Cos’è e a cosa serve una marca da bollo

La marca da bollo viene utilizzata quotidianamente ma non tutti sanno con esattezza il perchè, a cosa serva e quale sia la sua funzione. Dal punto di vista materiale è un contrassegno adesivo emesso dallo Stato da applicare, quando richiesto, su documenti, atti, fatture e ricevute fiscali; si può acquistare presso ricevitorie e tabaccai autorizzati, presenta un aspetto del tutto simile ad un francobollo e con valore nominale solitamente pari a 2 euro o 16 euro. Per quanto riguarda la sua funzione: permette al contribuente di versare l’imposta di bollo prevista dalla legge per convalidare atti ufficiali o adempiere all’onere tributario in sostituzione dell’IVA qualora non esigibile.

Un contrassegno che nella sua forma cartacea risulta destinato a scomparire in un prossimo futuro, sostituito da i più moderni e pratici strumenti di pagamento digitale. A tal proposito, a partire dall’aprile 2017 l’imposta di bollo sui documenti rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni si può versare online tramite carta di credito o addebito su conto corrente grazie al servizio fornito dal Sistema PagoPA. Tuttavia, al momento, la marca da bollo tradizionale è ancora ampiamente sfruttata in tutte le altre situazioni e per questo motivo è utile sapere con esattezza come si impiega, a cosa serve e quanto costa.

Nel corso degli ultimi anni non vi è stata alcuna modifica degli importi, mentre importanti novità sono state introdotte a partire dal 2019 con l’avvio della fatturazione elettronica e riguardano le modalità di pagamento. Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio tutti i principali elementi che caratterizzano la marca da bollo.

Indice:

 

Cos’è e come funziona una marca da bollo

La marca da bollo rappresenta l’imposta indiretta che la legge italiana prevede nel momento in cui un soggetto deve produrre o presentare atti e documenti ufficiali, allo scopo di ottenerne la convalida. Inoltre, l’ordinamento tributario impone il versamento dell’imposta di bollo in sostituzione dell’IVA qualora, quest’ultima, non sia esigibile. In base a quanto sancito dal Decreto del Presidente della Repubblica 624/72 la marca da bollo viene applicata in presenza di:

  • ricevute fiscali e fatture esenti dall’imposta sul valore aggiunto;
  • conto corrente bancario e postale solo al superamento di determinati limiti;
  • cambiali;
  • contratti di locazione al fine di convalidarne la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate;
  • tutti gli altri documenti, atti e registri previsti dall’Allegato A del DPR 642/72.

È importante evidenziare come l’obbligo di applicare la marca da bollo sui documenti fiscali vige, esclusivamente, quando l’importo complessivo risulta superiore a 77,47 euro.

L’utilizzo della marca da bollo è davvero semplice, infatti sarà sufficiente acquistare il contrassegno presso rivenditori autorizzati e applicarlo sul documento. Semmai risulta molto più rilevante sapere con precisione quando è necessario versare l’imposta di bollo e il corretto importo da corrispondere.

Il tagliando stampato presenta l’indicazione del valore nominale (variabile a seconda dell’imposta), il logo dell’Agenzia delle Entrate, il simbolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, data e ora dell’emissione nonché un codice numerico identificativo di 14 cifre. Nel momento in cui viene applicato il contrassegno sul documento, non è necessario apporre nessun tipo di timbro per la convalida. Inoltre, la legge vieta di porre qualsiasi scritta e non consente nemmeno l’annullamento dello stesso. In tutti i casi in cui si inviano fatture in formato digitale, la marca da bollo verrà applicata sul documento originale, mentre sulla copia basterà inserire la dicitura: imposta di bollo assolta sull’originale.

Dal 14 aprile 2017 è stata introdotta anche la marca da bollo virtuale relativa alle istanze inviate alla Pubblica Amministrazione. Come vedremo nel dettaglio più avanti, in tali frangenti, il contribuente può avvalersi del servizio @e.bollo disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate (il valore della marca da bollo è sempre di 16 euro a prescindere dal tipo e dimensione del documento).

In alternativa, c’è la possibilità di versare l’imposta di bollo pari a 2 euro per ogni fattura elettronica previa autorizzazione da parte dell’Amministrazione Finanziaria. In quest’ultimo caso, è necessario presentare la dichiarazione annuale dell’imposta di bollo entro il 31 gennaio, nella quale devono essere riportati numeri e tipologie delle fatture emesse durante l’anno, nonché il versamento dell’imposta e la stima per il successivo esercizio.

 

I costi della marca da bollo

Come abbiamo già detto, la marca da bollo presenta valori variabili in base all’imposta che il contribuente è tenuto a versare. Gli importi più comuni sono 2 euro o 16 euro, stabiliti dal Governo Letta tramite il decreto legge 43/2013: fino ad allora le marche da bollo avevano importi inferiori, ovvero 1,81 euro e 14,62 euro. Un incremento utilizzato per reperire le risorse necessarie al sostegno della popolazione colpita dalle calamità naturali come, ad esempio, le alluvioni in Toscana e Liguria e il terremo in Abruzzo ed Emilia del 2009.

