ 11:48

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caro amico ,ti premetto la mia eta ,coi tu potrai leggere questa mia immaginandoti chi sta scrivendo a 7 anni io ero già produttivo (guadagnavo bei soldini non grazie ad elemosina ma al mio impegno di “lavoro” ed ero felice di farlo ) chiudo :l’evasione fiscale delle attivita “aziende” private , sempre nasconde un uscita dalle tasche dell’imprenditore di una parte del guadagno al fine di pagare dei collaboratori al cosidetto “nero” . chi sono costoro? io lo sò.come me lo sa anche la finanza ma! la finanza che sà! va a cercare questi poveracci che quasi sempre accettano di lavorare in (nero) per mangiare . ora mi tengo abbondante! costoro sono il 50% l’altro 50% sono impiegati pubblici /statali/ecc,ecc. che dispongono di tempo libero che gli consente di operare in”nero” alla faccia di chi se non produce anche x loro nun magna. questi parassiti (parassita:che non puo vivere separato dall’ospite”) non sono mai presi in considerazione dalla finanza sono al di sopra di ogni sospetto . percepiscono gli emolumenti dallo stato che li preleva direttamente dalla busta paga ,per me sono i peggiori delinquenti “coloro che hanno il secondo/terzo lavoro in nero e sono occupati nello stato e tutto cio che e l’indotto statale . detto questo io sono il primo a riconoscere che nun c’e niente da fare (sarebbe come dire che i famigliari del ladro lo arestano)certo! cosi dovrebbe essere . porò.! però!. però! ci sarebbe il modo di evitare l’evasione ad ottenere un beneficio enorme per la societa “Italia” una tassa fissa su i capitali immobili molto modesta. una tassa stabilita con calcoli raggionati “all’Americana) dopodiche tasse a scaglioni alti su tutto il reddito che e rimasto in tasca ol cittadino alla fine dell’anno (se non documenti il tuo guadagno e le tue spese sono caz…..i amari ) io pretenderei enche lo scontrino fiscale anche x una caramella che acquisto un documento che certifica il mio guadagno ed un documento che certifica le mie uscite .(ci sono commerialisti ai quali consegni anche il biglietto del buss he hai preso .purtroppo caro amico in questi ultimi 70 anni e mancata una guerra come di consueto necessita ai popoli per ristabbilire l’ordine che in tempo di pace e fagocitato dai paraculi e dai delinguenti che sono indubbiamente dei soggetti molto “dotati ” che non avendo peli sulla panza non ie fraga niente del prossimo ma si posizionano spalle al muro “e salvo il cu….o”. ha 76 anni io ho preso la mia decisione per gli anni in regalo che la vita mi concederà: (non ti cerco !ma! se tu mi cerchi ,tu mi trovi) x chiunque ,lo so questo mio finale me lo potevo anche risparmiare .ma avrei rinnegato l’uso fatto della mia vita trascorsa .(IO QUESTO SONO:) non ho mai scritto cosi tanto in vita mia .

andrea

Luglio 6, 2017 @ 07:36

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poche detrazioni con reddito medio di poco superiore ai 30.000 euro

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