ONLUS fittizie ed evasione fiscale: frodare il Fisco con la beneficenza

Ogni evasore fiscale è uguale dinnanzi alla legge. Permettetemi però di affermare che in alcuni casi è bene fare delle distinzioni. Spesso un comportamento “mariuolo” può essere in parte giustificato da un Erario davvero oppressivo che lascia poche vie d’uscita a chi ha un’attività in proprio ed è tartassato da imposte di ogni genere; altre volte invece, si agisce in nome del puro profitto calpestando qualsiasi principio morale.

È il caso dei cosiddetti furbetti della beneficenza, giusto per non definirli con appellativi peggiori: imprenditori e furbastri senza scrupoli che sfruttano le organizzazioni no-profit per evadere il fisco e ripulire denaro. È il così detto terzo settore dove, dietro il non lucro, si cela spesso un volume d’affari con cifre da capogiro. Si tratta di un mercato sconfinato in cui le regole ancora oggi non sono ben delineate, un fertile terreno fatto di agevolazioni fiscali, contributi pubblici e donazioni private, dove ogni sorta di approfittatore sguazza per trarne indebiti vantaggi.

Indice:

 

Che cos’è una onlus?

False Onlus TruffaCome sempre prima di addentrarci in un argomento cosi spinoso è bene chiarire con precisione quale sia l’oggetto della discussione:

ONLUS è l’acronimo di Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale.

È un ente di carattere privato normato dal decreto legislativo n.460 all’articolo 10, entrato in vigore il 4 dicembre del 1997. Un’associazione che può essere con, o senza, personalità giuridica e godere di particolari agevolazioni fiscali.

Un ente per potersi definire onlus deve rispettare determinati requisiti. Innanzitutto è necessario l’atto costitutivo, redatto o come atto pubblico o come scrittura privata. In secondo luogo deve avere solamente finalità di solidarietà sociale. Anche il tipo di attività svolte devono rientrare in determinate categorie e precisamente:

  • sport dilettantistico;
  • beneficenza;
  • assistenza sociale;
  • assistenza socio-sanitaria;
  • tutela dei diritti civili;
  • istruzione;
  • tutela e valorizzazione dell’ambiente;
  • formazione;
  • promozione della cultura e dell’arte;
  • ricerca scientifica di particolare interesse.

È previsto il divieto di svolgere attività che non rientrino nel sopracitato elenco, ma soprattutto di distribuire avanzi di gestione e utili anche indirettamente, tranne nei casi resi obbligatori dalla legge.

La normativa prevede che una onlus possa svolgere attività a solidarietà condizionata nei confronti di soggetti non svantaggiati con il solo fine di auto-finanziarsi. Tuttavia questo tipo di attività non può diventare la principale e i proventi non possono superare il 66% delle spese complessive.

Ogni Onlus deve redigere un rendiconto o un bilancio annuale e può utilizzare gli eventuali avanzi di gestione per attività istituzionali. La gestione deve avvenire nella totale trasparenza senza omettere alcun requisito di bilancio.

Quando un’organizzazione non lucrativa si scioglie deve devolvere il patrimonio ad altre Onlus oppure per scopi di pubblica utilità.

 

Agevolazioni fiscali di una onlus

Una onlus non costituendo esercizio di attività commerciale è esclusa dalla tassazione dei proventi ricavati. L’unico vincolo è redarre un bilancio annuale.

Un importante agevolazione fiscale riguarda le donazioni fatte da privati ed enti commerciali verso associazioni no-profit. In questi casi è possibile detrarre dall’Irpef il 30% delle erogazioni elargite per un importo massimo di 30.000 euro per anno fiscale.

Inoltre le donazioni sono deducibili dal reddito complessivo del soggetto erogante per un limite del 10% sul reddito dichiarato.

Altre importanti agevolazioni riguardano:

  • esenzione IVA per prestazioni ospedaliere e prestazioni socio sanitarie in generale;
  • esenzione tassa di concessione governativa;
  • esenzione tassa per successione o donazione;
  • esenzione imposta di bollo
  • esenzione dall’emissione dello scontrino fiscale;
  • esenzione imposta incremento valore degli immobili;
  • esenzione imposte di registro;
  • esenzione tributi locali;
  • esenzione imposta su spettacoli e intrattenimenti;
  • agevolazioni per organizzazione di lotterie, banchi di beneficenza, ecc.

A tutto questo va aggiunto il contributo che deriva dalla possibilità di iscrizione alle liste per il 5 per mille.

Le ONLUS sono soggette a tassazione IRES solo relativamente alle seguenti categorie reddituali, che concorrono alla formazione del reddito complessivo degli enti non commerciali:

  • Redditi fondiari (terreni e fabbricati);
  • Redditi di capitale;
  • Redditi diversi.