 

Quando applicare la marca da bollo da 2 euro

La marca da bollo da 2 euro è obbligatoria su fatture o ricevute fiscali di importo superiore ai 77,47 euro, quando non soggette al versamento dell’IVA. L’imposta di bollo va corrisposta, sia per le fatture in formato cartaceo che elettronico, cambia solo il metodo di pagamento.

Nello specifico il DPR 642/72 impone il pagamento della marca da bollo da 2 euro nei seguenti casi:

  • fatture esenti IVA;
  • fatture emesse da contribuenti sottoposti al regime dei minimi o forfettario;
  • fatture fuori campo IVA, ovvero in cui viene a mancare il requisito oggettivo o soggettivo;
  • fatture fuori campo IVA per assenza del requisito territoriale;
  • fatture non imponibili, vale a dire operazioni che possono essere assimilate alla vendita di navi, aeromobili e ogni componente e prestazione di servizio destinati ai suddetti mezzi;
  • fatture non imponibili riguardanti servizi internazionali o relativi a scambi internazionali. L’unica eccezione che non prevede l’applicazione della marca da bollo sono le fatture riguardanti servizi internazionali relativi all’esportazione di merci.

La legge non prevede il pagamento della marca da bollo da 2 euro quando:

  • nella fattura l’IVA risulta esposta, tuttavia la quota in esenzione non deve superare i 77,47 euro;
  • fatture per esportazione di merce;
  • documenti fiscali relativi a operazioni intracomunitarie;
  • fatture in cui l’IVA risulta assolta in origine;
  • operazioni di reverse charge.

In caso di fatturazione elettronica è possibile sostituire l’onere dell’applicazione fisica del contrassegno: basta segnalare l’obbligo di versamento dell’imposta sul documento emesso selezionando la specifica voce all’interno del software.

 

Quando applicare la marca da bollo da 16 euro

Per quando riguarda la marca da bollo di valore pari a 16 euro, la normativa ne impone l’applicazione in presenza di:

  • atto / documento rogato o autenticato dal notaio, oppure da un pubblico ufficiale;
  • scrittura privata contenente convenzioni al fine di regolare un qualsiasi rapporto giuridico;
  • istanze e ricorsi inviati agli organi dell’Amministrazione dello Stato o Enti pubblici territoriali allo scopo di ottenere il rilascio di uno specifico certificato.

Viceversa non vige l’obbligo di applicare la marca da bollo se:

  • il documento fiscale presenta un importo inferiore a 77,47 euro;
  • gli importi sono assoggettati ad IVA;
  • il documento è già sottoposto all’imposta di bollo, oppure risulta esente per legge;
  • il documento si riferisce al pagamento di una quota associativa nonché contributo liberale o donazione effettuati a favore di un’associazione politica, sindacale e di categoria, religiosa, assistenziale, culturale o sportiva.

Inoltre ricordiamo che la normativa vigente esenta dall’obbligo di pagamento dell’imposta di bollo i seguenti soggetti:

  • ONLUS con iscrizione presso l’Anagrafe dell’Agenzia delle Entrate;
  • associazioni di volontariato con iscrizione presso il Registro regionale del Volontariato;
  • ogni federazione sportiva ed Ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI.

 

Cosa accade se non si applica la marca da bollo?

La legge prevede sanzioni amministrative pecuniarie qualora il contribuente non rispetti l’obbligo di applicare la marca da bollo. Spetta all’articolo 23 del DPR 633/1972 disciplinare tale aspetto e stabilisce ammende che vanno da un 1 a 5 volte l’imposta evasa per ogni documento irregolare.

 

Marca da bollo e prestazioni occasionali

Per svolgere una prestazione occasionale è necessario esercitare un’attività in modo non professionale e in maniera saltuaria, ovvero per non più di 30 giorni con il medesimo committente. Il lavoratore risulta esonerato dall’apertura di una partita IVA e non è soggetto all’emissione di fatture, ma solo di ricevute fiscali.

Pertanto, la legge impone di applicare una marca da bollo da 2 euro qualora l’importo complessivo superi 77,47 euro. Ricordiamo che la suddetta marca da bollo deve riportare una data precedente rispetto a quella di emissione della ricevuta, viceversa si è passibili di sanzione amministrativa.

 

Marca da bollo per il pagamento prestazioni mediche

Medici e professionisti in ambito sanitario hanno l’obbligo di applicare la marca da bollo da 2 euro sul documento fiscale rilasciato al paziente. Non bisogna dimenticare che se il soggetto emettitore non assolve all’onere tributario, quest’ultimo spetterà al cliente in quanto ritenuto dalla legge solidalmente responsabile.

