Soluzioni per abbattere l’IVA aziendale

Tra le imposte più fastidiose del nostro ordinamento, occupa una posizione di rilievo l’Iva, ovvero Imposta sul Valore Aggiunto, che a differenza di Irpef, Ires e Irap, non è una imposta sui redditi conseguiti durante l’anno ma un’ imposta sui consumi e, come tale, scatta ogni qualvolta si riceve una fattura d’acquisto oppure, quando si vende qualcosa emettendo fattura.

Per le aziende, l’Iva rappresenta un’imposta neutra, nel senso che, in linea di massima non è mai un costo, e, semplicemente, quella che viene fatturata in più rispetto a quella pagata ai fornitori per gli acquisti, dovrà essere versata all’erario entro il 16 del mese successivo per le aziende in contabilità ordinaria, e trimestralmente per le aziende in contabilità semplificata.

Ma il grosso ostacolo che può rappresentare l’Iva, per le imprese, è che la sua liquidazione deve essere fatta secondo il principio di competenza che impone di registrare le transazioni nel periodo di imposta a cui queste su riferiscono, indipendentemente dal momento in cui i pagamenti si verificano.

Nel principio di cassa, invece, sono inclusi nel calcolo solo i costi e i ricavi per cui ci sia stata manifestazione finanziaria.

Tornando all’Iva e alla sua liquidazione basata sul principio di competenza, appare assai chiaro, ed è uno dei problemi maggiori che accomuna gli imprenditori italiani che, che spesso si è costretti a versare allo Stato, migliaia di euro,ogni mese di IVA relativa a fatture di vendita non ancora incassate, anticipando all’erario i soldi che troppo spesso vengono “gentilmente” prestati dalle banche ai loro tassi molto vicini all’usura.

Esistono dei metodi per evitare questo salasso?

E’ possibile risparmiare qualche migliaio di Euro ad ogni liquidazione di questa dannata imposta che in fondo è neutra solo sulla carta, visto che, anticipando i soldi dell’imposta non incassata, gli interessi sono tutti a carico dell’imprenditore?

Ti anticipo che è possibile in qualche modo riuscire ad abbattere il tuo debito Iva, trasformandolo addirittura  in un credito adottando qualcuno dei semplici accorgimenti presenti nell’articolo “Come pagare meno IVA investendo nella tua azienda

Ad esempio, mantenendo sotto controllo il conto economico attraverso una gestione oculata della contabilità e decidendo, quando sarà opportuno, di investire in azienda, magari acquistando un bene strumentale che potrebbe aiutare a gestire più processi produttivi all’interno, aumentare le vendite e con questo di incrementare il giro d’affari aziendale.

Anche l’acquisto dell’auto aziendale, sia che si rispetti il principio di inerenza con la propria attività, sia nel caso di vera e propria auto privata intestata all’azienda. In entrambi in casi, ovviamente con modalità è percentuali diverse, sarà possibile portare in detrazione tutta, o solo in parte, l’IVA pagata per l’acquisto della vettura o autocarro acquistato e risparmiare parecchi euro che sennò andrebbero persi.

Anche gli esportatori abituali che hanno il grosso problema di fatturare all’estero senza applicazione dell’imposta e di ricevere, invece, fatture da fornitori italiani che applicano l’Iva, esiste la possibilità di ritrovarsi ogni fine anno con migliaia euro di credito Iva, visto che se ne paga ai fornitori ma non se ne incassa dai clienti. Lo status di esportatore abituale consente all’azienda che ne ha i diritti, di richiedere ai propri fornitori di ricevere fatture senza applicazione dell’Iva mediante una specifica richiesta “dichiarazione di intento“.

Pagare meno Iva è davvero possibile se sai come farlo!

   

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