 

ONLUS: una truffa colossale

Il boom della nascita delle Onlus inizia nel 1997 grazie alla normativa che ne stabilisce i requisiti. Il primo giro di vite avviene nel 2003 quando la legge finalmente fornisce al Fisco gli strumenti per combattere le finte associazioni umanitarie con la possibilità di cancellare quelle fraudolente.

I risultati si intravvedono già negli anni a seguire con un numero di Onlus eliminate che passa da poche decine a oltre mille in un solo esercizio. È il primo passo per cercare di normalizzare un settore completamente fuori controllo. Nel 2009 avviene un ulteriore step per combattere il fenomeno: l’Agenzia delle Entrate avvia un vero e proprio censimento di tutte le organizzazioni no-profit presenti sul territorio italiano.

Vengono spediti oltre 250mila moduli da compilare a varie associazioni e fondazioni, per capire se l’attività svolta ha fini commerciali marginali oppure prevalenti. L’anno successivo partono le verifiche.

Dopo i primi accertamenti il quadro della situazione appare da subito sconcertate con livelli altissimi di evasione fiscale. I primi dati messi a disposizione nel 2010 hanno evidenziato proventi non dichiarati per oltre 200 milioni di euro con cifre in perenne e costante ascesa. Purtroppo è venuto alla luce una colossale truffa che ha come principale vittima lo Stato italiano, ma non solo.

A finire nell’occhio del ciclone, vedendo compromessa la loro reputazione, sono anche associazioni che da sempre hanno svolto importanti attività sociali, macchiate da questa abitudine di trovare sempre una scappatoia per frodare il Fisco.

Per non parlare dell’esercito di volontari che dedicano parte delle loro vita per aiutare il prossimo, per finire con tutto quel tessuto sociale fatto di migliaia di persone bisognose di assistenza, spesso negata, che credono nei valori che dovrebbero esprimere e diffondere queste associazioni che, spesso, fanno soltanto i loro porci comodi.

Per comprendere la gravità del problema delle false Onlus, basta dare un’occhiata ai numeri più recenti che parlano di un giro d’affari che supera gli 80 miliari di euro, oltre 900 mila addetti e un fatturato superiore al settore della moda made in Italy.

Un’economia sommersa che rappresenta da sola oltre il 4% del PIL del nostro Paese. Facile intuire come la torta sia grande, molto appetitosa e faccia gola, non solo a facinorosi imprenditori, ma anche alla criminalità organizzata. In tutto questo i danni allo Stato si quantificano in oltre un miliardo di euro a causa, soprattutto, del 5 per mille, delle agevolazioni Ires e degli sconti Irpef e Iva.

 

La fantasia non manca ai truffatori della beneficenza

Da nord a sud la truffa delle onlus non ha confini e non fa distinzioni. Ogni hanno vengono scoperte migliaia di attività lucrative travestite da associazioni benefiche. Bisogna dire che come sempre al furbetto la fantasia di certo non manca. La Guarda di Finanza ha scoperto ogni sorta di mascheramento dai più comuni ai più originali.

Gli esempi sono davvero innumerevoli:

  • Nel 2005 dietro la Federazione Mondiale Tutela dei Diritti e delle Libertà con sede a Torino, gli agenti della delle fiamme gialle hanno scoperto una società di consulenza e gestione di club privè; effettivamente un modo come un altro di aiutare persone svantaggiate! Il sesso è una delle attività più mascherate con moltissimi locali per scambisti, centri massaggi e luoghi per rapporti sessuali a pagamento; tutte attività aperte semplicemente affiliandosi a pseudo associazioni umanistiche come la Federsex e la Fenalc.
  • Anche le associazioni sportive sono un ottimo paravento per nascondere normali centri fitness, palestre, ristoranti e club privati. Sono innumerevoli i casi di abusivismi nel settore sportivo tanto che anche il Coni ha deciso di intervenire effettuando un censimento di oltre 60mila associazioni con severi criteri di controllo. Come c’era da aspettarsi anche in questo caso sono emersi dati a dir poco interessanti.
  • In Lombardia per esempio il profitto si è scoperto nascosto dietro false associazioni ippiche dilettantistiche. Ne sono state eliminate ben 20 irregolari, senza nessun tipo di vita sociale, totale mancanza di libri contabili, delle scatole vuote ma con le casse piene per un introito complessivo non dichiarato di circa tre milioni di euro.
  • Altri casi hanno fatto scalpore per la spudoratezza di chi li ha organizzati come un’associazione di volontariato con tanto di agriturismo e pista per l’elicottero.
  • Come detto ogni Regione ha le sue gatte da pelare: in Liguria sono state cancellate dai registri ben 170 onlus, tra cui la storica Società nazionale di salvamento di Nervi, accusata di svolgere un’attività commerciale di gestione e organizzazione di corsi di formazione.
  • Non mancano dall’elenco associazioni di volontariato di animali che in realtà si sono dimostrate delle normalissime cliniche veterinaria, innocenti bocciofile dove invece venivano organizzati sontuosi pranzi e goliardiche cene con tanto di menu e prezzario consultabile via internet. Purtroppo di esempi del genere se ne potrebbero fare a decine ma il succo della questione di certo non cambia per un problema che è ben lontano dall’essere risolto.