L’Agenzia delle Entrate ha altresì precisato che qualora l’utente dovesse ricevere una fattura o ricevuta senza marca da bollo, è tenuto a regolarizzare il documento e presentarlo all’ufficio competente entro e non oltre i 15 giorni dal ricevimento. In questi casi, il pagamento dell’imposta di bollo grava sul cliente, mentre la sanzione amministrativa risulterà a carico del professionista che ha emesso il documento fiscale senza applicare il contrassegno da 2 euro.

 

Dove acquistare le marche da bollo?

Il metodo più semplice per acquistare il contrassegno è quello di recarsi presso i rivenditori autorizzati come, ad esempio, i tabaccai. In base alle diverse necessità, l’esercente è in grado di emettere una marca da bollo di un preciso importo (normalmente 2 euro o 16 euro). Quindi il contribuente richiede il valore corretto per pagare la relativa imposta, con variazioni a seconda se si tratta di una cambiale, un contratto di locazione, oppure altre tipologie di atti o documenti.

Il pagamento del tributo può avvenire anche per via telematica al fine di semplificare la procedura in caso di versamento periodico. In tali frangenti è necessario richiedere l’autorizzazione all’Agenzia delle Entrate.

 

Pagamento dell’imposta di bollo per le fatture elettroniche

Con l’avvio della fatturazione elettronica è cambiato anche il sistema di pagamento dell’imposta di bollo. Ricordiamo che a seguito delle ultime modifiche introdotte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, la scadenza per il saldo dell’imposta di bolla è stata fissata per i 4 trimestri rispettivamente al 31 maggio, 30 settembre, 30 novembre e 28 febbraio. Il pagamento dell’imposta di bollo deve avvenire non oltre il ventesimo giorno del mese successivo la data di scadenza di ogni trimestre.

Tale regola di carattere generale prevede l’eccezione solo se l’importo della fattura risulta inferiore a 250 euro. Nello specifico si hanno le seguenti possibilità:

  • qualora il computo del primo trimestre risultasse sotto la suddetta soglia può essere versato entro il trimestre successivo;
  • se l’importo dei primi due trimestri è inferiore ai 250 euro, il versamento della somma può avvenire entro il terzo trimestre.

Accedendo al sito dell’Agenzia delle Entrate e nell’apposita area riservata, è possibile corrispondere quanto dovuto direttamente online con addebito su conto corrente bancario o postale oppure, in alternativa, sfruttando il modello F24 messo a disposizione dall’Ente.

 

Come funziona la marca da bollo virtuale

Nell’ambito del processo di digitalizzazione per rendere più semplici e rapide le procedure di pagamento delle imposte, a partire dal 14 aprile 2017 è stata introdotta la marca da bollo virtuale. Un sistema che mira a sostituire completamente l’utilizzo del contrassegno cartaceo; tuttavia, ad oggi, è uno strumento messo a disposizione dei cittadini solo per il pagamento online della marca da bollo da 16 euro per il rilascio di documenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni.

Il contribuente può versare il dovuto con modalità telematica attraverso il servizio di pagamento del Sistema pagoPA offerto dagli intermediari autorizzati. Quest’ultimi sono i cosiddetti PSP (Prestatore di Servizi di Pagamento), i quali acquistano dall’Agenzia delle Entrate lotti di marche da bollo virtuali e le mettono poi a disposizione di ogni cittadino che ne faccia richiesta tramite i siti degli Enti pubblici.

In particolare, si tratta del cosiddetto servizio @e.bollo frutto della collaborazione tra Agenzia delle Entrate e Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). L’acquisto della marca da bollo virtuale è possibile solo sui portali internet delle PA che offrono servizi interattivi di dialogo col cittadino allo scopo di rilasciare documenti elettronici e, al contempo, abbiano aderito al Nodo Pagamenti dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

La procedura è piuttosto semplice e prevede i seguenti passaggi:

  • accesso al sito istituzionale dell’Ente pubblico presso il quale il cittadino o l’impresa intende presentare un’istanza o richiedere un atto in bollo;
  • compilazione dei dati richiesti;
  • scelta dall’elenco un Prestatore di Servizi di Pagamento con cui effettuare l’operazione;
  • invio della richiesta al PSP con allegate le informazioni per il pagamento telematico;
  • all’accettazione della richiesta, l’utente è indirizzato presso il portale del PSP per effettuare il pagamento. A questo punto avviene l’emissione della marca da bollo virtuale con relativa ricevuta telematica (RT). Il cittadino può pagare tramite carta di credito o debito, carta prepagata, oppure scegliere l’addebito su conto corrente bancario o postale;
  • infine l’utente viene inviato sul sito della PA così da completare l’operazione e inoltrare l’istanza. La Pubblica Amministrazione provvede a verificare la correttezza della richiesta e del versamento dell’imposta di bollo.
   

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