 

Le false donazioni

Altro aspetto a cui serve prestare molta attenzione sono le false donazioni. In questo caso la truffa è ancora più subdola. Spesso non è necessario nemmeno creare una Onlus ma semplicemente spacciarsi per un volontario e chiedere denaro in nome anche di importanti associazioni.

È il caso di una truffa sgominata dalla Guardia di Finanza con finti volontari che fuori da alcuni ospedali di Perugia, divulgavano falso materiale informativo chiedendo aiuti economici a favore di un’associazione per l’assistenza di ragazze madri.

Dietro questo sistema si nasconde quasi sempre la mano della malavita organizzata o delinquenti che assoldano come finti volontari, studenti in cerca di lavoro e persone comunque in difficoltà economica.

Un altro esempio molto recente è la richiesta di denaro porta a porta messa in atto nel Veneto Orientale in favore di un fantomatico centro oncologico con riferimento ad una nota onlus del territorio: la Fondazione Cro Aviano. In questo caso sono state numerose segnalazioni dei cittadini ad allertare la fondazione stessa che era ovviamente allo scuro di tutto.

Anche per le false donazioni le situazioni sono innumerevoli e vanno da vere e proprie organizzazioni a pochi individui che agiscono in totale autonomia. I mezzi utilizzati sono i più vari e in continua evoluzione: si è passati dal contatto per strada, a quello telefonico per finire con lo sfruttare i social network.

 

Conclusioni

Fortunatamente dopo anni in cui il terzo settore è cresciuto in maniera selvaggia, negli ultimi tempi la situazione è migliorata grazie all’impiego di strumenti di verifica efficienti e controlli sempre più numerosi e severi.

Del resto la truffa delle false Onlus è tanto semplice da mettere in atto quanto estremamente proficua. Due aspetti che  non passano di certo inosservati a chi non ha il minimo scrupolo a sfruttare lo spirito di solidarietà, tipico del popolo italiano, per il solo guadagno personale.

Gestire un’associazione culturale come fosse un ristorante, facendo pagare tariffe pressoché identiche ad un normale locale commerciale e senza pagare un centesimo di tasse, penso trovi facilmente dei sostenitori.

Il reato di evasione fiscale è sempre deprecabile, in questi casi è ancora peggiore perché va a ripercuotersi su un settore che fa del volontariato e dell’assistenza sociale i propri baluardi.

Alla fine ad andarci di mezzo è tutto il movimento che in Italia conta un numero impressionante di addetti pronti a donare ore della propria vita per aiutare gli altri. È essenziale più che mai eliminare le mele marce, fare una netta distinzione tra associazioni di beneficenza e quelle a scopo di lucro, per evitare di dare benefici a chi non ne ha diritto. Purtroppo è la solita infinita storia del furbo che lucra a spese dell’onesto in cui la morale della favola è:

“no-profit è bene ma un po’ di profit non guasta mai”

   

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1 Comment
Alessio

Dicembre 7, 2019 @ 20:21

Reply

Le regole e leggi sono chiarissime invece, è che essendo potentissima la lobby dell’associazionismo anche finto italiano (divenuta così potente grazie alla politica ovviamente, alle leggi fatte sempre a favore di quel mondo che porta voti ovviamente), non ci sono quasi mai controlli, spesso insabbiano anche gli esposti (i Comuni soprattutto, meno le forze dell’ordine magari), e si è creato un sistema che è un circolo vizioso e dove ogni componente copre l’altro, e tutto diventa normale anche se non lo è quasi nulla, dal dare l’affiliazione ad esempio da parte delle varie sigle nazionali onlus, quasi tutte di carattere prettamente sportivo (ACSI, AICS, CESN e altre), a chiunque la richieda in pratica, compresi tutti quei locali notturni (pub/disco/sale concerto) che non c’entrano nulla in teoria con sport e affini, ma nemmeno con del vero sociale o cultura e arte (visto che fanno appunto quasi tutte una marea di merda tipo discoteca o tributi e cover band – cioè parassiti inutili e dannosi – e roba del genere e smerciano alcool a più non posso a prezzi come e più alti dei locali commerciali), perché ovviamente per loro le tessere vendute a quei finti club privati no profit (fanno profit eccome, almeno presidente e anche altri spesso, visto che lo fanno di unico lavoro pur aprendo magari 2 o 3 sere alla settimana e basta) sono comunque soldi, passando per la pubblicità indiscriminata a chiunque sia sul web che a volte anche nella realtà, all’accettazione immediata di qualsiasi persona si presenti alla porta la prima volta riempiendo semplicemente al volo il classico modulo coi dati personali e pagando la tessera (che spesso non viene neanche mai consegnata nemmeno se uno ci torna varie volte nell’anno) e via dicendo.

https://www.facebook.com/bastatruffaclub

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